I quarant'anni di Ibra: l'uomo chiave del Milan che non vuole fermarsi

Quarant’anni e non sentirli. Quarant’anni e avere la voglia di un ragazzino. Quarant’anni, per dimostrare ancora chi davvero può fare la differenza in campo e fuori. È così per Zlatan Ibrahimovic, celebrato da ogni parte nel giorno del suo quarantesimo compleanno. Non è solo l’anagrafica che oggi fa pensare, ma la professionalità e la passione che il gigante di Malmo continua ad applicare nel suo mondo. Un mondo fatto di duro lavoro, record da conquistare e frantumare, partite da vincere ad ogni costo. Perché è così che si costruisce un vincente, è così che si alimenta un campione. E Zlatan lo è ancora, lo è sempre stato fin dal quel 3 ottobre 1981.
FATTORE IBRA – Quasi due anni fa, al suo ritorno in Italia dall’esperienza negli Stati Uniti, molti erano scettici sul fatto che potesse ancora giocare ad alti livelli. Trentotto anni, condizione precaria, anche una certa disabitudine al calcio europeo. Sarà il classico ritorno disastroso, un flop. Ma il rettangolo verde ha raccontato tutta un’altra storia, fortunatamente. Ibra si è preso il Milan sulle spalle e l’ha trascinato, mancando l’approdo in Champions al primo colpo ma tornandoci al secondo tentativo con tanto di secondo posto in classifica. È vero che i meriti vanno divisi all’interno dello straordinario gruppo che Stefano Pioli ha messo in piedi, ma è anche vero che dentro lo stesso Zlatan Ibrahimovic è stato ed è ancora più che un fattore.
MATURITÀ – L’esperienza accumulata nel corso di questi anni l’ha aiutato nel suo percorso di crescita e ancor di più nel suo processo di maturazione. È sotto gli occhi di tutti che Zlatan sia un giocatore diverso rispetto al passato. Il suo ego è rimasto tale ma, nella sua seconda vita rossonera, Ibra è diventato molto più leader, un motivatore imprescindibile, un professionista pronto ad aiutare i propri compagni in ogni situazione. E ci riesce sempre, con le parole o anche solo con uno sguardo. Di questo ne ha fatto tesoro non solo lo spogliatoio ma l’intero ambiente Milan, che sa di avere dalla propria parte un catalizzatore fondamentale in grado di equilibrare anche le situazioni più complicate. Di strada, con la maglia rossonera, lui ne vuole fare ancora tanta, forse per un altro anno, forse per un paio d’anni, chi lo sa. Tutto dipenderà dalla sua condizione atletica e ovviamente dagli infortuni, aumentati naturalmente nell’ultimo periodo. L’intenzione di ritirarsi però non è contemplata. Ha avuto dei dubbi, ma adesso forse neanche ci pensa, anche grazie al Milan. Che poi l’impressione è sempre quella, che invecchi e continui solo a migliorare.
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