E adesso cosa diranno di Ibra? Trattare sulle commissioni non è reato. Perché serve al Milan un Rabiot

E adesso cosa diranno di Ibra? Trattare sulle commissioni non è reato. Perché serve al Milan un RabiotMilanNews.it
giovedì 13 giugno 2024, 00:00Editoriale
di Franco Ordine

Sono più curioso di leggere i commenti al primo intervento pubblico di Zlatan Ibrahimovic che la stessa comunicazione dello svedese. La spiegazione è semplice: perché Ibra parlerà da capo dell’area sport di RedBird e quindi del Milan e si intesterà le decisioni più discusse e racconterà nel dettaglio come sta esercitando il suo ruolo. Sarà insomma una risposta molto dettagliata ai tanti quesiti che sono circolati in queste settimane seguite alla fine del campionato sul conto di Zlatan e del Milan stesso. Si capirà insomma che Fonseca non è diventato il prossimo allenatore rossonero per decisione dello spirito santo. Si capirà che Ibra ha avuto colloqui con potenziali calciatori da acquisire per la prossima stagione, con gran di esponenti del calcio internazionale, insomma che è entrato perfettamente nel ruolo. Anche a lui riserverò lo stesso trattamento annunciato per Fonseca: sarà giudicato dai fatti, dai risultati come sempre succede nel calcio per grandi e piccoli protagonisti. Dovrà guadagnarsi la fiducia del pubblico rossonero che ha vissuto settimane di grande disorientamento per la mancanza di comunicazione, fenomeno che ha messo in moto un clima di sfrenato scetticismo accentuando in modo vistoso l’insoddisfazione determinata dallo scudetto interista.

MERCATO - Capisco perfettamente il ritmo lento della trattativa con l’agente di Zirkzee, specie se si rileggono le cifre pubblicate di recente dalla Figc relative alle spese per commissioni della serie A nel 2022 e nel 2023. Secondo questa graduatoria la Juve ha speso 74,391 milioni di euro, l’Inter 55,376 milioni, la Roma 36,441, la Fiorentina 28,955 e il Milan 27,331. Come si ricava quindi tra le linee guida della proprietà Milan c’è la tendenza a spendere poco in materia di commissioni e non mi pare con risultati sportivi disastrosi.

È questo tra l’altro il motivo per il quale nella scorsa estate hanno “perso” Thuram (ma non Taremi né Frattesi mai trattato, ndr). A proposito dell’attaccante francese va ricordato che il suo sì è arrivato grazie agli 8 milioni (divisi equamente tra agente e famiglia) incassati all’atto della firma per l’Inter. Noto inoltre che la narrazione di siti specializzati e cronisti di calcio-mercato - probabilmente anche per mancanza di fonti dirette disposte a fornire puntuali aggiornamenti sullo stato delle trattative - è schierata dalla parte degli agenti, generosi nel rispondere al telefono e nel passare qualche “dritta”. Infatti, per lor signori, il Milan ha già “perso” Zirkzee grazie all’inserimento della Juve con Kia, non ha incassato un euro dal riscatto di CDK visto che l’Atalanta chiedeva uno sconto sulla cifra pattuita né da quello di Saelemaekers oltre al rientro nei ranghi di Origi e Ballò Tourè. Uno scenario apocalittico, insomma. Lo confronteremo con gli sviluppi delle prossime settimane. 

Su un punto invece concordo con l’amico Carlo Pellegatti. E cioè sul conto di Rabiot. Il Milan, a mio avviso, avrà un deficit da colmare nella prossima stagione sia per il cambio di staff tecnico all’esordio a Milanello, sia per l’addio di Kjaer e Giroud, due personaggi carismatici, utilissimi per lo spogliatoio, sia per l’età media molto bassa del gruppo. In un team che si rispetti occorre aggiungere elementi di grande esperienza Rabiot può essere uno di questi. Non entro nel merito delle cifre. Segnalo solo l’utilità di assicurarsi un profilo del genere.