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Nordstrand (TV4 Sweden): "Vi racconto il ritorno in nazionale di Ibrahimovic"

ESCLUSIVA MN - Nordstrand (TV4 Sweden): "Vi racconto il ritorno in nazionale di Ibrahimovic"
giovedì 1 aprile 2021, 21:00ESCLUSIVE MN
di Gianluigi Torre
fonte Intervista di Gianluigi Torre

Zlatan Ibrahimovic è tornato a vestire la nazionale svedese dopo altre 5 anni. Per parlare dell'attaccante classe '81, la redazione di MilanNews.it ha contattato Frida Nordstrand, giornalista svedese di TV4 Sweden. Con lei abbiamo parlato della "nuova" esperienza di Zlatan con la propria nazionale, con cui ha fornito due assist nei match contro Kosovo e Georgia.

Che emozioni ha provato Ibrahimovic nel tornare a vestire la maglia della nazionale svedese? "Credo che sia stato un evento molto emozionante per Ibrahimovic indossare la maglia svedese e giocare sui campi svedesi dopo cinque anni di assenza.  Lo so per certo perché ha cantato l’inno della nazionale svedese, cosa che non aveva mai fatta in passato. In seguito gli ho chiesto spiegazioni e ha risposto dicendo che si trattava di una promessa fatta al proprio allenatore Anderson. Per Zlatan era una grande emozione, siccome per lui è importante rappresentare la nazionale svedese. Peccato solo che non ci fossero i tifosi nello stadio a causa della situazione Covid, perché sarebbe stato osannato sapendo che sarebbe tornato".

Come hanno reagisto i tifosi svedesi alla convocazione di Ibrahimovic? "Prima di tutto è stata una grande sorpresa per tutte le persone sapere che Ibrahimovic avrebbe voluto tornare a giocare con la maglia della nazionale svedese. Ci sono state delle critiche fatte da Ibrahimovic rivolte all'allenatore, e cose del genere hanno portare l'allenatore stesso a prendere la decisione di non convocarlo più. Quando Ibrahimovic, però, ha fatto sapere della sua volontà di tornare a giocare in nazionale, Janne Anderson è andato a trovarlo in Italia e ha detto di aver avuto una bella conversazione con lui. Hanno parlato e si sono lasciato tutto alle spalle. Da quel momento tutti si sono aspettati che lui tornasse. Il dubbio era: sarebbe stato sufficientemente in forma per giocare? E se si fosse infortunato? Ma dopo l'annuncio che Ibrahimovic sarebbe tornato nella squadra è stato bellissimo per tutto l'ambiente, per i giornalisti e per la stampa, siccome c'era materiale di cui parlare. I tifosi considerano Ibrahimovic il più grande giocatore di tutti i tempi in Svezia. Che Ibra piaccia o non piaccia, non si può negare che ciò che ha fatto e che ciò che continua a fare alla sua età è grandioso. E' stato bello vedere che ci sia stata volontà da entrambe le parti".

Come sono andate queste due settimane di Ibrahimovic con la nazionale? "Sono state due settimane eccitanti. E' stato esaltante riaverlo in patria. La stessa energia, lo stesso sorriso e lo stesso carisma del vecchio Ibrahimovic. Non so quante volte ha detto "basta parlare della mia età", ma poi è lui stesso a tornare sul discorso. La sua decisione di tornare a giocare in nazionale è per quello che può ancora dare, e non per quello che ha già dato alla squadra. Lui, con la Svezia, ha voluto portare la stessa mentalità che ha portato al Milan per i giovani giocatori. Ha voluto essere in nazionale per com'è lui adesso e per quello che può dare alla squadra. L'esempio che lui rappresenta per i giovani del Milan, l'ha voluto replicare con la Svezia. Vuol essere un modello per instillare pressione e incoraggiare i giovani giocatori, i quali hanno confermato l'effetto di Zlatan. Hanno giocato meglio e in ogni partita e in ogni allenamento pretende che diano il massimo, ma anche lui da altrettanto il massimo. Il risultato qual è stato? I giocatori giovani pensano che se lui è così a 39 anni, loro, che sono giovani, possono essere altrettanto, se non meglio. E' molto positivo che lui sia stato molto calmo nei confronti della strampa, sempre con grandi sorrisi"

Vedremo Zlatan agli Europei e ai Mondiali? "Sicuramente sarà presente agli Europei e non c'è alcun dubbio che renderà migliore la Svezia. Se guardiamo le prime due partite, la prima è stata terribile, mentre la seconda di gran lunga migliore. Questo vuol dire che ci vuole tempo, ma sanno che Ibrahimovic è un gran giocatore. Giocare accanto ad Isak, giovane attaccante del Real Sociedad, significa per Ibrahimovic essere un esempio, un modello. E' stato bellissimo vederli giocare assieme. Sarebbe una grande cosa se Ibrahimovic ci fosse agli Europei, anzi, se è in forma e non si infortuna sicuramente sarà presente. Sono positiva su questo".

