Honda-Milan, un acquisto di personalità che sta anche nei numeri

Honda-Milan, un acquisto di personalità che sta anche nei numeriMilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 1 gennaio 2014, 21:00Primo Piano
di Federico Gambaro

Sono molti gli aspetti  toccati, affrontati, sviscerati, ormai dai mesi estivi, quando l’affare Honda stava prendendo seriamente corpo, sull’arrivo del talento giapponese in rossonero. Un acquisto, determinato a parametro zero per arguzia societaria e soprattutto per la tenacia del Cska Mosca di far rispettare il contratto al nipponico fino all’ultimo minuto, che sicuramente porta in dote dei risvolti geo-economici che permetteranno al Milan di intensificare i propri rapporti commerciali con il mondo asiatico e giapponese, traendo beneficio a livello di marketing, merchandising e brand, dalla figura di Keisuke Honda (si parla di circa 10 mln di Euro annui di profitto per il club rossonero derivante da merchandising e sponsorizzazioni, tenendo conto che il giocatore manterrà per sé i diritti d’immagine), ma che appare essere un colpo di mercato ideale anche per l’aspetto sportivo, il quale, vista la magra attualità rossonera, rappresenterebbe la priorità più stringente. "Sono certo che Honda abbia le qualità per giocare nel campionato italiano, abbia le caratteristiche fisiche, tecniche e morali per poter far bene anche in una squadra di grande livello mondiale come il Milan. Keisuke è un giocatore di grande personalità, oltre la tecnica ritengo che la personalità sia indispensabile”. L’endorsement è di un allenatore che conosce bene il 27enne di Settsu, così come l’ambiente di Milanello e l’aura vincente del club di via Aldo Rossi, ovvero Alberto Zaccheroni, mister del 16° scudetto rossonero e attuale ct del Giappone. La personalità del nuovo n°10 del Milan (e la richiesta del suddetto numero lo dimostra) sembra essere la caratteristica principale che anima il suo gioco. Una peculiarità indispensabile per il momento storico vissuto dalla squadra di Allegri, che ne appare carente nel chiuso del suo spogliatoio, e stimolata a palesarsi più per sferzate umorali dall’ambiente esterno che per reale valore intrinseco. Honda si è dimostrato un leader con il VVV-Venlo in Olanda dove lo chiamavano “Imperatore Keisuke”, al Cska Mosca dove ha realizzato 28 reti e 29 assist in 127 gare, e con la Nazionale nipponica, della quale è punto fermo inamovibile dal 2008. Alcuni dei suoi numeri testimoniano una presenza scenica sul rettangolo verde che lasciano intravedere quella personalità che sembra contraddistinguerlo, per un giocatore che ama svariare sul fronte offensivo prediligendo gli spazi della trequarti che possano armare il suo mancino, piede prediletto. Nella sua carriera da professionista Honda ha segnato 75 reti e sfornato 58 assist. Molti dei suoi gol sono stati realizzati di sinistro, ma ci sono anche 8 reti siglate di testa, mentre 18 sono su calci da fermo - 6 rigori e 12 punizioni - altro elemento fondante del suo palmares tecnico, di sicuro aiuto alla causa milanista. Un giocatore che ama prendersi le responsabilità, quindi, e che risulta essere, inoltre, decisivo nei finali di gara. Sono, infatti, 17 le reti che Honda ha segnato nell’ultimo quarto d’ora, addirittura 7 tra il 90° e i minuti di recupero; sintomo di una presenza tecnica e umorale nei momenti clou del match che giustificano, seppur nell’analisi pura dei numeri, una tangibilità indiscutibile del talento nipponico. Le aspettative, dunque, sono tante, forse alcune fin troppo marcate vista la tempistica diluita dell’operazione (ormai di Honda se ne parla da mesi), che per il periodo storico rossonero particolarmente delicato, dove il mercato di gennaio è caricato di un’aura salvatrice oltremodo enfatizzata; ma ormai Honda è il presente e finalmente è pronto e desideroso di rilasciare sul campo le sue risposte per un approdo in maglia n°10 rossonera: sognato, agognato e conquistato. Anche se adesso, come suggeritogli dal suo ct Zaccheroni, è tempo di dimostrare che la cosa: “importante non è arrivare al Milan, ma arrivare al Milan e poter giocare con una certa continuità. Il Milan non deve essere considerato come un punto di arrivo ma come un punto di partenza”. E allora che il Sol Levante illumini di nuovo la stella rossonera.