La fine del sogno scudetto e l'inizio del vero campionato. Pioli deve avere coraggio a cambiare anche in difesa

La fine del sogno scudetto e l'inizio del vero campionato. Pioli deve avere coraggio a cambiare anche in difesaMilanNews.it
lunedì 22 febbraio 2021, 14:04Editoriale
di Pietro Mazzara

Il peccato originale è stata la sconfitta con lo Spezia. Una battuta d’arresto che ha innescato un vortice di negatività che ha coinvolto anche le partite con Stella Rossa e Inter. Perché se il Milan avesse vinto al Picco, la sconfitta di ieri sarebbe stata meno amara anche se avesse significato sorpasso. È dal fischio finale di Doveri che penso al cammino rossonero che è stato, fino a questo momento, costante e, per lunghi tratti, esaltante. È che quando un ragazzo normale si mette insieme ad una ragazza bellissima ma sa che, forse, quella ragazza è forse troppo per lui. Se riuscirà a tenersela stretta, allora avrà vinto, se arriverà qualche ragazzo più attraente di lui e se la porterà via, saprà che si sarà goduto dei grossi momenti e, ritornando ad una fascia più consona ai suoi canoni, saprà essere migliore. Ecco, il Milan ha flirtato con lo scudetto fino ad una settimana fa, ma è arrivata l’Inter a prendersi le chiavi dell’attico del campionato e, salvo suicidi o infortuni di massa, credo che sia destinata a rimanerci fino alla conquista dello scudetto. Bisogna essere oggettivi e obiettivi: ieri la squadra di Conte ci ha tritati sotto tutti i punti di vista e questo lo sanno bene tutti i giocatori e l’allenatore, oltre alla dirigenza. Perché è stato tutto così palese da impedire ogni forma d’appello.

Nessuno cerca alibi sulla sconfitta, ma ora bisogna prendere e rialzare la testa. A partire da giovedì sera, contro la Stella Rossa, dove il passaggio del turno è fondamentale per il morale della squadra e per presentarsi all’Olimpico di Roma con quella fame di vittoria che, nelle ultime due settimane, sembra essersi placata. Anche perché da dietro arrivano su forti, come ha dimostrato l’Atalanta che ha battuto il Napoli così come Lazio e Roma hanno intrapreso un cammino costante. Ecco, il Milan deve ritrovare costanza nelle prestazioni e nei risultati, deve tornare a segnare con i suoi attaccanti e ritrovare quegli equilibri che ieri, l’Inter, ti ha spezzato definitivamente andando a colpirti proprio sulle tue pecche. Una di queste, ad esempio, è stato Alessio Romagnoli.

Il capitano milanista ha sofferto, per l’ennesima volta, la sfida con Lukaku dal punto di vista fisico e tecnico. Il belga è un animale, una forza della natura che quando ti prende i primi quattro passi di corsa, ti fa secco. Alessio, duole dirlo, soffre tutti quei giocatori forti fisicamente o estremamente veloci, sia di gambe sia di testa, ed è giusto che possa finire anche lui sul banco degli imputati. Capisco che è difficile prendere la decisione tecnica di panchinare il tuo capitano, ma con un giocatore come Tomori che aveva fatto bene in tutte le gare disputate, è ora che anche Romagnoli venga messo in discussione. Perché, da fuori, si ha la sensazione che il ragazzo abbia interrotto quel percorso di crescita che Sinisa Mihajlovic aveva intravisto in lui alla Sampdoria e per il quale fece spendere 25 milioni a Berlusconi per prenderlo dalla Roma. Così come Alexis Saelemaekers è in una fase involutiva preoccupante. Da equilibratore del binario a giocatore spaesato. È come se dopo l’espulsone con il Cagliari si sia rotto qualcosa, tra indisponibilità per squalifica e problemi fisici. Su Calhanoglu, almeno, c’è l’alibi del covid che gli ha stroncato la forma fisica, ma anche il turco non può commettere errori come quelli nel derby.

Ora testa alla Stella Rossa e poi alla Roma, con quale attacco lo scopriremo nelle prossime ore in base alle condizioni di Ibrahimovic e Mandzukic. Ma il campionato del Milan, ovvero quello per il 2°, 3° o 4° posto, inizia oggi.