Paganelli (Canal +): "Maignan? Per me ha già deciso: lascerà il Milan e volerà in Premier League. Ma un giorno lo rimpiangerà"
In esclusiva per MilanNews, il giornalista Alessandro Schiavone ha intervistato l'ex calciatore francese e famoso commentatore di Canal + Laurent Paganelli al Velodrome di Marsiglia. Di seguito le sue dichiarazioni:
Laurent lei è molto vicino a Maignan: cosa farà Mike a fine stagione?
"Io penso che non rimarrà al Milan e andrà in Premier League. Il problema dei calciatori oggi giorno è che vogliono scoprire un po' tutti i campionati. Mike è arrivato ad un bivio: ha questa voglia di 'bouger' (andar via, ndr). È quello che penso io e forse non è la realtà. Ma...".
Ci dica.
"Conoscendolo io credo che andrà via".
Negli ultimi anni c'è stata una vera e propria epidemia chiamata Premier League. Perché tutti i calciatori che non ci giocano, tra cui anche i giovani in Ligue 1, vogliono a tutti i costi e per forza trasferirsi nel massimo campionato inglese?
"Pensiamo tutti che l'Inghilterra sia l'Inghilterra, ovvero la 'madre del calcio' e un posto dove tocca per forza aver giocato nella sua carriera. È incredibile perché secondo me non è in Premier League dove si gioca il miglior calcio. Sopratutto per un portiere l'Inghilterra è difficile...".
Riguardando indietro portieri famosi come Barthez, Mandanda, Taibi, Onana hanno tutti fallito lì...
"Ma oramai è così e i giocatori sono attirati dalla Premier League. Hanno questo chiodo fisso di voler giocare lì almeno una volta nella loro carriera. Poi sono pagati a settimana lì... questo gli conviene (ride, ndr). Ma secondo me Mike è attirato dal campionato stesso...".
Infatti a giugno aveva chiesto la cessione per andare al Chelsea.
"È vero e forse un giorno rimpiangerà di aver lasciato il Milan. Uno può dire quello che vuole ma l'Italia resta l'Italia. Sono cresciuto con la Serie A e ho sempre amato il calcio e il vostro è particolare. Il vostro è qualcosa di grande e poi gli allenatori italiani sono formidabili. Quando si parla del calcio, la vera qualità proviene dall'Italia. È il campionato più completo che ci sia".
Ma non è più quello degli anni Ottanta, Novanta e primi anni Duemila quando i top players e i trofei internazionali arrivavano tutti in Italia o quasi.
"Certo ma nei discorsi, nel modo di affrontare e vedere le cose e il calcio in generale è il top. Poi avete grandissimi tecnici...".
Max Allegri ne è la dimostrazione. Il Milan non gioca benissimo ma riesce sempre a vincere di 'corto muso', il marchio di fabbrica del tecnico livornese. Cosa pensa del suo calcio?
"Il grande problema d'oggi è che si fa fatica ad analizzare il calcio. Siccome ci sono tante partite, vogliamo il calcio spettacolo. Ma un allenatore non la vede così: per lui conta solo vincere dando priorità all'organizzazione. Poi si analizzano molto le avversarie a livello tattico grazie ai video disponibili che ci sono".
Sorpreso che Rabiot sia così determinante?
"Per niente, conosco Rabiot da quando era giovanissimo. Dai tempi del Tolosa (in prestito dal PSG, 2013 ndr). Io conosco bene il suo livello tecnico, tattico e intellettuale. È un grandissimo calciatore".
L'OM sta rimpiangendo la sua partenza?
"Non penso ma forse il club rimpiange il fatto di non averlo potuto trattenere. Penso che non potevano trattenerlo, mettiamola così. Avrebbero voluto tenerlo e prolungargli il contratto ma il piccolo Adrien è intelligente. Sa cosa vuole e dove vuole andare. Ha ambizione e forse il club non era in totale sintonia con Adrien. Poi certo ha il suo carattere, le sue idee e bisogna accettarlo. Ma questo spiega perché è un top player".
Cosa manca a Leão per essere ai livelli del vostro collega ai tempi del Saint'Etienne negli anni 70, la grande ala dell'Olanda due volte vicecampione del mondo Johnny Rep?
"Johnny Rep era l'eccezione! (Ride, ndr). Era il talento puro per antonomasia. Ricordo una volta che l'allenatore lo sospese per due partite perché era davvero pazzo. Ma poi quando rientrò fu devastante. Lui poi conobbe l'Ajax, Johan Cruijff, Stefan Kovacs e il calcio totale dell'Olanda. Aveva tutte le qualità per diventare un genio".
Come Leão.
"Sì, stesso discorso per Leão. Ma anche qui parliamo di un grandissimo giocatore. Solo che Johnny sapeva fare tutto. Poteva guardare a destra e darti il pallone a sinistra. Johnny Rep era questo. Lui a volte ti faceva delle azioni che non potevi anticipare e che non sapevi esistessero nel calcio. Aveva due bei piedi, due gambe e poi era bello. Tutte le donne erano sue...".

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