Londra: poche storie, nessun alibi. CDK e altri, bisogna distinguere tra risorse e problemi. Sta sulle spalle di Pioli ricompattare i ranghi

Londra: poche storie, nessun alibi. CDK e altri, bisogna distinguere tra risorse e problemi. Sta sulle spalle di Pioli ricompattare i ranghi  MilanNews.it
venerdì 7 ottobre 2022, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Le lezioni servono se da queste si apprende. E' una condizione indispensabile verso la conoscenza e l'esperienza. Il Milan di Pioli a Londra era alla decima partita in Champions in un anno, quindi la spiegazione del clamoroso flop non può essere una scarsa conoscenza, perché abbiamo già visto dal Porto e dalla Dinamo Zagabria - prima che dalle altre rivali di questi 12 mesi - quanto elevati siano ritmo, qualità, intensità, ferocia, attenzione, determinazione sui terreni europei.

ll Liverpool è rimasto 30 anni senza vincere il titolo in Premier ma, come ben sappiamo, nel mezzo ci ha messo 4 finali di Champions, di cui 2 vinte. Martedì un'Inter demoralizzata e a sua volta con assenze importanti, inferiore ai catalani, ha giocato una gara impeccabile (per 90' più recupero) quanto a concentrazione, ferocia, umiltà. A prescindere dal risultato che avrebbe potuto essere diverso, ma che secondo me i nerazzurri hanno strameritato contro una squadra presuntuosa, inconcludente e leziosa. Quando vuole (Manchester in EL, Liverpool dopo l'imbarcata iniziale, il doppio confronto con l'Atletico, le prime uscite contro Salisburgo e Dinamo Zagabria) anche per il Milan è così. Quando vuole, il Milan c'è. Deve volerlo, appunto. A Stamford Bridge i rossoneri sono inciampati nel filo e hanno staccato la spina. Un black-out mentale che ha paralizzato la gamba e i pensieri. Troppo limitativo, riduttivo e sbrigativo prendersela con le assenze e con i sostituti. Sono stati infatti alcuni titolari acclarati a toppare per primi: difesa sfilacciata e titubante, centrocampo sovrastato fisicamente, attacco evanescente salvo gli strappi di Leao. E' stata la peggior partita del dopo lockdown, al cospetto di un avversario ancora alla ricerca della sua identità, ma dotato di individualità di razza.

Il Chelsea annaspa da inizio stagione, ma il nuovo allenatore comincia a plasmare alcuni concetti che sono apparsi chiari: squadra compatta, corta, aggressiva, con svariati lampi di alta fattura. Tutto è ancora aperto in Europa, ci sono 4 squadre in 2 punti. Non ho dubbi che si trarranno frutti dalla lezione inglese. Rifuggo dai processi sommari, pessimisti e distruttivi, benché in momenti come questo (è sempre così) una posizione diversa dalla critica spietata generi il timbro dell'aziendalismo supino per chi non conosce la storia. E sono in molti. Semplicemente, mi rifiuto di mettere in discussione 3 anni di duro lavoro e di ascesa per il primo tracollo da molti mesi a questa parte, pur con i limiti evidenziati a Londra. Ho visto anche io le incertezze di Tatarusanu, le prestazioni incolori di Dest, DeKetelaere, Giroud, le incertezze di Krunic, la titubanza di Tonali e Bennacer. Al di là dell'impegno che non è in discussione: quando vai in barca e naufraghi, il panico ti offusca. Bisogna però saper distinguere tra risorse e problemi: CDK è una risorsa, non un problema, come lo sono gli altri. Bisogna applicarsi, lavorare, crescere anche attraverso i ceffoni. Punto sulla serietà di tutti.

Il Milan ha cambiato pelle: senza Kessie, finito in panchina al Barcellona e invece così tatticamente importante nello schieramento rossonero soprattutto per il suo senso di copertura delle falle, e con due trequartisti che si alternano ma entrambi con spiccata vocazione offensiva, si è scelto un atteggiamento diverso. Oggi la squadra occupa più stabilmente la metà campo avversaria come prima forma di difesa, ma se gli altri non te lo permettono e ti vengono ad aggredire in trincea, le cose si complicano. I blues lo hanno fatto molto bene. E' quindi anche un fatto di atteggiamento, modulo, posizioni ed è ciò che sembra avere un rodaggio più lungo, date le prestazioni alterne ma che - permettetemi - sono state più numerose in senso positivo, fino ad oggi.Quindi prendi, incarta e porta a casa, ma rifletti su quello che non funziona e su ciò che funziona benissimo. Arriva una Juve rinfrancata da Bologna e Maccabi, non male come occasioni di riscatto. I bianconeri a mio avviso restano strutturalmente inferiori anche al cospetto di un Milan rimaneggiato, bisognerà però riempire tutti i secchi vuoti appoggiati sulle sponde del Tamigi. Pioli è costretto a inventarsi qualcosa soprattutto sulla fascia destra impoverita e claudicante: è l'allenatore, con la sua pacatezza e capacità di analisi, il grande salvagente della scialuppa in mare aperto. E' lui che può riportarci a riva. Io ci credo e credo anche - fermamente - nella voglia di riscatto di tutti, da subito.