E' il mercato italiano, bellezza. Infortuni? Solo Milan. Tra cialtronate e pettegolezzi

Che volete farci. Sarò crudo, sarò inopportuno, ma a me il mercato italiano non piace. Non mi piacciono i suoi teatrini, le sue ammuine, le sue spettacolarizzazioni. E le sue disparità: vedo giocatori andare da una parte all'altra con vagonate di milioni solo sulla carta e con cash sull'unghia zero, ma poi quando bisogna alzare col Milan il prezzo di 500mila euro o un milione, si sta lì a spaccare il capello in quattro. E' un mercato che non mi piace e che l'abolizione del Decreto crescita ha purtroppo rafforzato nelle sue "liturgie". Attenzione, sto parlando di riti, camarille e abitudini, non di giocatori. Siano i benvenuti i giovani italiani. Soprattutto se sono duttili e di prospettiva come il Filippo Terracciano su cui sta lavorando il Milan. Dopo la stagione di Cambiaso. che avevo visto bene già nel Genoa-Milan 0-3 di dicembre 2021, ci sta un'idea come quella di Terracciano che a sua volta avevo apprezzato in Milan-Verona 1-0 dello scorso mese di settembre. Poi, per il resto, vedremo. A proposito di Decreto crescita, il discrimine del titolo di studio rende ancora conveniente sul piano fiscale per i club italiani andare a prendere i giovani all'estero. E che a nessuno venga in mente di intervenire anche lì, perchè allora vorrebbe davvero dire che c'è un fumus, un qualcosa di persecutorio, nella classe politica italiana contro la Serie A. In qualsiasi epoca e in qualsiasi schieramento. A proposito, lo sapevate che in Francia durante il periodo nero del Covid i club calcistici sono stati indennizzati dal Governo per una buona parte del fatturato in loro possesso al momento dell'inizio dell'emergenza? Lo sapevate che persino in Grecia, con tutto il rispetto, ci sono stati aiuti di Stato dopo il lockdown? E lo sapete invece quanto è arrivato stesso periodo ai club italiani condannati alle porte chiuse? ZERO.
L'indagine specialistica in stile Big Data di Gianluca Galliani ha sancito che in Italia oggi abbiamo oltre il triplo degli infortuni rispetto alla Germania, rendendo evidente il fatto che che la scelta di non fermarsi mai a Natale e mettere la Coppa Italia nel mese di gennaio stia producendo un aumento di infortuni importante rispetto allo scorso campionato, che aveva goduto della lunga pausa invernale dovuta ai Mondiali di e aveva avuto i numeri di infortuni migliori degli ultimi anni in Serie A. La tutela della salute dei calciatori in questo periodo storico sembra molto trascurata da tutti gli organi internazionali e nazionali predisposti alla stesura dei calendari. Queste le considerazioni di Gianluca Galliani, alle quali aggiungo che di infortuni soffre Mourinho, soffre Ancelotti, soffre lo stesso Bayern. Ma nessuno ci fa caso, perchè il caso Milan e il frastuono comprensibile da parte dei tifosi ma velenoso da parte di tutti gli altri che lo ha accompagnato, fa ombra a tutto il resto. Gli infortuni non ci sono, non esistono, avanti così, gli infortuni ce li ha solo il Milan. E quindi va tutto bene, giocare sempre, giocare a tutte le latitudini, giocare comunque sia e comunque vada. Poi appena gli altri hanno un paio di infortuni li usano come alibi grandi così e tutti li prendono per buoni sugli attenti, ma se il Milan ha i suoi, gli alibi stanno a zero e ci sono solo accuse e veleni. Noi dobbiamo migliorare su questo aspetto senza se e senza ma, ma il problema è gigantesco, e il fatto che qualcuno gode a metterlo in conto solo al Milan fa semplicemente in modo che non venga risolto. Cosa che invece sarebbe eccome nell'interesse del calcio e quindi di tutti.
Le cialtronate pettegole sugli inesistenti pellegrinaggi alla ricerca di acquirenti, fanno solo tenerezza. E non vale la pena nemmeno prenderle in considerazione. E quelle invece sul Rangnick prossimo venturo? Servite già belle infarcite di disaccordi naturalmente, cosa che è poi la vera chicca? Ma a pensarci bene no, anche qui niente anatemi. Anzi, magari continuassero...Vorrebbe dire che il modo ansiogeno e pretestuoso che hanno da fuori di stare addosso al Milan sarebbe l'unico modo per sminuire la continuità di risultati della squadra. Che deve essere l'unico nostro obiettivo, l'unico nostro mantra, l'unica nostra vera ossessione.
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