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F. Galli: "Ricevere la maglia del Milan mi ha emozionato. Calabria è un giocatore di valore, Gigio più unico che raro"

ESCLUSIVA MN - F. Galli: "Ricevere la maglia del Milan mi ha emozionato. Calabria è un giocatore di valore, Gigio più unico che raro"MilanNews.it
© foto di Studio Buzzi srl
mercoledì 23 settembre 2020, 18:00ESCLUSIVE MN
di Manuel Del Vecchio
fonte intervista di Manuel Del Vecchio

Filippo Galli, con le sue 3 Coppe dei Campioni e i 5 campionati vinti con la maglia rossonera, rappresenta un pezzo di storia del Milan davvero importante. La redazione di MilanNews.it lo ha contattato in esclusiva, e con l’ex Responsabile del Settore Giovanile rossonero abbiamo parlato del momento del Milan, di Paolo Maldini e dei tanti giovani che sono alla base del progetto guidato da mister Pioli.

Dopo tanti anni nel mondo Milan l’anno scorso ha annunciato l’inizio di un nuovo progetto. Cosa fa oggi Filippo Galli?

“Io devo ringraziare Demetrio Albertini, presidente del Settore Tecnico della Federazione, che mi ha chiamato a svolgere un ruolo secondo me importante che è quello di “Responsabile del corso per responsabili di Settore Giovanile”. La Federazione ha istituito lo scorso anno questo corso di cui ho la responsabilità rispetto ai contenuti, alla struttura e ai docenti che partecipano al corso. In più faccio parte della sezione per lo sviluppo del calcio giovanile in Italia”.

Qualche giorno fa sui social ha pubblicato un video in cui scartava emozionato un regalo inviatole dal Milan: la prima maglia rossonera di questa stagione. Cosa vogliono dire questi colori per lei?

“Sono sempre stato tifoso del Milan, ho avuto la fortuna di giocarci, e oggi ho avuto la fortuna di tornare ad essere “soltanto” un tifoso. È ovvio che ricevere un regalo prezioso come la nuova maglia del Milan mi abbia emozionato. Questo è quello che evidentemente ho trasmesso in quel video. Io ho fatto il Settore Giovanile, la Prima Squadra, ho allenato nel Settore Giovanile e poi sono diventato Responsabile del Settore Giovanile. Direi che ho assunto diversi ruoli e ho legato gran parte della mia vita calcistica al Milan, in più ripeto sono stato tifoso e questo chiude il cerchio”.

Quali sono stati i momenti in rossonero, sia da calciatore che da dirigente, che ricorda con più piacere?

“Da calciatore direi la vittoria del primo campionato nell’era di Sacchi, il debutto col Verona con l’allenatore Castagner, il debutto in Serie A con il Verona, Milan-Verona 4-2, poi ovviamente la vittoria della Coppa dei Campioni nel 1994 ad Atene, la finale vinta 4-0 contro il Barcellona. Da dirigente i momenti sono stati anche quelli tanti, quando hai a che fare con i giovani la quotidianità ti regala sempre dei momenti unici, soprattutto nella relazione con i ragazzi. Non saprei specificare un solo momento, sono tanti e quindi parlo di relazione con i ragazzi e con tutte le persone che hanno lavorato nei miei nove anni di Responsabile del Settore Giovanile. Quindi dico le relazioni che si sono create con queste persone”.

Paolo Maldini ha speso belle parole per Davide Calabria. Il terzino rossonero, dopo un periodo difficile, sembra essere tornato ancora più motivato:

“Calabria ha attraversato un momento di difficoltà nella seconda parte della scorsa stagione e tutti gli sono andati addosso, però Calabria è un giocatore di valore. Io non credo che il Milan se ne vorrà privare, penso che Calabria sia un giocatore che su quella fascia può davvero dare tanto al Milan e le ultime partite, queste di inizio di stagione, ci hanno fatto rivedere un Calabria sui suoi standard”.

Gabbia è pronto per la Serie A?

“Gabbia è pronto per la Serie A, sta giocando, ha giocato anche nella scorsa stagione, sta facendo del suo meglio. Ha fatto un’importante esperienza due anni fa fuori. Pioli lo sta riproponendo, anche se è vero che ci sono delle defezioni dovute ad infortuni: Romagnoli, Duarte e Musacchio sono fuori. Però mi sento di poter dire che Gabbia ha dimostrato di poterci stare. Poi spetta alla società decidere, anche per una questione legata agli infortuni, decidere se intervenire nel reparto arretrato”.

