Ultimo tango a Marsiglia

Ultimo tango a Marsiglia
domenica 26 maggio 2013, 22:40Storia Rossonera
di Fabio Mangini

E' il 44esimo minuto della finalissima di Champions League tra Olympique Marsiglia e Milan. Sta per concludersi un primo tempo a reti bianche quando improvvisamente su un'azione da calcio d'angolo francese svetta la testa pelata di Basile Bolì che facendosi largo tra le maglie rossonere elude i 190 centimetri di Rjikaard. Il pallone beffardo si deposita nell'angolo più lontano della porta presidiata dall'ascensore umano (Pellegatti docet, ndr) Seba Rossi. Resterà l'unica istantanea di una fra le finali più tirate (o forse dopate, ndr) della storia di questa competizione.

La notte del 26 maggio 1993 sarà ricordata infatti per la storica vittoria dei francesi, per le parate inverosimili di un giovanissimo Fabien Barthez, per i colpi ricevuti sul campo e non solo dell'ex di turno Jean-Pierre Papin (alla prima stagione in maglia rossonera), per la prima ed unica sconfitta del Milan nell'edizione della Coppa dei Campioni 1992-1993, per la prima volta denominata Champions League, dopo aver liquidato con una facilità disarmante i propri avversari nel primo e secondo turno eliminatorio (Olympia Lubiana e Slovan Bratislava) e dominato il girone B con 6 vittorie su 6 gare disputate, realizzando 11 reti e subendone solo una (autore Romario all'epoca attaccante del PSV). Ma soprattutto perché la finale di Monaco è coincisa con l'ultimo canto del cigno di Utrecht Marco Van Basten. La finale di vent'anni fa in terra bavarese anticiperà infatti il calvario dell'ex centravanti del Milan.

I malanni alle sensibili cartilagini che lo avevano tormentato sin dal suo arrivo in maglia rossonera nella stagione 1987-1988 costringono il poeta del gol ad un stop forzato che si protrae sino agli albori della stagione 1995-1996. Il Milan acquista il cartellino di George Weah che eredita la maglia numero 9 dell'attaccante olandese il quale riceve il giusto plauso nel trofeo Berlusconi con la Juventus del 18 agosto 1995. Si chiude così un'epopea della storia milanista. E chissà se il futuro nebuloso dell'attuale mister rossonero e le titubanze presidenziali non spalanchino le porte della panchina rossonera al tre volte pallone d'oro Marco Van Basten?