Riecco i Milanisti. L'allenatore di tutto il Milan. Muscoli e cattiveria. Non siamo più soli.

Riecco i Milanisti. L'allenatore di tutto il Milan. Muscoli e cattiveria. Non siamo più soli.MilanNews.it
sabato 25 maggio 2024, 00:03Editoriale
di Mauro Suma

Mi mancavano i Milanisti e ieri li ho ritrovati. Forse mi sarò sbagliato io o forse come spesso accade sarà solo colpa mia, ma era ormai da un pò che facevo fatica a ritrovarli. Cosa strana, mai successa da quando, dal 1969, vivo e respiro per questa squadra. Nessuno si diverte ad arrabbiarsi e le ragioni per farlo ci sono e ci sono state per come è fatto il calcio, ma cosa volete farci ormai con il passare degli anni le convinzioni si radicano. E i Milanisti li riconosco quando sono come ieri, sentimentaloni anche se ieri non si è vinto nulla, romantici, con la lacrimuccia facile, riconoscenti, generosi d'animo. E ieri, nelle ore successive al comunicato del club e di Stefano Pioli, li ho riconosciuti tutti, al bacio. Per molte ore niente veleni, niente offese, niente minacce, niente insulti, ma solo cuore aperto, cuore dolce, parole buone, parole belle. Merito dell'umanità del Mister, ma anche di un modo di salutarsi fra la società e Pioli molto vero, molto bello, molto trasparente. Nessuno dei due ha lasciato l'altro. Si sono lasciati entrambi, prendendo atto entrambi con emozione che era arrivato il momento di farlo. Le cose sono andate così, perchè siamo stati eliminati dalla Roma? No, quando succedono cose così grosse e così profonde, è perchè dovevano succedere. Se il fuoco fosse stato ancora acceso, la Roma l'avremmo eliminata. Come avevamo fatto al tempo di Rangnick, come avevamo fatto dopo Serra e Milan-Spezia. Avevamo tirato dritto. Questa volta invece ci siamo incartati. Colpe? Problemi? Demeriti? No, è il calcio, che viene e che va. E il calcio, questa volta crudele e algido come non mai, ha dettato l'agenda...

Tra ieri e oggi, un solo pensiero. Il futuro può attendere, calma, un attimo. Prima il Mister. Ma so bene che non posso pretenderlo. E allora sia chiaro, ogni negli occhi con tutti. Non ho la minima idea di chi sarà il nostro prossimo allenatore. Ma un fatto è certo: sarà l'allenatore del Milan. Di tutto il Milan. Senza se, senza ma, senza sfumature di distinguo. Questo propone quello e l'altro propone l'altro ancora. Balle. Adoro il Generale Van Bommel, lo adoro da sempre. Ma questa cosa trita e ritrita che Zlatan Ibrahimovic ha il suo candidato di bandiera in Van Bommel è falsa, non è vera. Anche perchè sottintenderebbe altri candidati e altre linee di pensiero, che no non esistono e non ci sono. Quando il Milan farà la sua scelta, sarà come tutte le scelte del calcio. La si fa e la si sostiene, la si fa e ci si mette in discussione, la si fa e ce se ne prende la responsabilità. Ma senza entrare nel merito del nome, entro nel merito del metodo. Totalmente collegiale, condiviso e da team che prende il mare della stagione tutto compatto e tutto unito.

A proposito di futuro, anche di mercato se vogliamo. Quando ci saremo lasciati alle spalle Milan-Salernitana e tutte le sue emozioni, tornerà quella voglia di blindatura, di chiavistello, di solidità dietro. Che tante volte quest'anno ci ha fatto sentire esposti ai venti e agli spifferi delle partite. E allora? Chi prenderà il Milan? Torno per un attimo al comunicato con cui i nostri ragazzi della nostra Curva annunciavano il loro silenzio ai primi di maggio contro il Genoa: "La nostra protesta ha come unico obiettivo, quello di incentivare la società a proseguire nella linea d’investimenti intrapresa la scorsa stagione, puntando su un allenatore che sappia stimolare il gruppo e valorizzare i giovani, facendo acquisti mirati nei ruoli lasciati scoperti questa stagione". Tutto giusto, tutto condivisibile. E allora dopo che il Milan dei quasi 100 gol di quest'anno ci ha fati divertire molto in attacco, non resta che aggiungere a questa idea e questa costruzione l'altro Milan, quello che non trema e non fa passare la qualunque in difesa. In questo senso mi trovo in perfetta sintonia con i due nuovi acquisti che il Milan intende fare al pronti-via del mercato. Eccoli: muscoli e cattiveria. Sono esattamente quelli che ci servono. Avanti.

Ultima postilla. Sul fronte nuovo stadio, senza entrare nelle vicende altrui, negli ultimi anni a Milano siamo stati sostanzialmente soli. Noi a San Donato Milanese e basta. Nient'altro. Un comune di Milano traccheggiante e l'Inter formalmente concentrata su Rozzano, ma senza una struttura di progetto effettivamente consolidata e sostenuta da fatti e investimenti vista anche l'assenza sostanziale della proprietà negli ultimi tre anni e fisica nell'ultimo anno. Ma oggi che anche l'Inter ha cambiato proprietà e che anche l'Inter deve far quadrare i conti, non solo del mercato ma anche dei debiti e del mega-bond, sul futuro dello stadio o degli stadi a Milano non saremo più soli. E la sensazione iniziale è che sia un fatto positivo. Vedremo.