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Bucciantini: "Su Rangnick ho dubbi. Gigio? Il più forte al mondo. Bennacer giocatore con le palle"

ESCLUSIVA MN - Bucciantini: "Su Rangnick ho dubbi. Gigio? Il più forte al mondo. Bennacer giocatore con le palle"MilanNews.it
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lunedì 4 maggio 2020, 16:30ESCLUSIVE MN
di Gianluigi Torre

La redazione di MilanNews.it ha intervistato Marco Bucciantini. Con il giornalista, opinionista e scrittore di Sky abbiamo parlato del momento che sta attraversando il calcio italiano, delle problematiche che sta vivendo il Milan e siamo andati ad analizzare alcuni giocatori rossoneri, tra cui Ibrahimovic, Donnarumma, Theo e Bennacer. Queste le sue parole.

Di fronte ai tantissimi problemi che si stanno creando per far ripartire il calcio, che idea ti sei fatto? 

"Non è una situazione che ci differenzia dagli altri. Io ho sempre sperato che il calcio non si sentisse superiore alla vita. Invece, in questi mesi, quando ho sentito troppa volontà di pensare a quando ricominciare i campionati, ho visto il calcio un po' superiore. I calciatori si sono comportati benissimo questo periodo. Piano piano, con l’avvicinarsi della fase 2, si sono tutti messi in attesa e in tutta Europa le federazioni calcistiche si sono portate avanti per ricominciare. Se guardi bene la Germania è la più vicina a ricominciare, ma ha rimandato la data in cui deciderà quando iniziare. In Francia hanno già deciso di non giocare, mentre noi, insieme a  Spagna e Gran Bretagna, non abbiamo ancora preso una decisione. L’Italia non è lo stato che ha più contagiati e morti, ma è prima per distacco nelle polemiche: ogni ora abbiamo il bisogno di sapere quando, come e perché si gioca. Il Calcio è sia vita che economia, però lasciamo lo Stato a decidere".

Nel caso il campionato dovesse fermarsi, prenderesti come modello la scelta della Francia?

No, non sono d’accordo nel cristallizzare una stagione in cui mancano ancora troppe partite. Il senso del girone all’italiana è che tutte affrontano tutte. Arrivare a dodici giornate alla fine significa che non tutte hanno affrontato le stesse squadre, e questo secondo me è il dato che condiziona di più una valutazione: io sono per riprendere il campionato, ma senza fretta. A me l’idea dei Play-off non piace, ma se è l’unica soluzione si può anche fare per dare una conclusione a questa stagione".

Passiamo al Milan. Secondo te, Pioli meriterebbe di essere confermato?

Io stimo Pioli, anche come uomo. Sa nascondere in fretta quello che non funziona in una squadra e sa esporre velocemente quello che funziona. Il Milan con Pioli è ripartito dal “giorno uno”, perché ha risolto dei problemi dalla trequarti in su che erano evidenti. L’arrivo suo e di Ibrahimovic ha semplificato e selezionato il buono che c’era, quindi ho visto un inizio di un qualcosa. L’Inter, ad esempio, ha bruciato 6-7 allenatore bravissimi. Finchè non hai un progetto serio, non puoi pensare di fare sempre un passo avanti, anzi, c’è il rischio di farne due di lato e uno indietro. Io sono favorevole alle conferme, perché se fai una scelta, e la pensi bene, potrebbe essere quella giusta. Con Giampaolo si è commesso l’errore di non saper aspettare. Rangnick mi incuriosisce, ma voglio vedere il giorno uno del Milan, soprattutto in società".

Puntando su Rangnick non c’è il rischio di sbagliare ancora?

