Equilibrio y cabeza, da "principito" a comandante: metamorfosi di Lucas Biglia

Nel calcio, come nella vita, tutto cambia. E l'apodo ormai datato di "Principito" non calza più alla figura di Lucas Biglia. Da Enzo Francescoli, "el Principe" originale (checché ne dica la sponda nerazzurra del naviglio), il classe 86' si è completamente staccato, tagliando anche gli ultimi cordoni post adolescenziali, ai tempi dell'Argentinos Juniors, che ricordavano l'eleganza e la classe della leggenda del River Plate. Non ci sono più tracce di dna da principe, Lucas ha sviluppato in sedici stagioni da professionista una dimensione completamente diversa, di cervello e di equilibrio. Più distante dalle scelte istintive profondamente sudamericane dei primi passi nel calcio che conta, in quei campi polverosi dei Bichos Colorados di Buenos Aires. Il metronomo ha saputo evolversi, adattandosi di anno in anno alle necessità della squadra. Il gol è quasi sparito dai radar, sacrificato sull'altare dell'intelligenza calcistica che ora lo porta indiscutibilmente tra gli intoccabili del Milan. Una guida illuminata, in entrambe le fasi, capace di ripulire palloni come una lavatrice e rimetterli in circolo verso i propri compagni offensivi. Un vero e proprio comandante, lì al centro del campo, nel cuore delle operazioni.
Dopo i fischi del San Paolo, sostituito in un momento di totale appannamento fisico e mentale, Biglia non ha più fatto un passo falso, alzando il proprio livello di prestazioni a ritmi eccellenti. Non è più un semplice mediano, è il vero e proprio braccio destro di Gattuso sul terreno di gioco. Tira i fili, riceve pizzini, dà consigli a difesa e portiere, porta i tempi del pressing, sposta il baricentro quando necessario e decide, quasi autonomamente, quando alzare o abbassare la propria posizione in mezzo ai centrali, a seconda delle mareggiate avversarie. Ha cambiato la propria visione del fútbol, assomigliando ad un equilibrista sopra ad un filo: da una parte il rischio di cadere per il troppo peso offensivo (Higuain e Cutrone insieme, più i vari Suso, Çalhanoglu, Castillejo ecc.), dall'altra il timore di schiacciarsi a ridosso di Musacchio e Romagnoli, portando il "nemico" sul pianerottolo di casa.
Contro la Sampdoria, nello specifico, Lucas Biglia ha fornito ripetizioni gratuite su come interpretare il ruolo. Prese le giuste misure nel nuovo modulo, e collaudate le distanze con Franck Kessie, con una tazza di mate rovente in mano ha accompagnato il Diavolo alla vittoria, producendo una massa di lavoro sporco pressoché incalcolabile. Ha attratto a sé, come un magnete, dieci palloni avversari, diventando il migliore della gara per recuperi. Ma non solo: 74 palloni giocati (primato del match), con 65 passaggi completati (primato del match) abbinati a 12651 metri percorsi (primato del match) ed un solo fallo fatto. Numeri da generale del pallone. Numeri da comandante, non più un semplice principe sudamericano.

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