San Siro domenica ospiterà un derby che profuma di storia (e di addio)
Per la prima volta in 90 anni il derby di Milano si giocherà in un San Siro che appartiene davverso alle sue due anime: Milan e Inter. Un passaggio storico, sigillato dalla firma sul rogito del 5 novembre, che ha trasformato il Mezza da monumento condiviso con il Comune a casa di proprietà dei due club. È un dettagli che pesa, emoziona, cambia la prospettiva, perché ogni passo, ogni grido, ogni gol diventa parte di una storia che verrà scritta finalmente "in casa", almeno fino al 2031.
Ma questo derby non è solo un inizio. È, paradossalmente, anche uno degli ultimi capitoli di un'epoca, perché all'orizzonte c'è il nuovo stagione, il progetto congiunto affidato agli studi Manica & Foster, un impianto da 71.500 posti che dovrebbe sorgere (in teoria) entro il 2031. Una struttura moderna, avveniristica, all'avanguardia, pensata per poiettare le due squadre meneghie nel futuro del calcio europeo e mondiale. Sarà una casa nuova, funzionale, costruita per generare ricavi e spettacolo, ma priva di quel peso emotivo che solo San Siro ha saputo accumulare attraverso decenni di brividi, o almeno così sarà per i primi anni di vita.
Un derby che diventa un ponte tra ciò che è stato e quello che sarà
Questo derby diventa un pronte fragile e potentissimo tra ciò che è stato e cioò che sarà. Da una parte il tempio che ha visto Rivera, i Maldini, Baresi, Van Basten, Shevchenko e Kakà; dall'altra il futuro di vetro, acciaio e tecnologia che attende i club e le generazioni che verranno, con i rispettivi campioni. Giocarlo il derby oggi, in uno stadio finalmente "di famiglia", rende tutto ancora più simbolico, anche perché è come se Milan e Inter potessero cominciare a prendersi un istante per elaborare il saluto alla loro casa.
Il derby di San Siro quello vero, ha gli anni contati, ed è per questo che ogni secondo di questa sfida avrà un sapore unico, irripetibile. Un'ultima scinttilla di magia prima che il futuro prenda forma.

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