Conti (Mediaset): "La connessione Ibra-Pioli è stata fondamentale per il Milan. Leao ha reso al di sotto delle aspettative"

Intervenuto in esclusiva ai microfoni di Milannews.it, il giornalista di Sportmediaset Alessio Conti ha fatto il punto sulla stagione del Milan appena conclusasi e sulla prossima annata che attenderà i rossoneri. Queste le domande e le risposte:
La stagione del Milan ha vissuto un rendimento diverso prima e dopo la sosta forzata per il Coronavirus. Complessivamente che voto merita e perchè?
“Diciamo che per arrivare al voto finale della stagione del Milan dobbiamo fare la media di più giudizi. Alla prima parte della stagione darei un 4 mentre alla seconda 8. Il Milan ha saputo cambiare e rendersi conto che cosa non andava, scommettere su un giocatore come Ibrahimovic che insieme a Pioli ha creato una sinergia perfetta. L’allenatore emiliano è stato bravissimo nella gestione del gruppo mentre lo svedese ha dato una motivazione unica che solo lui sa dare. Questa connessione è stata fondamentale per il Milan ed è importante che non la perda in vista della prossima stagione.”
Se in campo ha avuto un rendimento incredibile, fuori dal terreno di gioco Ibrahimovic è stato un accentratore e propulsore di motivazioni che hanno unito il gruppo. L'ha stupita la maturità con cui lo svedese si è calato nel progetto rossonero?
“Al di là dei numeri che sono incredibili perchè l’andare in doppia cifra alla sua età e in 6 mesi effettivi di campo è un qualcosa di unico, paradossalmente mi ha stupito la sua umiltà nel giocare. Ha saputo riconoscere alcuni suoi limiti dovuti all’età adattando le sue prestazioni ad un tipo di gioco diverso e più da regista offensivo. Spesso e volentieri è stato più lontano dalla porta senza perdere tuttavia la freddezza quando si trattava di fare gol. Ibrahimovic ha saputo reinventare un modo di giocare che ha fatto tantissima differenza e questo lo fanno solamente quei giocatori estremamente intelligenti che capiscono dove perdono e dove vanno guadagnare. Lui è un professionista esemplare in tutti gli ambiti e le sue prestazioni in campo ne sono una dimostrazione.”
Tra gli inaspettati protagonisti di questa seconda parte di stagione figura anche il nome di Kjaer che, arrivato in sordina, ha fornito grandi prestazioni. Si aspettava un impatto così dell’ex Atalanta in virtù dei mesi difficili vissuti a Bergamo?
“Kjaer nella prima parte di carriera italiana è stato un giocatore senza piedi da regista ma assolutamente importante. Per quanto riguarda le sue prestazioni a Bergamo mi ha stupito il fatto che Gasperini l’abbia bocciato in così poco tempo. Il gioco del tecnico atalantino è difficilissimo che valorizza anche chi magari non è un fenomeno a cui, tuttavia, è difficile adattarsi in poco tempo. Probabilmente Kjaer ha avuto difficoltà a integrarsi in così poco tempo al modulo dell’Atalanta ma questo non vuol dire che il giocatore fosse bollito o avesse limiti tecnico-tattici. Ricollocato in una situazione più semplice dal punto di vista tattico, ha dimostrato le sue qualità ed è tornato su ottimi livelli.”
Se dovessi elencare un flop o un top della rosa del Milan in questa stagione, che nomi farebbe?
“Guardando alla prima parte avremmo tantissimi flop, concentrandosi sulla seconda parte di stagione ognuno ha fatto la sua parte. Rebic, ad esempio, è stato un giocatore completamente cambiato. L’unico che mi lascia un po’ perplesso è Leao. Con un giocatore come Ibrahimovic accanto dal portoghese mi aspettavo qualcosa di più, in stile Rebic. E’ rimasto invece un giocatore con buone potenzialità ma incapace, per ora, di fare quel salto di qualità richiesto. Per me è un giocatore forte ma se nemmeno Ibrahimovic è riuscito, fino ad ora, a farlo crescere vuol dire che ha ancora qualche limite tattico. Tra i top, senza dubbio, cito Ibrahimovic, Bennacer, Calhanoglu e ovviamente Theo Hernandez che è un giocatore che mi è piaciuto tantissimo. Romagnoli e Kjaer sono stati una buona coppia difensiva, a destra Conti e Calabria hanno fornito prestazioni altalenanti ma nel complesso positive.”
Dopo tanti anni di gavetta e di delusioni, il Milan può essere l’occasione per Pioli per affermarsi come un grande allenatore?
“Io sono sempre stato un grande estimatore di Pioli dal punto di vista tattico. E’ difficile trovare una squadra di Pioli che gioca male nella sua prima stagione in panchina. Ha sempre migliorato tanto i giocatori. Ha avuto grandi intuizioni negli anni, è molto preparato ed è capace di adattare le squadre a più schemi diversi. Il suo problema, detto da chi l’ha avuto come giocatore, è stato quello di affidarsi nel secondo o terzo anno di affidarsi troppo ai giocatori apparendo più come un gestore che come un motivatore. Questo spesso ha fatto calare il rendimento delle squadre. Con Ibrahimovic però ha trovato quel plus di motivazioni che in altre squadre non aveva. Spero davvero che la sua grande preparazione tattica, possa aver trovato la chiave giusta di motivazioni che lo lanci definitivamente tra i grandi.”
Che cosa manca al Milan per tornare in Champions League e, in ottica mercato, quali sono i nomi giusti per rinforzare la rosa rossonera?
“Il problema è capire quale è la situazione economica reale del Milan. Sono convinto che se avessero dato continuità al progetto Gattuso, inserendo due-tre giocatori, il Milan sarebbe già arrivato in Champions League quest’anno. L’ennesimo cambio in panchina, invece, ha prodotto un campionato altalenante. Questa squadra confermata può arrivare in Champions League ma servono rinforzi: al posto di Leao, serve un giocatore capace di affiancare Rebic e Ibrahimovic quindi una punta forte. Dipende poi quali saranno le sorti di Calhanoglu e dall’arrivo di Bakayoko guardando quindi quali saranno le sorti del centrocampo rossonero. Con una punta forte, un difensore che possa rappresentare un’alternativa a Romagnoli e Kjaer ed un centrocampista forte, il Milan può arrivare in Champions League a condizione che l’ambiente resti unito e sereno.
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