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Giunti: "Derby 0-6, giusto non fermarci. L'invasione di campo fu la loro resa. Gattuso mi tirò i capelli..."

ESCLUSIVA MN - Giunti: "Derby 0-6, giusto non fermarci. L'invasione di campo fu la loro resa. Gattuso mi tirò i capelli..."MilanNews.it
lunedì 11 maggio 2020, 08:00ESCLUSIVE MN
di Thomas Rolfi

"11 maggio 2001 e quella data non la scorda più nessuno": è questo l'incipit di un celebre coro intonato dalla Curva Sud, che rimbomba da quella sera di metà maggio. La stagione 2000/2001 fino a quel momento era stata priva di soddisfazioni per il Milan, al quinto posto in coabitazione con l'Inter e con poche possibilità di raggiungere la quarta piazza, utile alla qualificazione ai preliminari di Champions League. Invece, in quell'anticipo del venerdì, si consumò il derby con il maggior scarto nella storia delle stracittadine milanesi. Tra i protagonisti in campo tra le fila rossonere c'era anche Federico Giunti, attuale allenatore della Primavera del Milan ed ex centrocampista. La redazione di MilanNews.it ha contattato il tecnico umbro per parlare dell'annata della sua squadra e per tornare con la mente a quello storica sfida di 19 anni fa.

La stagione della Primavera rossonera è stata una cavalcata trionfale, nonostante lo stop a causa del Coronavirus, culminata con la promozione in Primavera 1 con quattro giornate d'anticipo: quale aspetto della sua squadra l'ha resa maggiormente orgoglioso?
"Ciò che mi ha reso più orgoglioso è stata la maturità dimostrata da tutti i ragazzi durante l'intero anno. L'atteggiamento e la voglia di migliorarsi in ogni allenamento siamo riusciti poi a riproporli anche dentro il rettangolo di gioco e questo ha permesso allo staff e al sottoscritto di effettuare un utilizzo e una rotazione quasi continua di tutti gli effettivi della rosa".

Nelle recenti interviste realizzate da MilanNews.it, diversi suoi giocatori le hanno riconosciuto grandi meriti: com'è riuscito ad entrare nella testa di questi ragazzi?
"Il fatto di dover tornare immediatamente nella categoria superiore ha responsabilizzato tanto i ragazzi. Ci sarebbe potuta essere un pò di presunzione e superficialità nell'affrontare questo campionato, invece hanno capito che non sarebbe bastato mettere in campo solo le nostre capacità tecniche, peraltro alte per questo campionato, ma che sarebbe servito anche e soprattutto dare il massimo in ogni situazione, in termini di intensità e cattiveria calcistica. L'averlo ricordato loro in ogni santo momento mi ha permesso evidentemente di conquistarli!".

Sono stati tanti i giocatori della Primavera aggregati quest'anno in prima squadra tra allenamenti e convocazioni, e uno di questi, Daniel Maldini, ha anche esordito in una partita ufficiale con i grandi: che soddisfazione è stata per lei e il suo staff?
"Credo che l'obiettivo principale per chi allena i giovani sia metterli nelle condizioni di farsi trovare pronti, sia a livello tecnico, sia fisico, sia mentale, per quando inizieranno a confrontarsi con il mondo dei grandi. Con Mister Pioli c'è stata collaborazione e confronto continui, siamo stati orgogliosi che grazie a lui e al suo staff diversi nostri ragazzi abbiano avuto l'opportunità di allenarsi con la prima squadra. Il frutto di tutto questo lavoro è chiaramente l'esordio di Daniel, ma sono convinto che ci siano anche altri prospetti che potranno togliersi la stessa soddisfazione. Che consigli gli ho dato prima del debutto? Quello che ho sempre detto a tutti i miei ragazzi che hanno avuto nel corso della stagione la fortuna di poter essere aggregati alla prima squadra: cercare di fare le cose con personalità e senza alcun timore".

