Nocerino: "Milan, la svolta è stato il ritorno di Ibra. Volevo finire la carriera in rossonero, ora spero di tornarci da allenatore"

Nocerino: "Milan, la svolta è stato il ritorno di Ibra. Volevo finire la carriera in rossonero, ora spero di tornarci da allenatore"MilanNews.it
© foto di Jacopo Duranti/TuttoLegaPro.com
martedì 30 marzo 2021, 12:51Gli ex
di Enrico Ferrazzi

Antonio Nocerino, ex giocatore rossonero, è stato intervistato da Carlo Pellegatti per il suo canale YouTube e ha rilasciato queste dichiarazioni: 

Sul suo nome che fa parte della storia del Milan: "E' bello perchè mi gratifica. Io non avevo le qualità di gente come Seedorf e Ronaldinho, ma sono comunque riuscito a lasciare il segno. Vuol dire che con il mio lavoro e i miei sacrifici le persone si ricordano anche di me. E' un motivo di orgoglio per me". 

Su Ibra: "E' molto difficile da marcare, chi lo marca ha sempre bisogno di aiuto. Lui attira a sè gli avversari. Fin dal primo allenamento con lui ho capito che a lui non piaceva solo fare gol, ma anche fare assist. Da fuori, durante le prime partite, vedevo che lui creava tanti spazi che si potevano sfruttare". 

Sull'intesa con Ibra: "Lui ha delle qualità incredibili. Quando veniva incontro, chiedeva sempre a noi di inserirsi alle sue spalle. Io ho iniziato a farlo e da lì è iniziato tutto. In quella stagione siamo stati una delle coppie più prolifiche del campionato". 

Sull'arrivo al Milan: "Quando sono arrivato al Milan, ho preso il 22 e si è detto di tutto visto che era stata la maglia di Kakà. La mia più grande soddisfazione è stato far ricredere chi era scettico al mio arrivo. La tripletta contro il Parma è stata fantastica, mai avrei pensato di fare tre gol in uno stadio come San Siro". 

Sulla lotta con la Juventus nel 2011-2012: "Vincere lo scontro diretto a San Siro avrebbe dato una grande mazzata alla Juve e noi saremmo usciti ancora più forti da quella partita. E' una ferita ancora aperta perchè secondo me la storia del Milan è cambiata quell'anno. Se avessimo vinto quello scudetto, avremmo vinto ancora tanto negli anni successivi. Con lo scudetto, tanti giocatori non sarebbero andati via". 

Sui tanti addii al termine di quella stagione: "Li ho vissuti molto male. Mai avrei pensato di piangere per l'addio di qualche giocatore. Prima dell'ultima gara contro il Novara, già mi mancavano certi giocatori. Per me era stata una mazzata allucinante". 

Su Inzaghi: "Pippo era allucinante. Nel suo gol al Novara, si è avvertito l'amore che c'era tra i tifosi e il Milan. C'era tanta gente che piangeva in tribuna al gol di Pippo, quella è stata una giornata che non dimenticherò mai". 

Sui suoi anni al Milan: "Il Milan mi ha dato emozioni ogni giorno, sono ancora molto legato a tutto l'ambiente rossonero. Umanamente è un altro mondo, la gente che lavora al Milan è di un altro pianeta. Quando arrivi al Milan, devi pensare solo a giocare, tutti ti trattano come se fossi un loro figli. Per questo, andare via da questa società non è mai facile. Non è facile trovare certe cose in altri ambienti. Il mio sogno era finire la carriera al Milan, mi sentivo uno di loro. In quel periodo, dopo i tanti addii, non c'erano grandi campioni, eravamo tanti giocatori normali con una maglia più grande di noi. Da lì sono iniziati gli anni difficili del Milan. Io ho sofferto tanto perchè non davamo quello che il Milan meritava. Non eravamo campioni, avevamo bisogno dell'aiuto di grandi campioni". 

Sul Milan di Pioli: "Aver portato Ibra al Milan è stata la svolta. Nessuno dei giocatori che c'erano, si era allenato con un campione. Quando ti alleni con un campione devi dare sempre di più ogni giorno, non ti puoi accontentare. Questo ha dato la scossa a tutto l'ambiente. Con Ibra non si scherza, lui vuole vincere sempre. L'autostima, la voglia e la mentalità è cambiato con il ritorno di Zlatan". 

Sul suo ritiro: "Ho smesso perchè non mi sentivo più a mio agio nel mondo del calcio. Ho fatto delle scelte sbagliate negli ultimi anni. Ho smesso perchè non avevo più voglia di giocare, ma allo stesso mi è venuta voglia di allenare".

Su un suo ritorno al Milan: "Io al Milan tornerei a piedi, amo troppo quell'ambiente. Potrei spiegare, per esempio, ai ragazzi del settore giovanile cosa significa stare al Milan. Giocare al Milan non è facile, il Milan è speciale e solo le persone speciale possono stare in un club così. Le persone che lavorano al Milan sono speciali. Mi auguro un giorno di meritarmi l'opportunità di tornare nel club rossonero. Ovviamente bisogna volerlo in due".