Ielpo: "Maignan eccezionale e mi ricorda…Weah. Derby? Emersa la personalità di un top come Giroud"

Mario Ielpo, ex portiere di Milan e Lazio, è intervenuto ai microfoni di MilanNews.it per parlare dell’attualità rossonera e dell’imminente sfida del 9 febbraio tra rossoneri e biancocelesti di Coppa Italia. Queste le domande e le risposte:
Ielpo, partiamo dal derby. Si aspettava una vittoria milanista del genere, peraltro in rimonta?
“Guardando la partita no, anche perché l’Inter stava giocando meglio e il Milan aver esaurito tutte le sue cartucce. Nel secondo tempo la musica è cambiata, la formazione di Simone Inzaghi è apparsa confusa e il Milan ne ha approfittato”.
Finalmente un numero nove, Giroud, decisivo in un big match…
“Giroud è un giocatore importante e i giocatori importanti servono a questo. Decisivo è stato il suo ribellarsi alla sconfitta, proprio come fanno i veri campioni. Il Milan ne aveva già persi, o non erano in campo, diversi con queste caratteristiche. Mi riferisco a Kjaer, Tomori, Ibrahimovic e Rebic. Guardate come l’attaccante francese ha pressato, come ha dato la scossa ai compagni. Ha messo la sua anima a disposizione della squadra ed è stato premiato con una doppietta che ricorderà”.
C’è stato qualche altro che l’ha colpita particolarmente?
“Brahim Diaz, ho visto in lui il temperamento del fuoriclasse. E si è visto dalle prime partite che è sceso in campo che questo ragazzo ha qualcosa in più…”.
E di Maignan cosa ci dice?
“Ad oggi Mike è una certezza. Ha una personalità strabordante, ha un modo tutto suo di interpretare il ruolo che potrebbe esporlo a degli errori ma dalla sua ha un’efficacia e una plasticità pazzesche. Se rivedo un po’ di Dida in lui? No, Dida era più elegante, più classico. Maignan è un fascio di nervi che sta in campo in maniera incredibile”.
A chi lo paragonerebbe?
“Se ve lo dicessi non ci credereste, ma lo paragonerei ad un mio compagno che di gol ne faceva tanti”.
E chi sarebbe?
“George Weah perché non capivi mai come riuscisse a fare certe cose”.
Milan-Lazio cosa rappresenta per lei?
“L’inizio e la fine della mia carriera anche se, a dir la verità, la vera carriera è stata a Cagliari sportivamente parlando per aver fatto più di duecento presenze solo in campionato. La Lazio mi ha visto crescere, è stata la mia adolescenza. Il Milan, in quegli anni, era la squadra più forte del mondo. Due squadre che mi riportano alla mente tanti ricordi che porto gelosamente nel cuore”.
Intervista di Peppe Gallozzi

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