Il 3-5-2 inizia a girare. E Allegri sceglie così sul doppio play

Nel bel Milan che Max Allegri ha schierato in questo avvio di stagione, andando finora ogni aspettativa più rosea, uno dei giocatori chiave è Luka Modric. Il croato, arrivato al Milan con l'entusiasmo e l'energia di un ragazzino, è diventato prima di subito il baricentro dei rossoneri. Si abbassa, si allarga, gestisce, sventaglia, riceve sotto pressione, tira, batte i corner. Non ci si dovrebbe stupire di un giocatore della sua classe eppure eccoci qua: a quarant'anni, per ora, sta avendo un rendimento da stropicciarsi gli occhi.
Punto di discussione, ma discussione positiva, di queste prime sei partite è proprio la sua posizione in campo: ad inizio estate era più facile immaginarlo come mezz'ala o come centrocampista avanzato invece che come play centrale, spesso anche basso. E quindi è nato il pensiero: non è meglio sfruttare Luka in una posizione più avanzata affiancandolo ad un altro play, ad esempio Ricci, invece che metterlo in mezzo a due incursori come Loftus-Cheek e Fofana?
Max Allegri non ci ha messo tanto a dare una sua interpretazione della situazione: c'è un secondo "play", un altro calciatore capace di gestire palla e dare ritmo e sicurezze ai compagni, ma al momento non è Ricci. Si tratta di Rabiot, tornato in Italia dopo un anno con De Zerbi al Marsiglia col bagaglio pieno di cose nuove ed interessanti. Adrien è stato un calciatore dominante e di grande impatto a centrocampo, ma in carriera non è mai stato così determinante anche nel palleggio e nella gestione. Una vera e propria sorpresa che ha regalato ai tifosi rossoneri un centrocampista totale. Modric resta il regista designato, l’uomo delle prime uscite. Ma ora ha accanto un compagno che parla la sua stessa lingua. Con Saelemaekers, Estupinan, Pulisic e Nkunku su forma un bel gruppetto che riesce a palleggiare in modo sereno e anche ad andare in verticale molto più spesso che in passato.
Non è un caso infatti che con Rabiot e con il lavoro costante a Milanello il 3-5-2 sta venendo interpretato da 3-5-2 e non più come un'alternativa asimmetrica al 4-2-3-1 a cui è stata abituata la squadra per anni. Si vede fraseggio, attesa, cambi di gioco e finalmente una densità sulle fasce che porta spesso e volentieri a cross pericolosi. Ieri sera contro il Lecce sono arrivati tre gol da cross, di cui due in una classica situazione sviluppata sfruttando i punti forti del 3-5-2. E anche qui, non è casuale che nella rete di Gimenez è proprio Rabiot, il secondo play della squadra, a lanciare Bartesaghi con un ottimo filtrante alto. Ci si stupisce, però quando il mercato porta giocatori forti e d'esperienza questi possono essere i risultati. Ma ovviamente, piedi per terra: siamo solo all'inizio.

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