Nkunku a DAZN: "Scegliere il Milan è stato facile. Curioso di giocare con Modric"

Negli ultimi giorni di mercato il Milan ha acquistato Christopher Nkunku dal Chelsea per circa 37 milioni di euro più bonus, rendendo il francese l’acquisto più oneroso dell’era americana ed uno dei più costosi in assoluto della storia del club.
Il fantasista ha rilasciato un’intervista a DAZN in cui si presenta e parla dei motivi che l’hanno portato a scegliere il Milan, queste tutte le sue dichiarazioni:
Perché il Milan? “Penso che sia stato facile scegliere il Milan perché è un grande club, un club storico. Il progetto per me era quello giusto e non vedo l’ora di iniziare. Credo sia stato il momento giusto per trasferirmi qui dal Chelsea. Sono molto contento della mia scelta”.
Com’è stato il tuo impatto con l’Italia? “Per me è tutto nuovo, ho bisogno di scoprirlo da me. Sono entusiasta di poter giocare, di sentire questa atmosfera perché penso che sia differente rispetto agli altri paesi. Sono felice. Ho parlato un po’ con Maresca (l’allenatore del Chelsea, ndr), mi ha parlato solo bene dell’Italia e della Serie A”.
Cosa ti aspetti da questa squadra e dai tuoi nuovi compagni? “Voglio scoprirlo passo dopo passo. Ora la maggior parte dei miei compagni sono in nazionale, ci stiamo allenando e quando torneranno inizierò a conoscerli ed allenarmi con loro. Abbiamo una partita tra due settimane (una settimana, ndr) e penso che ogni partita sia importante. Ma ora la cosa più importante è essere pronti ed essere in forma e farmi trovare pronto”.
Come stai? “Al momento sicuramente non sono nella mia forma migliore ma lavoro per questo e presto sarò pronto per giocare”.
Qual è il tuo primo ricordo legato al Milan? “Parlando di giocatori dico Kaká, Ronaldinho, anche Ibrahimovic. Ho giocato con lui nel PSG, così come ho giocato al PSG e al Chelsea con Thiago Silva. Ho parlato con Thiago ed era contento che venissi al Milan”.
Cosa hai imparato da Ibra da giocatore? Avete parlato in questi giorni? “Che si tratta di avere più energia e voglia di vincere per battere l’avversario. Non per vincere, ma per batterlo. La sua carriera si è basata sulla sua personalità, è chiaro. Mi ha insegnato ad essere esigente in ogni allenamento e in ogni partita: è la mentalità per avere successo”.
Come pensi che le tue qualità possano combinarsi con quelle degli altri attaccanti del Milan? “Sono un giocatore che può adattarsi agli altri, non ho un solo stile di gioco. Sono molto entusiasta di conoscere i miei nuovi compagni e di creare una connessione in campo con loro”.
Ci sono giocatori francesi in questo Milan: Maignan, Fofana, Rabiot… Sei contento di giocare con loro? Li hai sentiti? “Sì, parlavamo anche prima che venissi qua. Ok che ci sono molti giocatori francesi ma la cosa importante è la squadra, non solo i calciatori francesi. Devo adattarmi a tutti loro e questo è più facile quando un giocatore francese in squadra. Ma come ho detto, la cosa più importante è essere connesso con tutti i miei compagni di squadra”.
Con chi tra i tuoi nuovi compagni sei più curioso di giocare? “Non ce n’è uno in particolare. Come ho detto, la cosa più importante è la squadra. Ogni giocatore ha un ruolo importante. Ma se proprio mi chiedi di un giocatore allora ti dico Luka Modric. Non ho mai giocato con lui e tutti sappiamo quante qualità abbia”.
Sei curioso di giocare con Leao? “Ci siamo incontrati nello spogliatoio. Sa molto bene il francese, quindi possiamo parlare insieme”.
La tua ultima partita in nazionale è stata a San Siro contro l’Italia… Il Milan è il posto giusto per ritrovare la convocazione? “Sì, di sicuro. Penso che per essere in nazionale è importante fare bene con il club e fare buone prestazioni di settimana in settimana. Anche questo è l’obiettivo. Ma prima di tutto devo fare bene con la mia nuova squadra, con i miei compagni ed il nuovo ambiente”.
Ci racconti la tua esultanza particolare con i palloncini? Li compri tu? Ci sono altre persone che te li danno? “L’ho fatta per mio figlio. Ricordo che stavo guardando le mie foto e lui giocava con la palla… Voleva sempre giocare con la palla ma ai tempi era davvero piccolo, non poteva giocare con una palla normale. Allora giocavamo con un palloncino e ho pensato che se avessi segnato avrei fatto questa esultanza per lui. E l’ho fatto”.
La farai anche al Milan? “Speriamo, prima devo segnare (ride, ndr)”.
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