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Bellinazzo: "FIGC e Lega avrebbero dovuto fare controlli più severi su Mr Li. Il ricorso al Tas? Con un giudizio coerente con le norme precedenti il Milan ha speranze"

ESCLUSIVA MN - Bellinazzo: "FIGC e Lega avrebbero dovuto fare controlli più severi su Mr Li. Il ricorso al Tas? Con un giudizio coerente con le norme precedenti il Milan ha speranze"MilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
domenica 1 luglio 2018, 17:00ESCLUSIVE MN
di Redazione MilanNews
fonte Intervista di Thomas Rolfi

Marco Bellinazzo, giornalista de "Il Sole 24 Ore" ed autore del libro "La fine del calcio italiano: Perché siamo fuori dai Mondiali e come possiamo tornarci da protagonisti", è stato intervistato in esclusiva da MilanNews.it per fare chiarezza sulla situazione societaria rossonera, dal futuro della proprietà passando per la sentenza UEFA e le possibilità del club rossonero di vincere il ricorso al Tas.

La volontà di Li Yonghong è di bluffare o di non vendere il Milan?

"Li Yonghong è un enigma sotto tutti i punti di vista. Credo che fondamentalmente il regista di tutta l'operazione resti il fondo Elliott. L'unico che ha messo soldi certificati. Qualora Li vendesse il Milan senza l'apporto di Elliott, semplicemente facendo rimborsare il prestito, guadagnerebbe gli interessi ma sarebbe privato del guadagno relativo alla cessione del Milan ad un prezzo più alto. Il fondo Elliott può vendere il Milan anche a 450/500 milioni. Il fondo Elliott ha garantito il suo prestito con il Milan, quindi entrerebbe in possesso del Milan e potrebbe venderlo a chi vuole. A meno che non ci siano clausole che non conosciamo, al creditore dai dei beni in pegno, se non paghi il creditore si rifà sul bene. Quando chiedi un mutuo devi garantire con un bene che vale di più di quello che è il prestito. Elliott ha tutto l'interesse ad entrare in possesso del Milan e a cederlo ad un soggetto che possa offrire la restituzione del prestito, gli interessi e consentire ulteriori margini di guadagno. Elliott ha sempre operato così sul mercato".

La famiglia Ricketts potrebbe già avere un abbozzo di accordo con Elliott?

"Da quello che mi risulta Commisso ha tentato di trattare direttamente con Li Yonghong, mentre i Ricketts si sono mossi facendo sponda su Elliott, avendo già rapporti precedenti col fondo americano. Loro hanno sempre fatto leva con i rapporti con il fondo Elliott".

Lo scenario più probabile quale sarebbe?

"A rigor di logica non penso che il fondo Elliott a questo punto possa farsi sottrarre il Milan con una operazione come quella che stava tentando di fare Commisso. A maggior ragione se Li Yonghong non trovasse i 32 milioni per restituire il debito per l'ultimo aumento di capitale. Commisso potrebbe dare quei soldi se trovasse un accordo con Li Yonghong, ma non credo che quest'ultimo abbia tutta questa libertà di manovra rispetto al fondo Elliott".

Chi c'è dietro all'acquisto del Milan?

"Credo che Li Yonghong abbia fatto da intermediario in tutta questa operazione, rispetto a soggetti che non riusciamo ad identificare, che hanno gestito l'operazione e che hanno avuto dal fondo Elliott il loro perno fondamentale, colui che ha garantito l'acquisto. L'altro 50% che non ha prestato Elliott è arrivato da paradisi fiscali, da soggetti che non sappiamo chi siano. Potrebbero essere altre istituzioni finanziarie che a loro volta possono aver agito sotto gli interessi di altri. Questo aspetto mai chiarito è stato alla base di tutta la sentenza UEFA. E' da un lato deludente da un lato comprensibile che la UEFA abbia cacciato fuori il Milan in un contesto giuridico un po' forzato, pur avendo una valida ragione che è quella legata ai dubbi sulla proprietà. Questi dubbi sulla proprietà non dovevano sorgere nell'ambito del settlement che non ha mai riguardato la proprietà ma i conti del club in quanto tale. Detto questo c'è un problema di fondo che nessuno si può più permettere di non guardare, a partire dalle istituzioni calcistiche italiane, e parlo di Federazione e Lega, che hanno permesso l'acquisto da parte di un soggetto che attorno aveva tutte queste zone d'ombra. In un sistema di libertà d'impresa nessuno può impedire a Li Yonghong di comprare il Milan, ma la Lega e la Federazione, con il controllo su questo tipo di operazioni, avrebbero potuto negare l'accesso e l'iscrizione alla Serie A e alla Lega. Non si può pretendere che la Federazione e la Lega facciano quello che fa la Guardia di Finanza, ed è difficile anche per loro tracciare pagamenti provenienti da paradisi fiscali. Quando si crea una situazione del genere la Lega può dire "va bene, se la proprietà di un club mio associato presenta queste caratteristiche di opacità, nel mio campionato non gioca". Perché può portare danno di immagine, come si è procurato. E' un danno economico e di immagine non solo per il Milan ma anche per la Serie A. Non posso negare l'acquisto a Li Yonghong, ma posso mettere dei limiti all'iscrizione del campionato a nuove proprietà che non diano la possibilità di tracciare e certificare i pagamenti con cui è stato acquistato il club, che non mettano alla luce del sole quel minimo di solidità economica che permettano di dare continuità al club, la partecipazione al campionato e alle coppe europee".

In vista del ricorso al Tas, le speranze del Milan passano unicamente al cambio di proprietà?

"La valutazione del Tas può andare anche oltre ai margini normativi sul Fair Play Finanziario ed essere più ampia, guardare alla proprietà e alla solidità. Da un lato è un vantaggio se cambi proprietà da un lato uno svantaggio, se ci fosse un giudizio strettamente legato alle norme a mio avviso paradossalmente il Milan avrebbe qualche speranza in più, di essere rimandato alla UEFA e sanzionato con un settlement severo ma non con l'esclusione delle coppe. Il Tas andrà anche oltre, valuterà l'insieme, è evidente che se non ci saranno elementi di cambiamento, a partire da un nuovo proprietario e socio, ma anche da una presenza più rassicurante di Elliott. Senza questi elementi di discontinuità vedo difficile un cambio di rotta drastico. Al massimo mi aspetto che il Milan possa essere rinviato dalla UEFA, potrebbe esserci un'indicazione dal Tas di sanzionare il Milan senza l'esclusione dalle coppe. Un giudizio più coerente sulle norme del settlement agreement. Sul voluntary si va a guardare la proprietà ma non sul settlement, non è stato mai fatto. Fa parte delle norme che sono state introdotte dal giugno 2018, ma il Milan non va giudicato con le norme dal giugno 2018 ma quelle precedenti. Non dovevano entrare queste motivazioni perché la UEFA è andata oltre. Una proprietà che non può porre nulla di certo e le istituzioni calcistiche italiane hanno paura ad avallare questa situazione che hanno determinato a creare per la farraginosità delle norme".