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Perrone: "Il Milan non esce ridimensionato dal derby. Calhanoglu del 2020 era un'altra cosa..."

ESCLUSIVA MN - Perrone: "Il Milan non esce ridimensionato dal derby. Calhanoglu del 2020 era un'altra cosa..." MilanNews.it
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martedì 23 febbraio 2021, 12:00ESCLUSIVE MN
di Manuel Del Vecchio

Per commentare il periodo difficile dei rossoneri, e in particolare la sconfitta di domenica nel derby, la redazione di MilanNews.it ha contattato in esclusiva Roberto Perrone. Queste le considerazioni del noto giornalista sul momento del Milan:

Come ne esce il Milan dalla partita di ieri? “L’Inter per me è stata sempre molto più forte, non da ieri, quindi diciamo che il Milan ha fatto qualcosa di straordinario fino a questo punto. Siamo a fine febbraio e il Milan ha ancora i numeri per lottare per lo scudetto. Diciamo che esce ne esce secondo, com’è classifica dietro l’Inter. Diciamo che non c’è niente di scandaloso in questo, c’è stata una squadra che era ed è molto più forte e l’ha dimostrato. Il Milan ha tentato con quello che aveva, almeno all’inizio della ripresa, di rimettere in piedi la partita e si è trovato davanti un portiere bravissimo, uno dei più bravi del mondo. Non credo che il Milan ne esca ridimensionato, il Milan ha fatto di più di quello che dicevano le sue forze. Credo che possa comunque non consolarsi ma ripartire con lo spirito che lo ha animato fino ad ora e provare a reagire a questa sconfitta con la tranquillità. Ha fatto una stagione al di sopra delle proprie possibilità, già questo è buono”.

In molti hanno criticato la prova dei due centrali, ma le brutte prestazioni di Kjaer e Romagnoli sono arrivate anche a causa del modo di difendere deciso dal mister. Pensa che Pioli abbia sottovalutato gli svantaggi dell’approccio scelto per affrontare l’Inter? “Il Milan ha fatto il suo gioco. L’Inter forse in Italia è stata la prima con Conte a fare la famosa partenza dal basso, allora Pioli ha tentato di impedire il gioco agli avversari o comunque indurli all’errore, ma non ci è riuscito. Credo che il centrocampo sia fondamentale, quello dell’Inter è superiore non solo a quello del Milan ma anche a quello della Juve. Poi a me Tonali non ha convinto completamente fino ad ora, e probabilmente non ha convinto neanche Pioli perché se Bennacer fosse stato disponibile sarebbe stato lui il titolare. Conte è riuscito a trovare l’equilibrio, e quando lo trovi allora hai risolto un sacco di problemi. Ha fatto un sacco di fatica perché anche lui aveva un centrocampo un po’ ballerino, però adesso ha trovato tutta la quadratura, ha trovato Perisic che era un esterno che difendeva poco e ora difende. Il Milan era riuscito a superare le sue debolezze a centrocampo, per un anno è andato oltre le sue possibilità. Adesso la vera lettura, la vera chiave, è capire la reazione. È stato avviato qualcosa e mi auguro che il Milan lo certifichi. Secondo me a centrocampo bisogna trovare qualcosa di più, i centrocampisti devono fare più gol. Nell’Inter ci sono questi centrocampisti, nella Lazio e nell’Atalanta anche. Nel Milan mancano e ieri si è visto. Ibra ieri ha avuto due occasioni e si è trovato davanti un grande portiere e si è un po’ inceppato, sono mancate le alternative”.

Quindi secondo lei si sente molto il mancato apporto di Calhanoglu: “È stato molto sfortunato, è stato infortunato, ha avuto il Covid… Sicuramente la sua stagione è stata zavorrata però sicuramente il Calhanoglu che abbiamo visto nell’anno solare 2020 era un’altra cosa”.

