Lo scudetto del bilancio

Non è stata esattamente una settimana memorabile per chi ha il Milan nel cuore. Iniziata con l'amarezza successiva al pari contro una Juventus molto mediocre, che rischia di aver messo la parola fine ai sogni scudetto. Proseguita con i colpi roboanti delle rivali e la forte sensazione che il Club rossonero resti solo a guardare.
Un'operazione come quella di Vlahovic a gennaio esalta chi la fa e deprime i tifosi delle altre squadre. Poi c'è chi si può consolare con uno scudetto appena vinto, un altro probabilmente in tasca e pure l'arrivo di un giocatore davvero forte come Gosens. Amarezza, tanta comprensibile amarezza. Mentre le altre comprano anche oltre le loro necessità, in via Aldo Rossi si preferisce guardare ai conti e lasciare la rosa così, di fatto monca dopo aver perso un giocatore come Kjaer e aver lasciato colpevolmente vuote alcune caselle in estate (vedi trequartista). La sensazione è che manchi sempre 1 per fare 31, che l'obiettivo sia sempre il piazzamento in Champions League (che garantisce tanti milioni) e mai, davvero, il traguardo più importante. Nei confronti di Elliott bisogna essere riconoscenti: ha preso il Milan in una situazione disastrosa. Oggi sta sistemando i conti economici e ha ridato credibilità sportiva al Club.
Dopodichè è necessario fare lo step successivo e non accontentarsi di essere un'Atalanta cui va bene restare in pianta stabile nell'Europa che conta, senza vincere però mai un campionato. Una squadra di calcio è un'azienda, ma risponde anche a logiche diverse, come quelle sportive, soprattutto se hai la storia e il seguito dell'Ac Milan.
Bene la sostenibilità, ma guardando altrove capiamo che per vincere bisogna investire. E investire non significa buttare soldi. E' un peccato, in questo senso, non aver sfruttato i due anni di assenza della Juventus dai piani alti. Occasione più unica che rara. Il risultato è che a gennaio le altre si sono tremendamente rafforzate e il Milan no.
E questi 'sacrifici' non sono valsi nemmeno il rinnovo di giocatori importanti a scadenza: in estate altri due lasceranno a parametro zero (altro boccone amaro da ingoiare). Nessuno avrebbe preteso un acquisto oneroso come quello di Vlahovic, ma semplicemente qualche sforzo in più, che avrebbe trasmesso dall'alto la voglia di lottare fino in fondo.
Quella che voglia che fatica ad arrivare come messaggio: viceversa, il Club è caldissimo sullo scudetto del bilancio e lo Stadio. Dopo tanti anni di insuccessi è difficile, se non impossibile, accontentarsi di piazzarsi. Non può appartenere al Milan. Mai.
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