Come la Roma ed il Milan hanno messo in difficoltà il Milan

Come la Roma ed il Milan hanno messo in difficoltà il MilanMilanNews.it
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venerdì 12 aprile 2024, 14:00Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

No, non c'è un refuso nel titolo. Nello 0-1 di ieri sera a San Siro c'è ovviamente tantissimo della Roma di De Rossi, che ha fatto tutto quanto in suo potere per portare la partita su certi binari tattici, tecnici e mentali. È giusto riconoscere i meriti dei propri avversari ed uscire dall'ottica che si è da soli padroni del proprio destino in una partita di calcio. Dall'altro canto però è innegabile non riconoscere alcune storture nel piano gara preparato da Pioli, nell'atteggiamento dei calciatori e nella sporcizia tecnica di diversi singoli. Quindi la Roma ed il Milan stesso hanno creato grande difficoltà al Milan. Proviamo a vedere insieme quelle situazioni che, secondo la nostra lettura, hanno frenato i rossoneri, consapevoli comunque che giudicare a posteriori è decisamente facili e che nell'arco dei novanta minuti le variabili sono indefinite: si veda la clamorosa traversa di Giroud nel finale di gara.

EL SHAARAWY - L'ex rossonero è stato schierato da De Rossi largo a destra, sulla fascia sinistra del Milan. Obiettivo: fare tanta densità laterale, aiutato da un Celik che quando vede Rafa Leao si trasforma in un segugio d'altri tempi. C'è voluto tanto sacrificio fisico del numero 92 giallorosso, ma la mossa ha funzionato alla grande. Pioli nel post partita cerca di non darci troppo peso "El Shaarawy a destra non ce la aspettavamo ma non è cambiato niente: Theo e Rafa hanno trovato meno spazi ma abbiamo creato più a destra". Vero, ma solo in parte. Che il Milan abbia creato molto di più a destra è evidente, ma ha portato ad altri due problemi. Il primo è che così facendo è stata neutralizzato il duo Theo-Leao, sempre troppo isolati e sempre troppo accerchiati, mai serviti in posizione calda. Il secondo lo vediamo nel prossimo paragrafo.

SBATTERE SUL MURO - "Theo e Rafa hanno trovato meno spazi ma abbiamo creato più a destra" dice mister Pioli, ed è vero. Lo sfogo offensivo della partita rossonera è stato principalmente sul lato di Calabria e Pulisic. Si è provato a creare la situazione che spesso quest'anno ha portato al gol. L'esterno riceve palla con i piedi sulla linea, terzino e mediano (Bennacer) vanno ad occupare il mezzo spazio, scarico su uno di loro e giocata "a muro" automatica: il terzino o il mediano, in base a chi ha ricevuto, scarica sull'altro, rimasto più indietro, e attacca la profondità, mentre l'esterno è tornato largo per avere spazio sulla fascia (o viceversa, con l'esterno che va dentro e uno tra mediano e terzino che va largo). Ha funzionato? Praticamente mai. La Roma non si è fatta attrarre dalla giocata veloce, rimanendo sulle proprie posizioni, ed il grandissimo lavoro di Cristante ha dato man forte, in base alla necessità, sia al braccetto che all'esterno. Di conseguenza il Milan ha congestionato volontariamente la zona del centro destra per poi trovare l'imbucata per andare al cross o al cut-back, ma non ha mai funzionato a causa delle posizioni degli avversari e della sporcizia tecnica dei singoli. Unica volta che si è riusciti a creare la situazione voluta non è con uno scambio nello stretto ma con una giocata strepitosa di Chukwueze, che ha saltato tre uomini prima di regalare un cioccolatino che Giroud ha clamorosamente scaraventato sulla traversa.

DYBALA INDIGESTO - Alla Roma invece questa giocata a muro, seppur in zone e con distanze diverse, è riuscita. Il Milan ha scelto di pressare alto e con le prime due linee, attaccante e trequartisti, sembrava farlo con criterio ed in un modo organizzato. I dolori sono arrivati a causa delle posizioni di Lukaku e Dybala. Il belga rimaneva altissimo, da perno, con Gabbia e Thiaw costretti a non rischiare alzando la linea visto l'evidente mismatch di velocità in campo aperto. La squadra si è così allungata, dando la possibilità a Dybala di "scendere" tra Reijnders e Bennacer, occupati invece nel duello individuale con Cristante e Pellegrini. Di conseguenza l'ottimo palleggio della Roma ha avuto quasi sempre uno sbocco in verticale, rendendo vano il pressing alto dei rossoneri.

PIEDE INVERTITO - Una delle mosse che mister Pioli effettua spesso ultimamente è quella di schierare i due centrocampisti, o mediani, con il piede invertito. Quindi Bennacer nella zona di destra e Reijnders nella zona di sinistra. Ha senso se si pensa ad una situazione in cui il Milan assedia l'area avversaria, con i due centrocampisti in posizione decisamente avanzata e che una volta ricevuta palla possono decidere sia per il passaggio sull'esterno e sia per il tiro in porta, ma quando gli avversari producono una densità centrale elevata e la posizione in cui si riceve palla non è così a ridosso dell'area diventa un'arma a doppio taglio: chi controlla, per andare sul piede forte, spesso e volentieri perde un tempo di gioco e non rende fluida la costruzione. Come sempre non c'è niente di giusto o sbagliato a prescindere, ma ieri sera si è rivelata una scelta infelice. Non a caso con l'ingresso di Adli al posto di Bennacer, e quindi con un destro sul lato destro, il Milan è riuscito a creare qualcosa in più e a rendere meno leggibile il giro palla.

LOFTUS NÉ CARNE NÉ PESCE - Il numero 8 del Milan è il miglior marcatore della squadra del 2024 e il miglior marcatore assoluto in Europa League. Ieri probabilmente ha giocato una delle peggiori partite della sua carriera in rossonero per scelte tecniche sbagliate e difficoltà nel trovare la posizione più adatta in campo. Tra le linee è stato inghiottito dalla densità centrale della Roma ed è stato impossibilitato nell'esibirsi nei suoi consueti strappi palla al piede, quando ha riempito l'area non è mai stato servito dai compagni, che come abbiamo spiegato prima hanno trovato enorme difficoltà a liberarsi in fascia per poi andare al cross. Mettiamoci infine la marcatura horror che porta al gol di Mancini... Evidentemente non era la sua serata.

Queste, secondo noi, le principali "cause" della sconfitta di ieri: un avversario perfetto nelle scelte e nell'esecuzione, atteggiamento dei rossoneri deprecabile (nonostante i 75k di San Siro), piano gara sbagliato e incapacità di trovare altre soluzioni, incaponendosi in situazioni che non hanno praticamente mai dato esito positivo. Tutto da buttare? Assolutamente no. Anche perché tra 6 giorni c'è il secondo tempo ed il risultato è tutto tranne che già deciso. Lo spartito da seguire però dovrà essere molto diverso: giocatori e allenatore hanno già dimostrato di esserne capaci, sta a loro.