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Falci, autore libro 'A corto Muso': "Allegri è riuscito a ridare anima al Milan. Contro di lui c'è stata malafede"

ESCLUSIVA MN - Falci, autore libro 'A corto Muso': "Allegri è riuscito a ridare anima al Milan. Contro di lui c'è stata malafede" MilanNews.it
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di Lorenzo De Angelis
fonte A cura di Lorenzo De Angelis

"A corto muso. Max Allegri e gli altri. Il calcio diventa politica" è il nuovo libro di Giuseppe Alberto Falci, penna de Il Corriere della Sera, fra le altre cose, che in esclusiva ai microfoni di MilanNews ha raccontato retroscena dietro la scelta di dedicare un libro all'allenatore del Milan, molto spesso oggetto di critiche, secondo l'autore anche ingiuste. 

Come le è venuta l'idea di scrivere un libro di Allegri?
"L'idea nasce perché ritengo che nei suoi confronti è stato fatto un processo politico ingiustamente. Cioè lui è stato a un certo punto considerato l'appestato del mondo calcistico italiano, al punto che tutti hanno cominciato a sfilarsi dalla categoria di "allegriani", sono rimasti in pochissimi. E in questo processo, in cui c'era una pubblica accusa e una pubblica difesa, Allegri è stato abile nel difendersi nel processo e non dal processo". 

Cioè?
"Allegri ha una caratteristica ben precisa che ne connota la politicità della sua azione: ha diviso il mondo del calcio in due come in passato su un altro frangente Berlusconi ha diviso il mondo della politica. Ha un tratto ironico che è molto simile a Matteo Renzi e poi ha quella caratteristica dei grandi leader della prima Repubblica italiana, ovvero di inabissarsi di tutte le volte in cui viene accompagnato, cacciato alla porta in maniera violenta nelle società in cui lui è stato. Nel "secondo governo" della Juventus, cioè nel suo secondo mandato, aveva i tifosi contro, ha dovuto incarnare più ruoli, presidente, direttore sportivo ombra, amministratore delegato, eppure nonostante questo per gran parte del campionato stette lì al passo dell'Inter. Poi gli fecero la campagna acquisti che fece ridere e poi la Juventus crollò, ma comunque arrivò in Champions. E quindi c'è stato questo processo ingiusto perché poi c'è tutta questa moda del calcio propositivo, "guardioliano"....".

È tornato al Milan dopo la Juventus
"È tornato in una società (il Milan, ndr) che fino all'altro ieri aveva fatto esplodere diversi allenatori, in cui due pezzi non comunicano o che comunque non comunicassero. E invece oggi governa, mi sembra primo in classifica. Ha perso una sola partita. È riuscito a dare un'anima a una società e a una squadra che l'avevano persa da tempo. Il libro nasce per questo: c'è stata una malafede nei suoi confronti". 

A quale politico lo paragonerebbe? 
"Allegri è un mix di diverse figure. Ha tratti da leader da prima Repubblica, non possiede i social, non sta dietro i trend di giornata. Ha delle caratteristiche tipiche di chi è nostalgico, che ha una formazione un po' all'antica. Non a caso lui dice che è più importante saper stoppare una palla piuttosto che l'ideologismo tattico. I giocatori sono più importanti, anche perché il campo è lungo x, largo y, quindi sono più gli episodi e le caratteristiche dei calciatori che determinano a quei livelli le partite. Lo assocerei a una figura del passato, ma ha questa brillantezza nella comunicazione che in effetti è più assimilabile a Renzi e Berlusconi".

Su Allegri:
"Nonostante faccia queste sceneggiate (l'altra sera con l'arbitro Collu, ndr), io devo dire una cosa: Allegri nasce in una città anarchica, Livorno, in cui c'è molto liberismo. Lui viene istituzionalizzato dalle due grandi famiglie italiane, quella Agnelli, seppur nella fase decadente guidata da Andrea, e dalla famiglia che ha più avuto un impatto fra gli anni 80 e la prima decade del 2000, quella dei Berlusconi. Queste due grandi famiglie lo indirizzano, fanno in modo che lui non esca mai da questo perimetro. Cito sempre l'esempio della famosissima semifinale di Champions contro il Real, del rigore di Benatia su Vaszquez: in quella partita, alla fine, non ci fu una sola parola di Allegri contro l'arbitro. Lui rilasciò una dichiarazione che io dico avrebbe potuto rilasciare Casini, cioè il massimo dell'equilibrismo, rispettando l'arbitro e il Real Madrid". 

Quindi possiamo dire che Allegri è il miglior comunicatore che c'è in Italia?
"Allegri è uno dei migliori, e dico anche un'altra cosa: il calcio si è trasformato, è entrato nella sua seconda Repubblica. Adesso abbiamo delle società liquide dove svezzano le leadership degli allenatori. Non a caso il Napoli ha Conte, altro grande comunicatore. La Roma ha Gasperini che ha una comunicazione orticante ma che funziona. Spalletti è un altro grande comunicatore. Le grandi squadre hanno la necessità di avere grandi comunicatori, e Allegri è forse uno dei più bravi. Di certo riesce a gestire e a veicolare messaggi intelligenti e che hanno una presa sia del mondo degli addetti ai lavori che dei tifosi".