In questo periodo il Milan sta facendo delle scelte riguardo il percorso di diversi giovani provenienti dalla Primavera. Se Colombo e Maldini rimarranno in rossonero, facendo la spola fra Prima Squadra e Primavera, Pobega e Brescianini sono stati mandati in prestito. Secondo lei qual è la miglior opzione per facilitare la crescita di un giocatore oppure possiamo dire che bisogna valutare singolarmente ogni caso?

“Non c’è una regola che vale per tutti, credo che poi la società debba valutare quali sono i ruoli in cui pensa che i giocatori possano essere più funzionali al progetto tecnico e quindi tiene in rosa un giocatore che può occupare un determinato ruolo ma anche che ha già acquisito uno sviluppo di carriera di un certo tipo. Oppure preferisce tenere un giocatore all’interno perché ritiene che allenandosi con la prima squadra possa migliorare piuttosto che andare a fare un’esperienza fuori. Davvero non c’è una regola. Pobega è in prestito allo Spezia ed è già stato una stagione fuori al Pordenone, Brescianini è andato all’Entella, c’è Sala che è un 2001 che nessuno nomina ed è andato al Cesena. Credo che ci siano una serie di giocatori, Colombo stesso piuttosto che Daniel Maldini, che abbiano delle qualità importanti e poi è sempre il palcoscenico del calcio di un certo livello che potrà dire se potranno rimanere in pianta stabile in un club importante come il Milan. Io credo che la società valuti per ciascuno il percorso migliore per la loro affermazione definitiva”.

Lei di giovani ne ha visti davvero tanti, quindi le chiedo: quanto è raro trovarne uno come Gigio Donnarumma?

“Da quando aveva 12 anni era conosciuto da tutti. Poi un po’ perché il fratello era con noi, in precedenza, nel settore giovanile, un po’ per l’intervento del dottor Galliani che è stato decisivo, alla fine Donnarumma è venuto da noi e non in tutti gli altri club che lo volevano. Da noi ha fatto un certo tipo di percorso, ha bruciato le tappe ed è arrivato in prima squadra ovviamente grazie a qualcosa di genetico che lui aveva e però anche grazie ad un percorso e alla possibilità di esprimersi in un certo contesto, con Mihajlovic che l’ha fatto esordire. Diciamo che è vero, Donnarumma è un caso più unico che raro come si suol dire. Però poi ci sono tanti altri giocatori che adesso sono in giro, qualcuno ancora nell’ambito del Milan, che hanno la possibilità, perché hanno fatto un percorso di conoscenza di gioco del calcio, di poter arrivare presto a dire la loro anche in un palcoscenico come quello di San Siro”.

Per un attaccante giovane e talentuoso come Leao quanto è importante avere un punto di riferimento come Zlatan Ibrahimovic?

“Ibrahimovic credo che sia un punto di riferimento per tutti, non solo per gli attaccanti perché è uno che sprona tutti al meglio durante gli allenamenti e che poi risulta decisivo in partita. È importante sia in gara che in allenamento, non è fondamentale solo per Leao ma lo è per tutta la squadra. Speriamo che continui così perché sta dimostrando davvero di essere un atleta e un giocatore straordinario”.

Dopo diversi anni in cui ha diviso lo spogliatoio con Maldini calciatore, si aspettava un Maldini dirigente? L’operato del Direttore Tecnico rossonero sembra essere davvero positivo e sta iniziando a dare i suoi frutti:

“Io credo che la società stia lavorando bene in generale, Maldini può avvalersi dell’apporto di Massara che è un grande conoscitore del mercato internazionale e quindi diciamo che c’è un management che sta facendo bene. I risultati sono ancora da vedere e l’obiettivo è quello di arrivare nei primi quattro. La squadra mi sembra completa, ci sono dei risultati oggettivi: il lavoro si sta facendo bene e in team fra Maldini, Massara, Gazidis e ovviamente tutta la proprietà che poi permette di muoversi sul mercato in un certo modo”.

La scelta Pioli, che è la scelta della tanto agognata continuità, la soddisfa?

“È quello in cui è stata brava la società, l’aver letto il contesto e aver deciso di tenere Pioli dandogli continuità. Questo perché Pioli ha dato uno stile, un’identità alla squadra ben precisa. Il fatto che sia stato confermato lo dimostra”.