Infortuni: non c'è più tempo per le indagini, bisogna intervenire subito. Pioli non rischia, ma deve cambiare anche lui

Infortuni: non c'è più tempo per le indagini, bisogna intervenire subito. Pioli non rischia, ma deve cambiare anche luiMilanNews.it
lunedì 13 novembre 2023, 10:28Editoriale
di Pietro Mazzara

 Il tempo delle riflessioni profonde è quasi finito. Il Milan ha la necessità di agire e di risolvere i problemi, anche a costo di prendere delle decisioni importanti. L’ultima sosta per le nazionali sarà l’arco temporale nel quale la dirigenza rossonera dovrà prendere la situazione in mano in maniera definitiva, accelerando quel processo d’analisi dei problemi fisici che stanno affliggendo la squadra in maniera sistematica da quattro anni. Non quattro giorni. Perché il problema degli infortuni non è più rimandabile e ciò che accade sotto gli occhi di addetti ai lavori e tifosi è frutto di ciò che accade dentro Milanello. Il calendario intenso e fitto lo hanno tutti, ma se questo numero così alto di lesioni muscolari si vede solo al Milan, allora vuol dire che qualcuno sta sbagliando. E nelle aziende così come in ogni posto di lavoro, chi sbaglia e arreca danno, viene allontanato. 

Non è facile andare a toccare certi equilibri che riguardano il gruppo di lavoro di un allenatore, che ha le sue responsabilità sotto il punto di vista tecnico, ma se serve a limitare i danni, allora è giusto che vengano prese delle decisioni importanti. E' possibile che in settimana - vista la sosta - ci sia un confronto tra dirigenza e allenatore per affrontare ulteriormente il problema degli infortuni. Un problema serio, grave, che depaupera la rosa di elementi fondamentali che, con le loro assenze, portano la squadra a indebolirsi e a non ottenere risultati sul campo. Pioli, nella conferenza stampa post Lecce-Milan ha cercato di buttare la palla in tribuna, affermando che il problema c’è ma che non ne conosce la genesi. Non sarà solo ed esclusivamente colpa del suo staff, di certo ci sarà anche una percentuale di predisposizione agli infortuni da parte dei calciatori, ma se solo otto di loro – fino ad oggi – non hanno avuto nessun problema, viene difficile credere che non si sappia la macroarea che dà origine ai problemi. E' tutto, tristemente e maledettamente, doloroso.

Lettura dolorosa che c’è stata a Lecce nella gestione della partita, con lo stesso canovaccio di Napoli. Doppio vantaggio in trasferta a fine primo tempo, con una prova convincente e poi uno sgretolamento nella ripresa inspiegabile e inaccettabile che ha portato a epiloghi simili, ovvero che partite che sembravano vinte, si sono trasformate in due pareggi dal gusto amarissimo e con quello di Lecce che, per un minuto e mezzo, era diventato una sconfitta meritata, con il VAR che ha richiamato il pessimo Abisso (sua la colpa dell'espulsione di Giroud) per far annullare il gol di Piccoli, sul quale Maignan aveva combinato un pasticcio clamoroso.
 

Pioli, nonostante questi risultati scadenti nelle ultime partite di campionato, non è a rischio esonero, anche perché sul mercato non ci sono allenatori pronti a prendere la squadra a stagione in corso (toglietevi Conte dalla testa) né, tanto meno, alternative vere che possano garantire una scossa. Ma questa sicurezza del posto non deve essere data per scontata dallo stesso Pioli. Sarebbe il più grave degli errori che potrebbe commettere.

La vittoria con il Psg, dunque, diventa una sorta di fuoco di paglia, che però tiene apertissimo il discorso qualificazione, ma è in campionato che le cose preoccupano perché è facile reggere mentalmente contro il Psg, ma i blackout tecnici e mentali avuti con Napoli, Udinese e Lecce sono qualcosa che non fa star bene nessuno. A fine anno si tireranno le somme, ma per poter far tranquillizzare le acque, ci sarà bisogno in una serie di risultati in campionato e Champions che facciano riprendere fiducia ai tifosi nei confronti di Pioli (che a Lecce non si è sottratto al confronto, ma ha agito nel rispetto dei regolamenti), la cui popolarità è scesa al minimo storico.