La sconfitta brucia ma il Milan merita l'onore delle armi

Potrà sembrare un paradosso ma la sconfitta del Milan subita a Genova contro la Sampdoria mi brucia meno dei tre pareggi consecutivi ottenuti tra le mura amiche di San Siro. A Marassi ho visto un Milan molto determinato che nel secondo tempo, quando per 42 minuti è stato costretto a giocare in 10 contro 11 a causa dell'espulsione di Bonera, ha lottato col coltello tra i denti. Magari ci fosse stato il medesimo animus pugnandi in altre circostanze. I rossoneri proprio in inferiorità numerica hanno giocato addirittura meglio rispetto alla prima frazione. Sconfitta che merita l'onore delle armi con l'amarezza di aver sprecato tre nitide palle gol che avrebbero potuto mettere al sicuro il risultato. Chi sbaglia paga e allora il rigore e il gol al 92' (cross dalla destra di Mannini e colpo di testa di Pazzini che anticipa Oddo) sono una logica conseguenza di un risultato finale che ci penalizza. Addio sogni di gloria. All'inizio di stagione era obiettivamente molto difficile ipotizzare di confrontarsi alla pari con le prime della classe. Strada facendo sono poi saltate fuori carenze e limiti accentuati dai molteplici guai fisici patiti dagli interpreti più rappresentativi. D'altronde nelle ultime 6 partite di campionato il Milan ha raccolto 1 vittoria, 2 sconfitte e 4 pareggi; gol segnati 8, e gol subiti 8. Se poi allarghiamo il discorso alle ultime 9 (8 di campionato e 1 di Champions) lo score è di appena 2 vittorie, 3 sconfitte e 4 pareggi con 8 gol all'attivo e 12 al passivo. Con un simile ruolino di marcia è impossibile pretendere di vincere lo scudetto. In ogni caso siamo andati ben oltre le pessimistiche previsioni di partenza. Eppure nel momento in cui, per ben due volte, ci siamo ritrovati a ridosso della capolista abbiamo sperato che si verificasse il miracolo. Certo fa rabbia aver gettato al vento ghiotte opportunità, normale quindi prendersela col mondo intero.
Col Presidente che, impegnato sul altri fronti, non ha più elargito un euro per potenziare la squadra. Con la società che quel poco denaro di cui disponeva lo ha investito male: i 15 milioni sborsati per Huntelaar sono esagerati visto che il Milan aveva in casa Alessandro Matri ceduto al Cagliari per 2,5 milioni di euro. Campagna acquisti dunque assai deludente (la Roma con i prestiti di Burdisso e Toni è in vetta alla graduatoria!!). Amantino Mancini a Genova ha clamorosamente sbagliato il colpo del k.o evidenziando la sua attuale pochezza. Già il brasiliano ex interista, una delle scelte incomprensibili effettuate dalla società, così come Adiyiah, Viudez, Cardacio, Onyewu che avrebbero dovuto arricchire il parco giocatori del Milan. E invece si sono rivelati autentici oggetti misteriosi. Soldi quindi spesi male. Con maggior oculatezza (e competenza) quel denaro poteva essere impiegato in maniera più consona, cercando di scovare sulla piazza un emulo di Lucio (costato all'Inter solo 6 milioni di euro!!!!). Sul piatto delle recriminazioni mettiamoci pure i numerosi infortuni che hanno impoverito ulteriormente l'organico proprio prima dello sprint finale. E qui vengono chiamati in causa i medici e i preparatori atletici. Evidentemente qualche errore devono averlo commesso pure loro se in due anni abbiamo avuto 63/64 infortunati e ben 12 giocatori sottoposti a operazioni chirurgiche. A Leonardo bisogna fare un monumento, ma neppure lui è immune da rilievi. In alcune partite si è intestardito puntando su schieramenti discutibili con giocatori fuori ruolo ( Huntelaar sulla destra, Oddo difensore centrale....) in altre non ha apportato correttivi in corsa che avrebbero potuto salvaguardare meglio il risultato. Non c'è quindi un unico capro espiatorio ma diversi corresponsabili. Ognuno dei quali deve recitare il mea culpa.
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