Ordine: "Allegri vuole dimostrare di essere capace di trasformare questo Milan in una squadra"

Ordine: "Allegri vuole dimostrare di essere capace di trasformare questo Milan in una squadra"MilanNews.it
Oggi alle 12:48News
di Lorenzo De Angelis

Dopo la vittoria convincente sul Liverpool campione d'Inghilterra il Milan è volato in Australia, direzione Perth, dove nella giornata di mercoledì affronterà la squadra locale dei Perth Glory nella terza ed ultima amichevole di questa tournée. Diverse cose interessanti si starebbero cominciando a intravedere in questo nuovo corso, e pensare che per molti un allenatore come Max Allegri era un bollito, ma non per Franco Ordine, che ha così scritto nel suo commento per Il Corriere dello Sport: 

"Il bollito, a tavola, è “un piatto che unisce le persone grazie alla sua tradizione e al sapore casalingo”. Nel calcio dei nostri tempi, scanditi purtroppo dai maranza dei social tossici e aggressivi, da qualche tempo a questa parte Max Allegri - reduce da una carriera unica - è stato definito, nella più… gentile delle espressioni, “il bollito di Livorno” per via del secondo ciclo juventino chiuso con una sceneggiata (contro Giuntoli) e una modesta coppa Italia esibita in faccia alla tifoseria bianconera salita precipitosamente sul carro del suo successore Thiago Motta prima di scaricarlo poi brutalmente alla prova dei fatti. Al bollito di turno è stato ripetutamente rinfacciato l’uso di un aggettivo (“semplice”) utilizzato per definire il calcio che è poi nient’altro che la risposta genuina alla narrazione scientifica secondo cui le partite di calcio diventano quasi un progetto ingegneristico, colmo di calcoli matematici molto precisi, sulla carta. L’esperienza del calcio italiano e in particolare quella vincente del Milan dimostra invece come sia possibile inseguire e centrare il successo attraverso strade diverse. Nel primo Milan berlusconiano di Arrigo Sacchi, fu stravolta la tradizione e sconvolta la concorrenza con un gioco visionario che segnò la nuova epoca. In quello di Fabio Capello, collezionista di scudetti (4 in 5 anni), fu esaltato il perfezionismo tattico e valorizzata ogni singola virtù. Infine quello di Ancelotti inaugurò la terza via e cioè una spettacolare mediazione tra la strepitosa cifra tecnica (tutti insieme Seedorf, Kakà, Nesta, Pirlo, Shevchenko) e lo stile italiano.   

 Nonostante questi precedenti, dalle nostre parti c’è ancora in circolazione chi diffonde - per inimicizia personale o convinzione religiosa - etichette e pregiudizi con grande facilità dietro cui è possibile decifrare la predilezione per uno stile di gioco piuttosto che per un altro. Max Allegri non è un incantatore di serpenti, non ha mai promesso spettacolari esibizioni («per quelli andate al circo» è la sua battuta sul tema), si è sempre dichiarato fedele alla scuola tradizionale del calcio italiano e dalle sue squadre è possibile cogliere il «sapore casalingo» che significa, per esempio, cogliere nelle qualità dei suoi calciatori caratteristiche da valorizzare. Un esempio? L’idea, in mancanza di un centravanti di ruolo (Gimenez in ferie, l’alternativa da acquistare), di puntare su Leao attaccante centrale pur se partendo da sinistra, una specie di sasso lanciato dalla fionda Pulisic, è la sua trovata esaltata dal primo gol contro il Liverpool e dalla successiva volata chiusa con l’assist comodo per Loftus Cheek. Il bollito di Livorno non ha promesso “calcio dominante” e neppure provato a stupire la platea prenotando lo scudetto - partendo dietro Napoli e Inter sarebbe da folli -. Ha solo una voglia matta di dimostrare che non è ancora bollito professionalmente e di essere capace di trasformare quel che sembrava un gruppo di dotati calciatori senza alcuna identità né guida sicura, in una squadra. Semplice, no?".