Il caso DeKetelaere (e Adli). Tonali e Krunic: le scelte si fanno in tre. Funerale all'americana, ma in estate Sacchi voleva perderle tutte... 

Il caso DeKetelaere (e Adli). Tonali e Krunic: le scelte si fanno in tre. Funerale all'americana, ma in estate Sacchi voleva perderle tutte... MilanNews.it
venerdì 4 agosto 2023, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Forse non lo sapete o non lo ricordate, ma tra le molte rivoluzioni con cui Arrigo Sacchi ha cambiato il calcio moderno, una delle più eclatanti fu quella delle amichevoli estive. Fu lui il primo ad abolire i ritiri in montagna per iniziare la preparazione a Milanello, fu il primo a chiedere di eliminare le amichevoline di agosto contro i dilettanti, le rappresentative di paese, le squadre di categorie inferiori: lui voleva partire forte. Il Milan (scudettato) non giocava più in Coppa dei Campioni da molti anni, lui voleva che la squadra cominciasse da subito a respirare aria europea. Quindi l'estate del 1988 iniziò, tra l'altro, con un quadrangolare di Ferragosto a Londra contro Bayern (1-0), Tottenham (2-0) e l'Arsenal contro cui i rossoneri però non giocarono - il calendario prevedeva 2 partite a testa -, proseguì a Eindhoven contro il PSV (0-2), infine vittoria al Santiago Bernabeu con un secco 3-0 al Real Madrid. Bilancio: 4 vittorie su 4, gol segnati 8, gol subìti zero. 
Una sera a cena durante quel tour, Arrigo era di pessimo umore. Con cautela ci avvicinammo io e il fotografo Giannu Buzzi, squadrati dallo sguardo timorato del dg Paolo Taveggia e dal capo ufficio stampa Guido Susini che erano seduti a tavola con Sacchi. Eravamo tutti in grande confidenza, quindi con discrezione superai gli sguardi supplichevoli di Guido, Paolo, Gianni e chiesi ad Arrigo cosa avesse. Lui sbarrò gli occhi spiritati: "Non riesco a perderne una! Non è possibile, le stanno vincendo tutte! Eppure butto giù formazioni strane, faccio cambi strani, ma non c'è niente da fare: questi continuano a vincere!" Era davvero furibondo, ma non capivo e serenamente lo incalzai: "Scusa, ma dov'è il problema?" Rimase zitto pochi secondi, poi agitando la manina spiegò: "E' sugli errori che si costruisce una stagione, è sulle cose che non funzionano che bisogna ragionare e lavorare. Poi c'è un altro grande pericolo: che questi si montino la testa e inizino a pensare che sarà facile". Noialtri ci guardammo, annuendo. 
Il salto 35 anni dopo è altissimo, non stiamo a fare nessun paragone, ma il concetto deve restare chiaro. Primo, perché il Milan ha cambiato tanto, tantissimo sopra la linea della difesa e 3 nuovi acquisti ancora non hanno ancora visto il campo: Okafor, Chukwueze e Musah. Secondo, perché quell'aneddoto dell'Arrigo furioso mi era già tornato in mente quando Pioli ha detto: "Ci deve insegnare più la stagione appena conclusa che quella dello scudetto". Dunque, i funerali dopo le 2 sconfitte e un pareggio negli Usa mi sembrano francamente fuori luogo, anche perché in America per ricordare il caro appena estinto, si organizzano buffet in casa. Abbiamo visto qualcosa di buono, abbiamo visto che manca un po' la diga a centrocampo, abbiamo visto qualità in Pulisic, Loftus Cheek (immagino avrà bisogno di più tempo per andare in condizione), Romero e soprattutto Reijnders. Così come abbiamo visto qualche sbandamento di troppo, là dietro. C'è ancora bisogno di tempo e pazienza per completare il mosaico, mettere in pista il prototipo, perfezionare telaio e motore. Tanto, i tormentoni su chi doveva giocare e chi stare fuori continueranno tutto l'anno, a prescindere da prestazioni e risultati. E' così ovunque, da quando esistono le panchine lunghe, con i 5 cambi poi vale tutto e il contrario di tutto.
Sarà che in estate il mercato e le partite a me divertono a prescindere, incuriosiscono, accendono la fantasia...

A proposito, mi fa sorridere il milanista che rileva infastidito la diversità di giudizi di giornali e tv rispetto - appunto - al mercato del Milan e le sue prestazioni, rispetto alle altre. La diversità di trattamento esiste, eccome, lo dice il giornalista e non il tifoso, poi però leggi i commenti di certi tifosi rossoneri dopo gli acquisti, le cessioni, le partite e sono più tranchant di interisti e juventini... La pazienza, l'equilibrio, non appartengono ai tifosi, lo so bene, però insomma a luglio si potrebbe essere anche un po' cauti, in un senso e nell'altro. Credo. 
Un esempio significativo rispetto a quest'ultima riflessione, riguarda DeKetelaere, Adli, Tonali e Krunic. Sembrerebbe a prima vista che, tra loro, nessuno di questi casi abbia corrispondenze con un altro. Eppure l'insurrezione sulla formula del prestito "a una concorrente diretta" del belga, la trascuratezza in cui vive l'ex Bordeaux, la cessione di Sandro e le trattative per Rade, li accomunano tutti. Charles (non) lo abbiamo visto per un anno: la necessità assoluta è che giochi con continuità, ma soprattutto che tiri fuori quello che ha dentro, se lo ha. Per ora ci ha lasciato poche sensazioni e molti dubbi, con tutto l'amore e la stima possibili. In assenza di offerte eclatanti, un accordo con l’Atalanta non mi sembra una bestemmia. Adli è simpatico, sa giocare a calcio, ma insomma non mi pare che possa spostare equilibri a stretto giro. So per certo che gli allenatori, tutti nessuno escluso, dal più bravo al più scarso, hanno i loro pallini, le loro fisse. Però è raro che un tecnico lasci fuori qualcuno che potrebbe aiutare non poco la squadra per motivi che non siamo, appunto, di rendimento. Di contributo. E' molto raro. 
Su Tonali e Krunic è bene intendersi una volta per tutte. L'offerta del Newcastle al club e a lui era irrinunciabile, inutile farla lunga. Per chiudere una trattativa nel calcio bisogna essere in 3: i club e il giocatore. Stesso discorso per Krunic: importante per Pioli, lo sappiamo, ma non incedibile se non per strategie di mercato. Se i soldi turchi soddisferanno tutti, Rade partirà. Anche in questo caso, significherà che saranno d'accordo tutti e tre.