Il Milan e la sua prevedibile caduta: rosa inadeguata più errori estivi ed invernali

Il Milan e la sua prevedibile caduta: rosa inadeguata più errori estivi ed invernali
lunedì 4 aprile 2016, 18:01Primo Piano
di Matteo Calcagni

I pericolanti segnali di disfacimento rossoneri, emersi nelle ultime partite, sono confluiti nella deblacle dello stadio Atleti Azzurri d'Italia, "dead end" per un Milan che stava viaggiando con la spia arancione della riserva ormai da un mese. Un crollo inaspettato per chi, speranzoso, aveva ceduto al profumo illusorio dei nove risultati utili consecutivi. Una caduta che ha fondato le sue radici già la scorsa estate, quando veniva costruita una rosa difettosa per inseguire un'improbabile idea di calcio.

ERRORI ESTIVI - L'ultimo mercato giugno-agosto, pur esteso nelle uscite monetarie, non ha colmato quelle falle che persistevano ormai da anni. Il centrocampo, vero tallone d'Achille del Diavolo, è stato il reparto meno interessato dal moto "rivoluzionario", con il sovrapprezzo di un calciatore ordinario come Bertolacci e la buona intuizione del trasferimento di Kucka. Troppo poco per sperare in un salto di qualità improvviso e decisivo, tale da (secondo le attese e premesse) riportare il Milan in Champions League. Come se non bastassero le lacune tecniche, la società di via Aldo Rossi ha pensato di rispolverare il 4-3-1-2 dei tempi che furono, senza contare su trequartisti credibili. Una scelta che ancora oggi appare inspiegabile e che, a conti fatti, rappresenta il più grave errore commesso da Mihajlovic, inizialmente in linea (forzatamente o meno) con questo utopico pensiero.

CADUTA PREVEDIBILE - I nodi sono venuti al pettine dopo pochissime settimane e il tecnico serbo ha deciso saggiamente di fare dietrofront, adottando sistemi di gioco più funzionali a questa rosa: 4-3-3 prima e 4-4-2 poi. Ma anche qui la situazione non è mai stata iper-rosea, viste le carenze di esterni, ridotti all'osso per via della scelta di puntare sul 4-3-1-2. Eppure, almeno in autunno, Sinisa poteva contare su Bonaventura, Honda, Cerci e Suso. A gennaio il Milan ha lasciato partire gli ultimi due, rimpiazzandoli con il solo Boateng, tutt'altro che laterale offensivo e lontano dalla forma migliore. Non i presupposti migliori per garantire un girone di ritorno dai ritmi altissimi, almeno a livello continuativo. Fino a che sono durate le gambe il Milan è riuscito ad inanellare vittorie e pareggi importanti, per poi sciogliersi come neve al sole anche a causa di infortuni decisivi. Una situazione paventata più volte che si è verificata puntuale col sopraggiungere della primavera.