Mister Pioli deve prendere in considerazione l’idea di dover cambiare modulo? Ibra nelle ultime gare è sembrato troppo isolato, e se non segna lui non segna nessuno: “Il Milan è un meraviglioso equivoco nel senso che ha fatto un anno straordinario con un attaccante di quasi 40 anni che gioca come me quando giocavo a pallone. Io sono un po’ robusto per usare un eufemismo, quindi il segreto degli attaccanti robusti o anziani è quello di farsi trovare al posto giusto al momento giusto. Lukaku può correre avanti e indietro, Ibra no. Finora è stato determinante perché si è fatto trovare sempre al posto giusto al momento giusto, anche ieri per due volte gli è riuscito. È chiaro che però non basta. Se trovi un portiere forte, se le occasioni sono meno di quelle che pensi, se l’avversario come diceva Sacchi è ostico e agnostico poi non riesci a segnare. La chiave palla lunga a ibra e vediamo cosa succede non può coprire tutto. Non credo ai cambi di modulo, credo che il Milan abbia costruito questo anno straordinario su questo modulo e su questo modo di giocare, non so neanche se è in grado di cambiare a questo punto. A gennaio è stato chiamato Mandzukic ma mi sembra che non trovi grandissimo spazio perché è un clone di Ibrahimovic, quando c’è Ibra c’è Ibra. La differenza più che il modulo la fanno i giocatori. Adesso il Milan ha scommesso su Ibra. Quando è tornato io avevo tanti dubbi, perché oltre all’effetto mediatico di questo ritorno clamoroso non pensavo che fosse un acquisto giusto per il Milan perché credevo che dovesse costruire in prospettiva futura. Ibra cosa ti può dare? Non credevo che facesse quello che ha fatto, ammetto di essermi sbagliato. Ha fatto un anno straordinario. Ora tra gli interrogativi che ci sono c’è il futuro, e il futuro non possono essere di certo Ibrahimovic e Mandzukic. Sono due attaccanti che sono nel girone di ritorno avanzato della loro carriera. Il Milan si è rilanciato dopo tanti anni, ora però devi operare per continuare a ricostruire. L’attacco ora è da ripensare. La vera punta non può essere Ibra per quanto gli auguri di durare ancora. Ma per quanto tempo può durare? Mi auguro che possa continuare a stupire, ma penso che durerà ancora un anno. Leao non basta. Nel momento in cui hai avviato una macchina che si sta rivelando competitiva devi aggiungere. Solo con Leao non credo che basti. Bisogna pensare al futuro, trovare qualche giovane interessante”.

Il Milan rimane comunque la squadra più giovane del campionato: “Ma il Milan infatti è pieno di giovani, ha trovato un equilibrio giusto tra anzianità vincente e giovinezza rampante, ce l’ha ancora perché ha una buona classifica. Sta facendo una grande stagione, deve continuare così e aggiungere tasselli che poi gli permettano di continuare su questa strada".

Pioli ieri ha detto che non bisogna dimenticarsi di dove ci si trovava solo un anno fa: “Io me lo ricordo perfettamente, sono un vecchio affezionato del Grifo e l’ultima partita prima del lockdown il Milan ha perso contro il Genoa a San Siro, sembrava essere in una situazione drammatica. Poi ha fatto un grande campionato estivo, fu primo come punti dalla ripresa. Però non conta niente, ha preso comunque l’ultimo posto disponibile per l’Europa League, il Milan doveva fare qualcosa di più. Perbacco, l’ha fatto. L’ha fatto e adesso ha posto le basi per una ricostruzione. Adesso ha perso il derby e la vedo dura che possa superarla, però i numeri non lo condannano ancora al secondo posto. Potrebbe succedere, difficile, che riesca a riprendersi… Magari l’Inter farà dei passi falsi. Ripeto, difficile. Però i margini numerici ci sono. Il Milan ha fatto una grande stagione e deve cominciare a programmare, seppur con tutti i limiti del caso perché siamo in mezzo a questa tragedia che colpisce tutti, chi nella vita e chi nelle finanze. Il calcio deve fare dei conti, il Milan ha fatto bene trovando l’equilibrio con questi due-tre santoni della vecchia guardia e una ciurma di ragazzi promettenti, vada avanti su questa strada e torni competitivo. Credo la conquista italiana dell’Europa ha bisogno del Milan per la sua tradizione e per la sua abitudine al calcio europeo che le altre squadre non hanno. Il posto occupato dal Milan è stato preso da altre squadre che non sono riuscite a fare quello che normalmente facevano i rossoneri. Il Milan è un bene del calcio italiano, mi auguro che continui nel suo ritorno ad alti livelli”.