Fabbri disasterclass. Leao apre a nuove soluzioni. Rebic e Origi: problemi non da poco. Il vero fuoriclasse del Milan è in panchina

Fabbri disasterclass. Leao apre a nuove soluzioni. Rebic e Origi: problemi non da poco. Il vero fuoriclasse del Milan è in panchinaMilanNews.it
lunedì 12 settembre 2022, 00:00Editoriale
di Pietro Mazzara

La vittoria di sabato sera a Genova è stata una di quelle che fanno vedere che tipo di attributi ha questa squadra. E li ha grandi, perché non c’è solo il valore dei giocatori, ma soprattutto la loro capacità di reagire alle scelte di Stefano Pioli, che ha saputo ridisegnare il Milan dopo l’assurda espulsione di Rafael Leao. Già, assurda, perché la disasterclass di Fabbri è stata impressionante. Non tanto per il secondo giallo, del quale si ricorda dopo e forse su suggerimento di qualcuno degli assistenti, ma è il primo giallo che non ha motivo d’esistere. Rafa salterà il Napoli laddove Pioli dovrà inventarsi una nuova conformazione della trequarti offensiva, anche se basta accendere l’ingegno per capire che i tre dietro la prima punta saranno Messias, De Ketelaere e uno tra Saelemaekers e Brahim Diaz, che potrebbe essere rispolverato in una posizione dove, in passato, ha fatto bene.

Il problema reale è legato al sotto numero degli attaccanti, dovuto alle condizioni fisiche di Ante Rebic e Divock Origi. Il croato è alle prese con un brutto colpo della strega o, come si sospetta una piccola ernia del diso, che gli crea non poco dolore. Rebic, comunque, sembra essere perseguito dalla sfiga e da problemi che richiedano un tempo decisamente ampio per il rientro in campo. Per Origi vale lo stesso discorso. È arrivato al Milan per essere un co titolare, invece il suo utilizzo – al momento – è stato con il contagocce e il fastidio patito al solito retto femorale lo ha portato a fermarsi per la gara di due giorni fa e mettendo in dubbio anche la sua presenza contro la Dinamo Zagabria, facendo fare gli straordinari a un monumentale Olivier Giroud, autore di una prestazione accademica contro la Sampdoria. Ma che ha pur sempre 36 anni.

Ma il vero top player di questo Milan è il suo allenatore. Stefano Pioli continua a essere, costantemente, sottovalutato dalla critica che tiene a osannare allenatori rimasti a un’impostazione obsoleta o scolastica, aiutati dal potenziale delle loro squadre in determinate gare, ma rimasti fermi a dei principi basici. Pioli, invece, ha saputo plasmare, settimana dopo settimana, la sua squadra. Frutto sicuramente delle qualità mentali dei suoi giocatori, ma soprattutto del suo lavoro e del suo staff, capaci di stimolare i singoli e il gruppo verso nuovi aspetti tecnico-tattici e interpretativi. Merita la panchina d’oro alla faccia di chi, ancora, lo considera un allenatore di seconda fascia.