Sacchi su Ancelotti: "Lo considero come un figlio. L’ho voluto io al Milan nel 1987, Berlusconi mi disse..."
Arrigo Sacchi, ex tecnico rossonero, ha parlato così alla Gazzetta dello Sport di Carlo Ancelotti che da ieri è tornato ufficialmente sulla panchina del Real Madrid: "Un giudizio su Ancelotti? Se dico che lo considero mio figlio, spero che non si arrabbi. L’ho voluto io al Milan nel 1987, anche se sapevo che aveva le ginocchia malmesse. Convinsi Berlusconi, gli dissi che con Ancelotti avremmo vinto lo scudetto. E in quella prima stagione ebbi modo di apprezzare le doti di umiltà di Carlo. Lui aveva già 28 anni, era nel giro della Nazionale. Un giorno Berlusconi mi disse: 'Lei ha voluto un direttore d’orchestra che non conosce la musica'. Carletto non era ancora entrato nei meccanismi. Gli riferii la frase di Berlusconi e lui mi disse: 'Cosa facciamo?'.
'Semplice, - gli risposi – lezioni in più. Tu vieni al mattino, io chiamo i ragazzi della Primavera e proviamo tutte le situazioni che si possono verificare in partita'. Carlo, che avrebbe anche potuto mandarmi a quel paese, accettò con entusiasmo e s’impegnò più di prima. Questa è la sua forza. E poi è una persona affidabile in un mondo che non sempre lo è. E’ preparato, tenace, modesto. Avete mai sentito un suo giocatore parlare male di lui? Io no".
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