Il modello del nuovo Milan procura scetticismo nel calcio italiano legato a vecchi schemi. Ballo Tourè e Faivre non si muoveranno. Ora seguite i miglioramenti di Pobega e Caldara

Il modello del nuovo Milan procura scetticismo nel calcio italiano legato a vecchi schemi. Ballo Tourè e Faivre non si muoveranno. Ora seguite i miglioramenti di Pobega e CaldaraMilanNews.it
giovedì 11 novembre 2021, 00:00Editoriale
di Franco Ordine

Avverto, a proposito del primato del Milan, uno strano scetticismo. Non parlo di addetti ai lavori. Proviene in particolare da quelle frange di tifo interista, convinte fin dall’inizio della stagione, che lo scudetto sarebbe stato un duello, corpo a corpo, tra Inter e Juve. Sono rimasti delusi dalla Juve ma non hanno cambiato opinione sul conto del Milan e nemmeno sul Napoli, altra presenza a sorpresa. Anzi, dopo il derby, hanno rilanciato sostenendo le seguenti tesi: 1) l’Inter ha giocato meglio del Milan tranne gli ultimi 5 minuti e creato un gran numero di palle-gol; 2) come l’anno scorso, a un certo punto, il primato del Milan si sgonfierà. Sul primo punto si può aprire la discussione, sul secondo aspettiamo e vediamo. Che l’Inter abbia avuto più occasioni da gol, è documentato, che il Milan abbia sofferto nella prima mezz’ora del secondo tempo è altrettanto certo, ma tutto ciò non può cancellare le 11 giornate di campionato precedenti. E qui vengo al tema centrale della discussione. Chi sarebbe stato capace di procedere alla media del Milan attuale (10 successi e 2 pareggi) dopo aver affrontato ben 5 scontri diretti (Lazio, Juve, Atalanta, Roma e Inter), contando sul secondo miglior attacco (26 gol segnati) e la seconda miglior difesa (11 reti subite), senza perdere da oltre sei mesi, precedente datato 26 aprile a Roma con la Lazio?

Al quesito di cui sopra va aggiunta una considerazione fondamentale. Ed è la seguente: il fatturato in classifica è stato centrato nonostante una striscia di indisponibili come nessun altro. Si spiega così il motivo per il quale Calabria, Saelemakaers, Leao, Krunic, sono arrivati stremati alla sosta non avendo avuto il ricambio necessario a causa degli infortuni di Castillejo, Messias, Florenzi, Ibrahimovic, Giroud, il covid di Theo Hernandez e Diaz. Facciamo una prova: togliamo il centravanti titolare a qualcuna delle prime sette-otto squadre della serie A e vediamo cosa succede. Ibra fin qui ne ha giocate 2 di partite intere (Roma e derby) per tralasciare Giroud. E allora come si spiega, nonostante questi imprevisti, il primato del Milan? Ecco il cuore della questione.

Perché sono in pochi a riconoscere la novità del modello del Milan che è piantato su alcuni inediti pilastri: 1) non rincorrere le folli richieste di calciatori e agenti, così da non da pagare pegno con le partenze di Donnarumma e Calhanoglu, anzi quasi clamorosamente traendone vantaggio; 2) inseguendo la sostenibilità del bilancio riducendo il monte stipendi e provando a rialzare gli incassi da sponsor in epoca post-covid; 3) cementando le tre anime del club, con la piena intesa tra Gazidis, l’area tecnica e lo staff tecnico più squadra.

La concorrenza invece, e in particolare l’Inter, è ancora legata al vecchio modello pre-covid: io azionista devo solo perdere una montagna di soldi per assicurare giocatori da acquistare a cifre e stipendi folli che poi gli agenti portano via a parametro zero per incassare provvigioni sostanziose.

A Milanello infine si respira insomma un clima che ricorda gli anni beati di Ancelotti senza disporre degli stessi fuoriclasse perché la condivisione di programmi, idee calcistiche, aggiunta a gioventù, bravura dello staff e personalità dell’area tecnica sorretti dalla solidità dell’azionista, è molto più importante di qualunque altro fuoriclasse. Per concludere l’argomento: nessuno può prevedere il futuro, è evidente che la condizione per resistere fino in fondo passa attraverso la salute del suo gruppo.

Ultimissime dal mercato: fonti societarie assicurano che su Ballo Tourè e Faivre non c’è alcun intervento riferito al prossimo calcio-mercato di gennaio. Piuttosto mi sembra utile continuare a seguire con attenzione i miglioramenti in atto di Pobega (a Torino con Juric) e Caldara (a Venezia con Zanetti) perché potrebbero tornare utilissimi al prossimo giro.