Leo come Ancelotti. Milan, che cuore!

Leo come Ancelotti. Milan, che cuore!MilanNews.it
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lunedì 19 aprile 2010, 00:00Editoriale
di Andrea Distaso
Nato a Milano il 08-07-1983. Redattore e speaker dell'emittente radiofonica Radio Milan Inter. Telecronista di Eurosport ed Infront.

Mettere paura alla lanciatissima Samp di Del Neri in 10 uomini, in inferiorità numerica dal 9° della ripresa, non è cosa da tutti. Sfiorare la vittoria in almeno tre occasioni, dopo aver subito la rete del pareggio e nel contempo l'espulsione di Bonera, rasenta l'impresa. Cose da non tutti i giorni, insomma, fuori dall'ordinaria amministrazione; a meno che tu non abbia un carattere di qualità superiore, figlio di un DNA da vincenti che non si è mai perso nemmeno nelle ultime tribolate stagioni rossonere. Il Milan di Leonardo non fa eccezione, seppur al termine di un percorso lungo e snervante da molteplici punti di vista, anche in un pomeriggio che si è rivelato maledetto per molti versi( oltre al danno, la beffa delle sicure assenze a Palermo di Bonera, Borriello e Ambrosini). La 6a sconfitta in campionato, quella che ripone definitivamente nel cassetto le speranze di mantenere viva fino in fondo la lotta scudetto, arriva paradossalmente al termine di una delle migliori esibizioni della formazione meneghina. Una battuta d'arresto maturata peraltro nel corso del secondo minuto di recupero, quando mai e poi mai Cassano e compagni avrebbero pensato di risolvere la contesa a proprio favore. Anzi, per quanto visto nei secondi 45 minuti, se c'era una squadra che avrebbe meritato, ai punti, di portare a casa l'intera posta, quella era proprio il Milan. Dopo l'episodio che ha stravolto l'andamento del match, il tecnico brasiliano ha proposto una difesa a 4 del tutto improvvisata, con Zambrotta ed Antonini sugli esterni e Oddo nell'inedita posizione di centrale al fianco di Thiago Silva. Un pacchetto che ha retto alla grandissima, sino alla zuccata beffarda di un Pazzini fin lì annullato a ripetizione.

L'espulsione di Bonera ha avuto inoltre il merito di restituire forza e idee a quei giocatori che nella prima parte avevano latitato del tutto o in parte, vedasi Seedorf e soprattutto Ronaldinho: entrambi costretti ad una gara di grande sacrificio ma altrettanto abili nel tentare di far ripartire rapidamente l'azione. Compito reso possibile anche dalla maestosa prestazione di un Borriello in versione mondiale, capace da solo di tenere sotto scacco l'intera retroguardia blucerchiata. Nella giornata che relega il Milan ad una poco nobile mini-lotta per conservare la terza posizione dall'assalto di Samp e Palermo, è tempo già di bilanci e di confronti; paragoni inevitabili, ad esempio, con l'ultima stagione dell'era Kakà. L'uomo sacrificato sull'altare per ragioni di bilancio e per volontà di ridimensionamento societario e mai sostituito del tutto nel cuore dei tifosi né dal punto di vista tecnico. E a chi sostiene, con tanto di numeri alla mano, che il campionato attuale sia molto deficitario rispetto a quello 2008/09, noi rispondiamo di andare a rileggersi cosa si scriveva (o cosa scrivevano loro stessi) nella scorsa estate a proposito di un gruppo in cui regnava l'incertezza e pieno di vere e proprie scommesse. Un po' di coerenza non guasterebbe, la stessa che, a questo punto, dovrebbe far considerare strepitoso il lavoro di Ancelotti anche nella sua ultima annata a Milanello, a dispetto delle critiche ingenerose piovute da “molto in alto”. Ancelotti come Leonardo, questo è un raffronto che ci piace. Grandi allenatori e persone di classe sopraffina: percorsi e carriere incredibilmente differenti, eppure accomunate dalla “colpa” di non aver saputo prevalere sui rivali cittadini con campagne acquisti/cessioni al limite del ridicolo. Accomunati dalla decisione di abbandonare una barca che naviga a vista, il tutto in una storia in cui confusione, scelte di cuore e necessità fanno da protagoniste assolute.