Inzaghi a tutto campo: Champions, gol, Kakà e allenatori

Super Pippo intervistato da www.goldenfoot.com ha un po’ rivissuto i momenti belli della sua carriera, fra ricordi e considerazioni e la sua opinione del presente:
Molti ti sostengono, sei felice per questo?
Sono molto contento e sono contento di saperlo. Voglio ringraziare queste persone per il loro supporto incredibile. Mi dà la forza di andare avanti, nonostante il pregiudizio.
Siamo curiosi di sapere che è sucesso quella notte di Istanbul (2005 Champions League contro il Liverpool)
Nulla di ciò che la stampa dice! Non ci sono stati festeggiamenti anticipati. Mi ricordo che avevamo un po 'di preoccupazione perché sappiamo che nel calcio tutto può succedere, come in effetti è successo allora. Non ero in campo, ma sugli spalti. Sono sceso nello spogliatoio e ho vissuto la tensione che c'era.
Il gol a cui è più legato
Sicuramente la doppietta di Atene. Due gol per la Champions League: due gol importantissimi e indimenticabili
Chi è il migliore fra te e Raul?
Non sono io quello che devo giudicare. Apprezzo molto Raul come giocatore. Lui è sempre stato ai massimi dei livelli, con una carriera importante come la mia e non è un caso che siamo ancora in alto.
Chi ti ha ispirato a diventare "Pippo" Inzaghi?
Mi ispiravo ai capocannonieri di quel tempo: Paolo Rossi e Marco Van Basten.
Cosa ti spinge a continuare a giocare dopo tante vittorie e soddisfazioni?
La passione e l'amore che ho per questo sport, che è la più bella del mondo. Io sono un calciatore molto fortunato perché sono davvero tanti anni che gioco a calcio ad altissimi livelli. Una cosa molto importante è proporsi sempre nuovi obiettivi
Cosa pensi quando sei faccia a faccia con il portiere?
In quei momenti non si ha molto tempo per pensare. L'unica cosa importante è fare gol!
Hai trascorso l'intera carriera in Serie A. Vivi sempre sulla linea di fuorigioco evitando il fischio dell'arbitro.
La Serie A è tra i migliori campionati al mondo, e ho avuto la fortuna di giocare così tanti anni. Vivere sulla linea di fuori-gioco è il mio modo di giocare. E' la mia caratteristica come attaccante.
Hai mai pensato di diventare uno dei migliori attaccanti del mondo? Da dove viene il modo in cui celebra i suoi gol?
Quando ero ragazzino di certo non mi aspettavo di raggiungere tutti i traguardi che ho raggiunto poi. Certo li sognavo, ma non pensavo di raggiungerli. Per quanto riguarda le mie esultanze, quando segno mi riempio di una felicità immensa anche perché tanti tifosi si aspettano i miei gol perciò è una soddisfazione doppia per me quando segno: aiuto la squadra e faccio contenti tanti tifosi rossoneri”.
Il compagno di reparto che gli manca di più
Quello che mi manca di più è sicuramente Kakà, sia come persona, un grande amico, sia come calciatore, uno tra i più forti di sempre
Nel 2003, dopo 30 gol segnati in quella stagione, molte persone avevano detto: Inzaghi merita il Pallone d'Oro.
Sì, era stata veramente una grande stagione. Comunque sono contento per quello che ho raggiunto con la mia squadra AC Milan.
Una possibile carriera d’allenatore?
Non ho ancora preso in considerazione nessuna ipotesi perché mi piacerebbe ancora giocare per un po’, fintantoché il mio fisico me lo consentirà. Diciamo che mi piacerebbe comunque rimanere nell’ambiente del calcio
L’allenatore a cui è più legato
Di allenatori ne ho avuto tanti. Se devo scegliere dico Carlo Ancelotti, che mi ha seguito sia alla Juventus sia al Milan: gli devo molto e con lui ho vissuto dei momenti bellissimi. Spero di riuscire a fare cose altrettanto belle con Allegri con il quale da subito ho avuto un bel feeling
Un consiglio ai giovani, per diventare calciatori
Tempi di gioco giusti e grande passione

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