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Chiarugi: "Piatek, che involuzione. Ibra colpo anche mediatico. E date fiducia a Pioli"

ESCLUSIVA MN - Chiarugi: "Piatek, che involuzione. Ibra colpo anche mediatico. E date fiducia a Pioli"MilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
giovedì 28 novembre 2019, 19:00ESCLUSIVE MN
di Salvatore Trovato

La redazione di MilanNews.it ha intervistato in esclusiva Luciano Chiarugi. Con l’ex attaccante rossonero abbiamo parlato del possibile ritorno di Ibrahimovic, del momento no di Piatek e del futuro del club. Ecco le sue dichiarazioni.

Ibrahimovic sì, Ibrahimovic no: lei da che parte sta?

"È un po’ il quesito del momento. Ma bisogna fare delle valutazioni: cosa ne sarà di Piatek e Leao se arrivasse Ibra? La società deve fare bene i propri calcoli. Ibrahimovic dice di essere ancora un uomo da gol. Mossa pubblicitaria? L’importante, in questo preciso momento, è trovare i giocatori giusti che possano tirare il Milan fuori da questa situazione. Ibra dovrebbe essere a posto fisicamente, credo che il ginocchio stia bene. Potrebbe essere una scelta indovinata, incuriosisce anche me".

Il fatto che negli ultimi anni abbia giocato in un campionato "poco allenante" come la Mls potrebbe essere un problema?

"Potrebbe sicuramente incidere. In America, però, si presentano giocatori con un passato glorioso, che ci tengono a fare bella figura. Credo che il calcio americano si sia evoluto in maniera straordinaria. Ibrahimovic, dopo l’infortunio, ha avuto voglia di ritornare a giocare. La prospettiva Milan potrebbe essere interessante, ma bisogna valutare attentamente quello che si deve fare con altri giocatori acquistati, vedi Piatek e Leao".

A proposito di Piatek, dov’è finito il pistolero?

"Ce lo chiediamo tutti. È incredibile questa involuzione da Genova a Milano. Al Milan era partito col piede giusto, ma ora è diventato l’ombra del calciatore che conoscevamo. Non so se la colpa sia soltanto sua o se il sistema di gioco non favorisce le sue caratteristiche. Il Milan, però, ha giocatori come Bonaventura, Calhanoglu e Suso che buttano tanti palloni in area. Mi sembra quindi che la colpa, in questo momento, possa essere addebitata a Piatek".

È un campione o solo un onesto attaccante?

"Bisogna cercare di capire cosa gli sia successo. Ha fatto vedere cose estremamente interessanti: gol bellissimi, al volo, di prima. In questo momento non gli gira nulla, diciamo così. Sono un bel po’ di mesi che latita la condizione di questo calciatore, pur giocando sempre. Poi va in nazionale e mette un tap-in. Come mai? Cosa succede? Questi sono gli interrogativi che la società deve porsi, perché se arriva Ibrahimovic, uno tra Leao e appunto Piatek rischia di essere sacrificato. E questo non so se sia giusto. Ma se Ibra ha veramente voglia, come dice, potrebbe ancora fare bene nel nostro campionato".

I risultati non sono arrivati, ma con Pioli ci sono stati dei miglioramenti. È d’accordo?

"Ha avuto un calendario obiettivamente difficile. Mi sembra, senza nulla togliere a Giampaolo, che con Pioli qualcosa di diverso si sia visto. Magari non ha portato in porto certe partite che avrebbe meritato. È anche una questione di responsabilità dei giocatori: le colpe ricadono sempre sull’allenatore, ma quando questo viene esonerato possono poi ricadere proprio sui calciatori. Sicuramente avranno fatto quadrato e qualcosa si è visto. Dopo tanto tempo, poi, l’innesto di Bonaventura ha dato qualcosa in più a un organico che ne aveva bisogno. Serve ancora un po’ di pazienza. Ibra sarebbe un bel colpo, anche mediatico. Certo, bisogna vedere eventualmente come il giocatore affronterà il calcio italiano dopo tanti anni".

Al di là del piazzamento finale, non sarebbe meglio proseguire con Pioli anche nella prossima stagione?

"Questo è un discorso che, puntualmente, viene fuori ogni qualvolta si prova a dare fiducia a un allenatore. Se si prende Giampaolo e lo si esonera dopo poco tempo, non gli si da modo di valutare se stesso e il valore dei propri calciatori. È più facile cambiare l’allenatore che i giocatori, questa è sempre stata la storia del calcio. Paga sempre il tecnico quando i problemi magari sono altrove. Ora bisogna dare la possibilità a Pioli di farsi conoscere meglio. Credo che l’intesa sia determinante. I dirigenti devono fare in modo che il Milan, un top club a livello mondiale, si ritrovi il più in fretta possibile. E bisogna ridare credibilità non soltanto ai calciatori ma anche ai tifosi, che continuano a seguire il Milan con grande passione".

Siamo solo a fine novembre, ma il Milan sembra non avere più obiettivi. Lei crede all’Europa?

"Credo che il Milan abbia tutte le carte in regola, non solo per la sua tradizione ma anche per il grande seguito che ha, con i tifosi che aspettano di vedere la squadra tornare a vincere le partite e riportarsi in una zona più congrua della classifica. Bisogna avere fiducia, ma i giocatori devono fare qualcosa in più: è nel loro interesse. Ci sono ancora tante gare. Come detto, Pioli ha avuto un calendario difficile, ma credo che abbia aggiustato discretamente la squadra, dandogli una precisa mentalità. Auguro al Milan di tornare a livelli ottimali".