Un divano duro come un sedile di legno. La lettera a Mr. O’Leary. Allegri e Italiano come Fischer e Spasskij

A te, campo, sommo giudice!
Solo tu dirai se abbiano ragione gli scettici e i dubbiosi che hanno dato l’insufficienza, o un sei scarso, al mercato del Milan. Un voto che è la somma di 5 (difesa) più 5 (centrocampo) più 5 (attacco). È aritmetica, signore e signori!
Domando se sia possibile dare 5 al centrocampo, uno dei più forti del campionato, e all’attacco, con Leao, Nkunku, Pulisic e Gimenez.
O piuttosto darai ragione, o prato verde, a quelli che, come me, pensano sia stata una eccellente campagna di rafforzamento, da definirsi ottima se si fosse aggiunto un difensore di esperienza.
La partita di domenica, avversario un Bologna ammirato contro l’ostico Como, comincerà a rivelare la reale forza e le ambizioni di questo Milan, che deve sfruttare massimamente la sfortuna di non giocare le Coppe.
A proposito, si avvicina il primo martedì di Champions League e già cominciano a venirmi fitte in tutte le parti del corpo. Sarà dura, durissima rimanere seduto su quel divano di casa mia, scomodo e rigido come un sedile di legno di uno scompartimento di terza classe. Ricordate? Su quei treni a vapore di inizio ventesimo secolo.
Tutto mi sarei aspettato, ma non di rimanere fuori dall’Europa. Sarò ripetitivo, ma non mi sto ancora abituando, perché “Milan non è Italia, Milan è Europa!”, per dirla alla Zlatan Ibrahimovic.
Entrate voi ogni giorno a casa il martedì, il mercoledì e il giovedì, con le valigie e gli zaini che sembrano guardarmi tristi, su quello scaffale del ripostiglio.
Aprite voi la cassetta delle lettere per trovarci dentro una lettera intestata di una compagnia Low Cost, che chiede, preoccupata, perché il 30 agosto, giorno dell’uscita delle date di Coppa, non abbiano ricevuto le solite otto prenotazioni, lamentandosi per il mancato contributo della famiglia Pellegatti, affezionata cliente di tutti gli anni.
“Caro Mr. O’Leary, non scriva a me, ma a coloro che, con scelte curiose e improbabili, hanno costretto il Milan a un urfido ottavo posto!” Così ho risposto al CEO di Ryanair.
Solamente un campionato al vertice, che veda i Ragazzi lottare per lo Scudetto, potrebbe parzialmente consolarmi di un autunno, di un inverno e di una primavera solo italiani. Come detto più volte, credo molto a Massimiliano Allegri, alla sua ieraticità, degna di un sacerdote del Monte Athos, nei momenti più complicati. Alla sua capacità di saper isolare il gruppo e metterlo sotto la coperta della sua personalità, quando fuori tira, gelido, il vento delle critiche.
Ora attendo le sue scelte, ancora obbligate, la prossima domenica, ma pronto a scatenarsi, nelle successive partite, per trovare la formula più consona alle caratteristiche dei suoi giocatori. Una volta Max ha confessato: “Raramente ho finito una stagione con il modulo usato all’inizio del campionato!”
Sarà una festa doppia quando il tecnico livornese schiererà un attacco con Pulisic, Nkunku, Leao. Doppia innanzitutto perché sono sicuro che mi divertirei troppo a vedere gli incroci, negli ultimi trenta metri, dei tre campioni rossoneri. Poi perché significherebbe che la squadra abbia già raggiunto quella compattezza e quella organizzazione che le permetta di schierare tre punte là davanti.
In questo senso sarà avvincente anche la sfida tattica di Allegri contro Italiano. Chiudo gli occhi e il ricordo andrà alla sfida del secolo del 1972, quando, a Reykjavik, lo scacchista russo Boris Spasskij e lo statunitense Bobby Fischer si affrontarono per il campionato del mondo.
Sarà uno spettacolo nello spettacolo assistere alle mosse dei due tecnici, che non giocano certo per la patta, ma per un clamoroso Scacco Matto!
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