11 maggio 2001, Inter-Milan 0-6: un aneddoto particolare che le viene in mente se ripensa a quella sera di 19 anni fa.
"La data dell'11 maggio è ormai una ricorrenza fissa quando si parla di derby e sinceramente faccio fatica a trovare nuovi aneddoti o situazioni che non siano già stati raccontati. Quello che posso dire è ribadire ancora una volta il susseguirsi di emozioni che ci ha lasciato quella partita: dalla tensione iniziale, perché il derby non è una partita come le altre, alla consapevolezza che più il tempo scorreva, più la partita ce la sentivamo nelle nostre mani, dalle esultanze quasi liberatorie ad ogni gol, allo stadio semi vuoto alla fine della partita, perché giocavamo in casa dell'inter. Però due cose mi piace ricordarle".

Ovvero?
"La prima è che quel derby fu arbitrato da Pierluigi Collina, colui che considero il miglior fischietto della mia generazione, col quale ebbi un incontro ravvicinato quando sul 2-0 Comandini fu atterrato al limite dell'area, subendo a detta nostra un fallo da ultimo uomo. La mia reazione, alquanto scomposta, si scontrò dapprima con la fermezza di Collina, che rivendicava la sua decisione, ma subito dopo con il suo modo pacato e sempre educato di gestire una protesta, cosa che piaceva tanto a noi giocatori, disse "Federico, stai tranquillo, questo non é un comportamento che ti appartiene" e mise a tacere la lamentela".

E la seconda?
"La seconda cosa che mi piace ricordare è che in quel derby eravamo guidati in panchina da mister Cesare Maldini, che ho avuto modo di conoscere e apprezzare in quel finale di stagione, quando arrivò in sostituzione di Zaccheroni. Ricordo bene la sua felicità per quell'impresa, glielo si leggeva negli occhi, ma ricordo anche un velo di dispiacere per il grande rispetto che aveva nei confronti dell'allenatore dell'Inter, Marco Tardelli".

Dopo la doppietta di Comandini nel primo tempo, il gol che indirizzò la gara verso la goleada a vostro favore fu quello segnato da lei: il primo che venne ad abbracciarla subito dopo la rete fu Gattuso".
"I due mvp della serata furono a pari merito Gianni Comandini, autore dei primi due gol, e Serginho, autentica spina nel fianco sulla fascia destra dei nostri avversari e dalla quale nacquero 5 dei nostri 6 gol. Il terzo gol che porta la mia firma fu chiaramente il classico tiro-cross su quale tutti cercano di arrivare ma che nessuno tocca, cosa che in quel frangente trasse in inganno anche Frey. Ricordo la dimostrazione d'affetto dei miei compagni, in particolare di Rino che, abituato a non andarci mai troppo per il sottile, si palesò con una gran tirata di capelli. Fu un gol importantissimo, perché da quel momento non ci fu più partita".

Sullo 0-4, un tifoso dell'Inter fece invasione di campo, tentando addirittura di rubare il pallone a Costacurta con l'intento di mettere fine alla partita anticipatamente: cosa avete pensato in quel momento?
"L'invasione di campo del tifoso dell'Inter fu forse il simbolo della resa nerazzurra di quella sera, alla quale sarebbe seguito poi l'abbandono anticipato degli spalti da parte dei loro tifosi prima del fischio finale".

Recentemente Berlusconi ha confessato di avervi rimproverato per non esservi fermati sullo 0-4: quando ve lo disse? Condividevate il suo pensiero?
"Non ricordo in quale circostanza il presidente Berlusconi ci redarguì in tal senso. Si è parlato molto del fatto che avremmo potuto fermarci, ma quando giochi una partita, soprattutto un derby, lo fai dando il massimo ed è chiaro che lo fai fino alla fine. Poi ricordo che al triplice fischio finale festeggiammo in modo contenuto, immedesimandoci nei giocatori dell'Inter. Ecco, quella era la cosa giusta da fare".