Conte è campione d'Italia, sarebbe stata la scelta giusta per il Milan e lo sapevate benissimo: ha prevalso orgoglio e incapacità

Conte è campione d'Italia, sarebbe stata la scelta giusta per il Milan e lo sapevate benissimo: ha prevalso orgoglio e incapacitàMilanNews.it
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Ieri alle 22:50Primo Piano
di Niccolò Crespi

Il Napoli ha conquistato il quarto scudetto della sua storia, coronando una stagione memorabile sotto la guida di Antonio Conte. Il trionfo è arrivato all’ultima giornata di campionato, grazie alla vittoria per 2-0 sul Cagliari al Diego Armando Maradona, con reti decisive di Scott McTominay e Romelu Lukaku.

Conte, sempre tu.. ah ma non era la scelta sbagliata vero?!

Antonio Conte rappresentava l’occasione perfetta per rilanciare un Milan ormai svuotato di identità, leadership e ambizione. Un allenatore che incarna esattamente ciò che serve per ricostruire un club vincente: disciplina, mentalità da battaglia e capacità di incidere subito. Eppure, ancora una volta, la dirigenza rossonera ha preferito l’autocompiacimento alle scelte coraggiose. Prima Fonseca, poi Conceição: due nomi che non accendono, due profili che non colmano il vuoto tecnico e caratteriale che questo Milan trascina da anni.

Una scelta dettata più dall’ego e dalla paura di perdere potere interno che da una reale strategia calcistica. Il risultato? L’ennesimo segnale di confusione, l’ennesima occasione gettata al vento mentre il Milan continua a deragliare senza guida né visione. Conte non era solo un’opzione: era la soluzione. Non capirlo è più che un errore. È l’ennesima prova di un fallimento dirigenziale ormai sotto gli occhi di tutti.

Zlatan Ibrahimovic aveva liquidato Antonio Conte con una frase netta: “Non rappresenta l’ideale per il Milan, non ciò che cerchiamo”. Una dichiarazione presuntuosa e fuori luogo, che ha contribuito a soffocare sul nascere l’unica vera opportunità di rilancio concreto per un club alla deriva.

Definire Conte inadatto significa non capire cosa serva davvero al Milan: disciplina, identità, fame di vittoria. Tutto ciò che il tecnico salentino incarna alla perfezione. Quella presa di posizione di Ibrahimovic – più legata a personalismi che a una reale visione calcistica – si sta rivelando un boomerang. Invece di affidarsi a un vincente, si è scelto l’ennesimo compromesso al ribasso. E il Milan continua a pagare un prezzo altissimo per questa miopia.