Il Giornale - Pioli: "Il mio Milan è nato durante il lockdown. Ibra e Giroud saranno utilissimi. E Messias stupirà"

Il tecnico del Milan, Stefano Pioli, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano "Il Giornale", nel corso della quale ha parlato della crescita della su squadra e si alcuni singoli e delle ambizioni Scudetto. "Già a gennaio del 2020 ho colto il cambiamento - ha affermato il mister - coinciso con l’arrivo di Ibra e Kjaer. Durante il lockdown, può sembrare curioso, abbiamo avuto tutto il tempo per entrare in sintonia da remoto. Quando siamo tornati a Milanello la sensazione che abbiamo ricavato è che ci conoscevamo meglio".
Il Milan di Pioli, dunque, è sbocciato nel periodo buio del lockdown. Eppure, sul futuro del tecnico aleggiavano pericolosi fantasmi: "Io non mi sono mai sentito precario. Perché ho sempre creduto alle parole pronunciate da Gazidis poche ore prima della sfida col Genoa. Disse davanti ai calciatori: “Siamo tutti sotto esame, diamo tutto e alla fine si deciderà, non date retta ai media perché nessuna scelta è stata fatta”. Perciò non mi sono mai sentito fuori dal Milan, nemmeno quando leggevo i titoloni su Rangnick. Nella mia testa il contratto non ha scadenza. Ho un rapporto simbiotico con Maldini, Massara e Gazidis. Sto bene a Milanello e abbiamo tutti le stesse ambizioni".
Lo Scudetto, inutile nascondersi, è un obiettivo: "Il Milan è molto cresciuto - ha osservato Pioli - e ha ancora margini di miglioramento ma il panorama dei pretendenti allo Scudetto non è cambiato: i candidati sono sempre gli stessi, cinque o sei, con la Juve che tornerà presto sotto, l’Atalanta che è abituata a partenze lente. Sarà fondamentale, per il Milan, dimostrare la qualità decisiva: continuità nei risultati. Per vincere non bastano 18 mesi di eccellenti prestazioni".
La linea verde tanto voluta da Elliott sta dando i suoi frutti: "I giovani calciatori, per sfondare, hanno bisogno di due elementi: il talento - e qui c’è in abbondanza - e il tempo. Non sai mai quando matureranno. Io ho trovato l’8 luglio, giorno del raduno, Leao, Diaz e Tonali, molto diversi da quelli che avevo lasciato il 23 maggio. In estate hanno metabolizzato il lavoro fatto e il salto da fare".
I giovani sono il futuro, forse anche il presente, ma una squadra come il Milan non può fare a meno dell’esperienza. Per questo sarà fondamentale l’apporto di gente come Ibrahmovic e Giroud: "Abbiamo tirato il collo a Leao e Rebic in queste ultime partite - ha dichiarato Pioli - impensabile che possano giocare 50 partite in 10 mesi di fila. Perciò Ibra e Giroud torneranno utilissimi. E qui entra il mio lavoro, la gestione delle risorse: capire quando fermare uno e far entrare l’altro, specie al ritorno dalle nazionali. Non vedo l’ora che recuperino Messias e Bakayoko. Messias ha qualità, è intelligente e stupirà perché è capace di giocare in due ruoli".

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