Ecco tre buoni motivi per stare dalla parte di Stefano Pioli. Mercato flop: ora si può dire

Ecco tre buoni motivi per stare dalla parte di Stefano Pioli. Mercato flop: ora si può direMilanNews.it
giovedì 23 marzo 2023, 00:00Editoriale
di Franco Ordine

Franco Ordine

Mi scrive un tifoso su Twitter: “Franco ho paura, dimmi che a fine anno mandano via Pioli”. Visto che l’argomento, nella settimana di pausa per le nazionali, è diventato di dominio pubblico, rispondo qui e vale per tutti, critici spietati del tecnico di Parma ed estimatori più o meno tiepidi. Il lavoro svolto da Stefano Pioli va valutato nel suo complesso, dal giorno in cui arrivò -per caso (era stato scelto Spalletti, poi lo “sventurato non rispose”, nel senso che non venne liberato dall’Inter)- fino a Udine. Ebbene il voto è molto alto. E non soltanto perché nel frattempo ha messo a segno i seguenti traguardi: 1) secondo posto; 2) scudetto; 3) qualificazione agli ottavi di Champions; 4) qualificazione ai quarti Champions.

Questi ultimi due, intendiamoci, non sono “pagine di storia” come ha sostenuto Simone Inzaghi sul fronte interista al ritorno da Oporto, ma di certo in perfetta traiettoria con il miglioramento tecnico della squadra seguito a quello dei conti che ha la sua importanza fondamentale. Con Pioli sono migliorati alcuni giocatori, recuperati dei talenti inattesi (Tonali su tutti), esplosi altri (Theo Hernandez, Leao, Kalulu, Krunic) e portato a rendimento top gente del calibro di Giroud e Maignan. Con questo curriculum pensare di licenziare Pioli che gode -dettaglio decisivo- della stima di area tecnica e proprietà, è vera follia tipica del calcio italiano. La continuità tecnica può essere garanzia di ripresa, a una condizione però.

E qui comincia l’esame delle responsabilità di Pioli. Ha perso Donnarumma e Calhanoglu, quest’ultimo considerato pedina fondamentale della rosa, senza pronunciare una sola parola di segno contrario. Ha perso Kessiè e Romagnoli senza spendere un solo rimpianto. È il segno inequivocabile che Pioli condivide il progetto del club e soprattutto le scelte dell’area tecnica sul conto della quale pesano le scelte di mercato rimaste finora ai margini della stagione con un rendimento insufficiente. Pioli ne ha condiviso i principi ispiratori: pensavano di rinforzare la ¾ con CDK e hanno perso per ora la scommessa. Pensavano di dare a Giroud una consistente alternativa con Origi e hanno perso per ora la scommessa. A chi mi chiede tutti i giorni la spiegazione di questo 2023 deludentissimo del Milan rispondo in modo sintetico. I motivi sono più o meno i seguenti tre: 1) per continuare a giocare in pressione come ha fatto l’anno prima, il Milan ha bisogno di una salute di ferro e non l’ha avuta fin qui; 2) la gioventù della rosa spiega la discontinuità tra Champions e campionato; 3) il rendimento scaduto di taluni elementi protagonisti della cavalcata tricolore (primo della lista Tomori).

Ultimo argomento di discussione: conviene tornare al sistema di gioco 4-2-3-1? Pioli lo ha in pratica preannunciato la sera di Udinese ma a questo punto sembra ormai confermato che non è una questione di sistema di gioco ma di testa, di energie nervose, tradotto tensione e attenzione massime. Solo così il Milan tornerà a fare il Milan. Con una avvertenza in vista del 2 aprile: tra Napoli-Milan di campionato e la doppia sfida col Napoli di Champions, quella che conta maggiormente è fissata la sera di domenica 2 aprile. Ci siamo capiti?