Pagni: "Maldini boccia Rangnick ma in realtà rivela lo scontro con Gazidis"

Questo il pensiero di Luca Pagni sul proprio blog personale in merito alla situazione societaria in casa rossonera:
"L’augurio è che alla fine della stagione, qualcuno prenda una decisione. Perché è vero che nella grandi aziende chi comanda, chi ha la maggioranza delle azioni, usi come strategia quelle di mettere i manager l’uno contro l’altro per far emergere il migliore in una sorta di lotta darwinistica. Ma non sarà che al club rossonero si stia esagerando?
Lo diciamo perché è bastata la sconfitta nel derby, per quanto clamorosa ed emblematica delle difficoltà degli ultimi anni, per riaccendere tutte le incognite sulla guida tecnica del Milan. Nel giro di pochi giorni si è letto di tutto. Stefano Pioli che verrebbe riconfermato solo in caso di qualificazione alla Champions o vittoria della Coppa Italia. Max Allegri che potrebbe tornare sulla panchina del suo primo scudetto (oltre che ultimo dei rossoneri). Un paio di candidati dall’estero, dal tedesco Ralf Rangnick allo spagnolo Marcelino.
Il suggerimento che il Bollettino vuole dare ai suoi lettori è molto semplice: nessuna indiscrezione esce per caso e, tranne quelle palesemente inverosimili, tutte sono utili per farsi una idea di quello che sta accadendo. Il fatto che sia ripartito il toto allenatore la dice lunga della 'batosta' a livello psicologico di un derby perso subendo una doppia rimonta, dopo aver letteralmente cancellato l’Inter dal campo nel primo tempo. Perché la fragilità dimostrata in campo si riflette a livello societario.
Perchè è inutile farsi illusioni. Il progetto del Milan non c’è ancora. C’è un idea di progetto. Che viene corretto mese dopo mese. Prima l’idea di puntare solo sui giovani, con un allenatore che insegni calcio ai giovani come Giampaolo. Poi via Giampaolo, ma anche l’inserimento di qualche giocatore esperto. Ma anche questo non ti permette da metterti al riparo da sconfitte dolorose come quella del derby: si è detto che Pioli ha tardato a fare cambi sul 2-1. Ma che doveva fare: si è girato e chi aveva in panchina?
Se il progetto è ancora da costruire, diventa inevitabile che tutti gli attori in ruolo vogliano la parte del protagonista. Si spiega anche in questo modo l’intervista di Paolo Maldini a Sky. per esempio quando ha bocciato senza se e senza ma il possibile arrivo dell’ex tecnico del Lipsia: "Sinceramente, da direttore dell’area sportiva, con il dovuto rispetto, non credo che sia il profilo giusto da associare al Milan".
Ora, siccome la scelta dell’allenatore tedesco è stata attribuita a Ivan Gazidis, il messaggio è partito forte e chiaro: il tecnico lo sceglie l’area sportiva. Così come l’area sportiva ha corretto la scelta di puntare solo sui giovani, ingaggiando un vecchio leone come Zlatan Ibrahimovic: "Chi è stato calciatore, si ricorda benissimo dei momenti di difficoltà quando la partita cambia: in quei momenti ti aggrappi sempre ai giocatori di maggiore esperienza e in questo i giocatori tipo Kjaer e Ibra danno questa sicurezza, ma forse è ancora troppo poco per far crescere velocemente i nostri giovani".
Inoltre, siccome nei giorni scorsi sono state evidenziate difformità di vedute anche tra Zorro Boban e il 'solito' Gazidis, è altrettanto evidente che ci sia una sorta di lotta 'politica' all’interno della società, con le due fazioni che hanno idee diverse su quale debba essere il progetto sportivo. Non lo stadio, su cui sono tutti d’accordo. Ma su quale sia la strada per tornare ai vertici sportivi. In altre parole, Boban e Maldini stanno cercando di tracciare un confine in cui i manager si occupano di conti, ricavi, stadio e sponsor e i dirigenti delle cose di campo.
Situazione comunque in evoluzione, In attesa di un segnale da parte della proprietà ("le valutazioni si faranno a fine stagione", ha detto qualche giorno fa un portavoce del fondo), per i prossimi tre mesi andremo avanti a leggere e a interpretare quello che viene scritto".

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