Currò: "Milan, la rivoluzione pare inevitabile. La sconfitta in Coppa Italia può accelerare i tempi"

Currò: "Milan, la rivoluzione pare inevitabile. La sconfitta in Coppa Italia può accelerare i tempi"MilanNews.it
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giovedì 15 maggio 2025, 14:40News
di Redazione MilanNews

La sconfitta contro il Bologna potrebbe accelerare una rivoluzione ormai quasi inevitabile in casa Milan. Lo scrive il giornalista Enrico Currò sul proprio profilo X. Se questa rivoluzione dovesse davvero concretizzarsi - un’ipotesi sempre da maneggiare con cautela, visti i misteri che circondano le dinamiche societarie - è difficile immaginare che si tratti di un semplice rimpasto “gattopardesco”. Stavolta nessuno sembra al sicuro: non solo l’allenatore Conceição e i giocatori, ma anche i dirigenti, a partire dall’amministratore delegato Giorgio Furlani e da Zlatan Ibrahimovic, figura formalmente esterna alla dirigenza ma da tempo coinvolta, anche mediaticamente, nelle strategie del club.

La finale di Coppa Italia, trofeo che il Milan non conquista dal 2003, rappresentava uno spartiacque decisivo, soprattutto alla luce dei risultati dell’Inter, che vola in finale di Champions League dopo aver eliminato il Barcellona. A confronto, la stagione del Milan appare deludente: eliminazione precoce dalla Champions, qualificazione alla prossima ormai compromessa e accesso a Europa o Conference League tutt’altro che scontato. Restare fuori da tutte le competizioni europee dopo aver investito 120 milioni sul mercato sarebbe un fallimento clamoroso, scrive l’importante firma sportiva.

Alla vigilia della finale di Roma, la situazione lasciava aperti due scenari: in caso di vittoria, si sarebbe potuto optare per un cambiamento soft, mantenendo in carica Conceição, Furlani e l’attuale assetto sportivo (Moncada, Cardinale, Ibrahimovic). Ma la sconfitta ha indebolito la posizione di tutti e reso inevitabile la contestazione dei tifosi.

Non solo l’allenatore è in discussione: anche il vertice dirigenziale, guidato da Furlani, è apparso logorato dagli eventi. Sarri e Allegri sono tra i nomi più accreditati per la panchina, con De Zerbi come sogno proibito e Gasperini in orbita. Ma il primo a rischiare concretamente il posto è proprio Furlani, scelto nel 2022 da Elliott per guidare il club al posto di Ivan Gazidis. All’interno della sede del Portello si fa sempre più insistente il nome di Massimo Calvelli, 50enne toscano, ex tennista ed ex CEO dell’ATP. Dal prossimo luglio entrerà in RedBird, fondo di Gerry Cardinale che controlla il Milan, e potrebbe assumere un ruolo operativo nel club - forse anche da amministratore delegato. Nonostante tutto, Furlani non sembra intenzionato a cedere il passo. Nelle ultime settimane ha gestito personalmente la complessa (e per ora infruttuosa) ricerca di un nuovo direttore sportivo, incontrando diversi profili di rilievo, come Andrea Berta, Fabio Paratici, Igli Tare e Toni D’Amico. Il suo indebolimento non dipende solo dai risultati sportivi deludenti, ma anche dai problemi gestionali successivi all’addio di Maldini e Massara. Da allora le spese sono aumentate, i risultati sono calati e il progetto del gruppo collegiale ha mostrato evidenti falle, come nel caso del nuovo stadio a San Donato. Tuttavia, Furlani ha resistito finora a ogni tentativo di ridimensionamento.

Anche Elliott, fondo ancora influente sulla governance del Milan secondo Currò, inizia a manifestare dubbi sulla gestione attuale. Dopo aver affidato il controllo a RedBird nel 2022 con un prestito da 560 milioni (poi rinegoziato), i vertici del fondo americano sembrano meno convinti della leadership di Furlani. Il manager era già stato vicino a un ridimensionamento nel 2024, quando sembrava imminente l’arrivo di Damien Comolli dal Tolosa. Ma la sua determinazione ha avuto la meglio, consolidando la sua posizione nel club. L’eliminazione dalla prossima Champions potrebbe costare circa 100 milioni di mancati introiti. Senza cessioni importanti - Maignan, Theo Hernandez, Reijnders o Leao - sarà difficile evitare un bilancio in rosso. Leao, il gioiello più prezioso, resta in bilico.

Anche la posizione di Ibrahimovic sembra ridimensionata: dopo il flop del progetto Milan Futuro in Serie C, la sua presenza appare sempre più cerimoniale, come ambasciatore del club in occasioni ufficiali, piuttosto che figura decisionale. Tra i possibili volti nuovi per la direzione sportiva si è parlato di Sean Sogliano, oggi al Verona. Più sfumata l’ipotesi di Michele Uva, figura di spicco dell’UEFA, che sembra destinato ad altri incarichi, forse nell’organizzazione dell’Europeo 2032.

Dopo aver vinto solo la Supercoppa Italiana in una stagione grigia, il Milan non può permettersi ulteriori ritardi. La programmazione del mercato estivo, la scelta dell’allenatore e i rinnovi contrattuali (su tutti quelli di Maignan e Theo Hernandez) non possono più attendere, visto che ogni passo falso rischia di far perdere ulteriore terreno ai rossoneri.