“Bisognerebbe capire che tipo è Rangnick. Se è svelto nel prendere in mano la situazione e se è capace di svoltare. In generale, quando progetto una rivoluzione devo anche prendere il momento giusto di questi condottieri. Sacchi venne a Milano che aveva 40 anni, ed era nel momento della massima energia psicofisica che doveva trasmettere. Tutti i suoi concetti non erano corrosi dalla ripetitività. Rangnick arriva in un momento in cui il suo messaggio si è anche un po’ consumato, nonostante abbia una grande idea di calcio. Se lo scelgono, però, mi iscrivo alla curiosità di vederlo, anche se ho i miei dubbi”.

Con l’addio di Boban e i dubbi su Maldini, c'è la possibilità che Ibrahimovic non rinnovi?

"Senz’altro, anche se non so quale sarà il futuro di Maldini. È chiaro che se arriva Rangnick vuol dire che hai concluso il tentativo di Ibrahimovic, e hai concluso anche quel senso di milanismo che era rimasto. Però così si torna punto a capo. Il Milan piazzi una decisione e poi la protegga e la sostenga per mesi. Poi bisogna anche vedere se questa stagione si conclude, se no come si fa a valutare l’operato? È difficile poter parlare di futuro in questo momento".

Capitolo Donnarumma, cosa deve fare il Milan?

"Io non ho mai creduto al fatto che ne vendi uno bravo e migliori la squadra. Per ragionare così devi essere ad un livello superiore. È successo nella storia dello sport, quando il Basket Caserta vendette il capocannoniere Oscar e comprò altri giocatori vincendo poi il campionato. L’anno prima però era finalista. Il Milan non è arrivata così in alto da poter dire ‘Rinuncio al portiere così posso mettere lo stipendio di 6 milioni su una seconda punta’. La classifica del Milan è reale, e le squadre che sono davanti, sono lì da almeno tre anni. Il Milan deve ricominciare dai giocatori forti, non può ricominciare dai mediocri. Se l’obiettivo è migliorare, Donnarumma resta. Per me Gigio è un grandissimo portiere. Nel ruolo di difesa della porta, in questo momento, è il più forte del mondo".

Ti aspettavi un impatto così importante di Theo Hernandez in Serie A?

“Sinceramente no, e faccio i complimenti a chi l’ha visto. Non me l’aspettavo perché faceva fatica a imporsi in una grande squadra. Al Milan, invece, quelle che erano le lacune sono diventati i pregi. In un momento in cui il Milan non scorreva, Theo ha dato coraggio alla squadra. La spensieratezza è genuina perché fatta di forza tecnica e forza fisica. Bravo anche Giampaolo a metterlo in campo in cui serviva spensieratezza e bravo Pioli a valorizzarlo”.

Come vedi, invece, la stagione di Bennacer?

Con Pioli non ha iniziato benissimo, ma poi ci ha creduto. Bennacer ha un pregio: se sbaglia tre passaggi provando a mettere la palla in punto ben preciso e sbaglia, la quarta volta prova lo stesso. Non si spaventa dei suoi errori, e questa è personalità, che in quel ruolo è fondamentale. È uno che ascoltava i fischi e si è sempre preso le sue responsabilità. Nella sua carriera ha fallito a Londra, ma un ragazzo come lui che ne esce così bene e con personalità, vuol dire che ha le palle. Se sveltisce la realizzazione delle buon idee che ha, diventrebbe un regista davanti alla difesa coi fiocchi.”

Cosa ne pensi di Tonali?

“Lo vedrei bene in coppa con Bennacer. Tonali interno, Bennacer centrale e un interno dall’altra parte un po più bravo nella fase di non possesso. Tonali è un fenomeno, e per me è uno dei tre migliori acquisti possibili del calcio europeo. Se il Milan prende Tonali vuol dire che ha l’idea giusta per ripartire.”

Sapendo che sei un amante del Tennis, questo Milan a quale tennista lo paragoneresti?

“Mi viene in mente Alexander Zverev. È promettente, ha potenzialità, però sembra che ogni tanto deve sempre ricominciare da capo. È forte, ma gli manca quel qualcosa che ha da sbloccare”