Nella serata di gala del festival di San Siro, le note stonate dell'orchestra rossonera

Quando si sprecano occasioni da gol in quantità industriale, quando la fortuna aiuta gli avversari a ritrovare il bandolo della matassa (qualsiasi riferimento al rocambolesco gol di Scholes non è casuale), quando vengono commesse imperdonabili leggerezze difensive, allora è inutile recriminare. Bisogna soltanto recitare il mea culpa. Che la serata col Manchester sia nata sotto una cattiva stella lo dimostra proprio la rete del pareggio. Antonini è fuori per infortunio, dalla sua fascia nasce allora il cross per Scholes, libero a centro area, l'inglese “cicca” la conclusione di destro di prima intenzione e poi colpisce, involontariamente, la sfera con lo stinco del piede sinistro, la palla- a quel punto- prende uno strano effetto passa tra le gambe di Nesta e lemme, lemme va a sbattere sull'interno del palo destro della porta difesa da Dida in colpevole ritardo. Primo tempo dominato dal Milan. Nel secondo, dopo un lampo iniziale di Pato che di testa sfiora l'incrocio, i rossoneri spariscono dalla scena. Sale in cattedra il Manchester e Rooney, bene assistito dai compagni, diventa lo spietato giustiziere. Tre tiri in porta tre gol, è il massimo che si possa ottenere. I Reds Devils capitalizzano la loro supremazia , i rossoneri, oltre alle due reti, invece vanno solo vicino al bersaglio grosso Questi i fatti, ma è doverosa lettera della partita più approfondita. Il nocciolo della questione è sempre lo stesso. Tre punte che non tornano, quindi un centrocampo che alla lunga va in sofferenza e una difesa che male protetta commette spesso imperdonabili sviste. Il Milan così concepito e con questi interpreti o segna gol, e mette al sicuro il risultato, o è destinato a soffrire, e contro squadre che della corsa, intensità e aggressività ne fanno la loro prerogativa principale, finisce per subire pesanti rovesci. L'ago della bilancia è il centrocampo. Ambrosini, da solo, non può sempre fare miracoli. Pirlo imposta il gioco ma quando è chiamato a difendere in spazi sempre più ampi mostra i suoi limiti. Beckham ha fatto un lavoro oscuro dedicandosi alla fase di contenimento senza brillare. Alla lunga quei tre, nel deserto della zona centrale, si sono persi stremati dalla fatica e dai ritmi sempre più intensi degli avversari sicuramente più tonici e continui.
Ecco spiegata , in parte, la pausa del secondo tempo. Per 25-30 minuti il pallino del gioco è passato decisamente al Manchester. Rooney ha messo a segno la sua doppietta complice una difesa di burro e disattenta . L'inserimento di Seedorf non ha migliorato la sostanza del gioco. Clarence è un giocatore di gran classe (il gol di tacco è una chiara dimostrazione!) ma in quanto a corsa, capacità di contrastare e recuperare palla non è il massimo. In ogni caso una sua pregevolissima e spettacolare invenzione ha avuto il merito di riaprire la partita e alimentare le speranze di rimonta. Nelle battute conclusive Inzaghi, Ambrosini e Thiago Silva hanno sfiorato di un niente il possibile 3 a 3. Detto del centrocampo ora tocca al reparto avanzato. Ronaldinho è l'unica nota positiva. La “Foca monaca” ha illuminato la scena. Un gol (per un totale complessivo di 12 reti stagionali di cui 9 in campionato e 3 in Champions) e l'assist per Seedorf (che porta a 12 i passaggi gol forniti ai compagni) sono numeri significativi di una prestazione super. Deludenti Pato e soprattutto Huntelaar. Inspiegabile la mancata utilizzazione di Superpippo Inzaghi. Bene Antonini almeno fino a quando è rimasto in campo. Insufficiente Favalli, 38 anni, che non è riuscito a frenate l'impeto di Valencia autore del cross che ha permesso a Rooney di realizzare il 2 a 1. Bonera ha fatto cose buone ma purtroppo, pure lui ha delle responsabilità in occasione della rete del vantaggio del Manchester. Male Nesta, Dida e Leonardo.

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