Calabria racconta: "Da ragazzino pubblicai un post contro Abbiati. A diciotto anni mi ritrovai in prima squadra e il senatore dello spogliatoio era proprio lui"
Davide Calabria, ex capitano rossonero, è stato intervistato da Rivista Undici. Il terzino, che ora gioca al Panathinaikos di Rafa Benítez dopo una parentesi al Bologna, si apre come mai prima d’ora.
Che valore hanno i social nel calcio?
"Mah non saprei, per me poco, ma bisogna saper bilanciare tutto anche qui. C’è una storia che mi ha fatto capire una cosa: non dare peso a ciò che viene scritto sui social. Da ragazzino, avevo quattordici anni, pubblicai un post contro Abbiati dopo una partita di Champions League se non sbaglio. A diciotto anni mi ritrovai in prima squadra. E il senatore dello spogliatoio era proprio lui, l’unico rimasto della vecchia guardia… Avevo appena esordito, stavo giocando bene le mie prime partite. Quindi andarono tutti a spulciare i miei social. E ovviamente trovarono il post in cui me la rifacevo con Abbiati. Non gli dissi nulla, credo che lo vide ma fece finta di niente. D’altronde era il veterano che leggeva il tweet, o quel che era, di un ragazzino che all’epoca aveva fatto mezza partita. A quell’età non ci pensi neanche, a quattordici anni non c’è nessuno che ti educa su questo. Ecco mi sono talmente tanto vergognato di me stesso che ho capito poi quanto fossero superficiali e inutili le critiche o i vari commenti social. Non l’avrei mai fatto dal vivo, i miei genitori mi hanno insegnato a rispettare sempre tutto e tutti, eppure lì succede che vale qualsiasi cosa, non credo sia giusto. Per questo motivo penso servirebbe un’educazione social nelle scuole per i ragazzi. Perché ormai sono una parte della nostra quotidianità, ma andrebbero gestiti e sfruttati meglio".
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