Ibrahimovic tornerà ad essere il capitano della Svezia? "Che lui capitanerà la squadra o meno, la domanda è difficile. Il mister è stato chiaro: il capitano c'è, ed è Andreas Granqvist. Ma è infortunato e non gioca da nove mesi, ma anche se infortunato è con la squadra, che ha già un'impostazione alla quale Zlatan deve adeguarsi. Ibrahimovic non può arrivare e fare il suo show, il mister è stato chiaro sotto questo punto di vista. Così è come noi siamo adesso e lui deve essere parte integrante. Per il futuro ovviamente dipende da chi ci sarà in squadra. Se nella nazionale in cui giocherà Zlatan saranno presenti gli stessi giocatori che hanno giocato agli scorsi Mondiali (senza Ibra), ovviamente la priorità  ce l'avranno loro. Se le cose continueranno ad andare bene e lui continuerà a fare bene, una probabilità c'è, ma non credo che avverrà. Ma non credo che a Zlatan serva questo e Anderson non ha intenzione di modificare gli assetti. Vuole dimostrare che la squadra è una vera squadra, e che Zlatan entra come parte di essa e non come una star. Il capitano, quindi, sarà lo stesso".

Come sta Zlatan fisicamente? "Sembra essere in buona forma. Ho parlato con lui dopo la partita contro il Kosovo e sorrideva. Ha detto che hanno dato molto, più di quanto si aspettassero. Alcuni attaccanti erano infortunati e quindi hanno dovuto dare il massimo. Ha giocato due partite dall'inizio e gli ho chiesto come stava e come si sentiva. Lui ha risposto "Benissimo, alla grande. Voglio giocare ancora la settimana prossima per l'amichevole". Lui non ha giocato, ma voleva dimostrare di essere pronto e che era in forma per giocare anche contro l'Estonia. Ha saltato gli allenamenti con la squadra dopo la partita con il Kosovo, dicendo che si sarebbe allenato da solo. Ma tutto faceva parte di un piano. Dopo due partite era comunque stanco. Alla domanda di come stava il suo corpro dopo due partite, ha risposto: "Non discriminatemi perché ho 39 anni". Lui è un miracolo e ha dimostrato che l'età è solamente un numero. Alla luce di questo è da riconsiderare quanto un giocatore possa essere vecchio o meno, anche perché lui sembra essere davvero in grande forma, benché lui abbia modificato il proprio modo di giocare. Dopo le due partite era stanco, ma falice".

Ci racconti un aneddoto di Zlatan in nazionale? "Ci sono stati tanti anedotti divertenti in queste due settimane. Ho seguito Zlatan in campionato e in tutte le squadre che ha giocato in precedenza, e una cosa che ho imparato è che davanti al microfono è un intrattenitore nato. Che sia arrabbiato o che sia felice, è sempre un grandissimo spettacolo. Fanno eccezione queste due settimane, in cui è sempre stato felice. Uno degli anedotti è questo: riguarda la scelta della maglietta. Lui ha detto che non poteva prendere il 13 perchè avendo una certa età è un numero sfortunato. Forsberg, che veste la maglia numero 10, l'ha chiamato e gliel'ha offerta. Zlatan però non ha voluto accettare perché l'aveva quando giocava nella nazionale, e questo era un nuovo capitolo. Ibrahimovic, quindi, ha chiesto la numero 11 a Isak. Il giovane attaccante gli ha risposto: "Ok, te la do, ma me la ridai indietro quando smetterai, ovvero tra 6-7 anni". Zlatan con una grande risata: "Tranquillo, l'avrai molto prima di 6-7 anni"".

Il secondo anedotto? "Ho parlato molto con lui. Gli piace giocare nel Milan con giocatori giovani e gli piace molto il ruolo che ha verso di essi. Purtroppo con la nazionale svedese i ragazzi giovani li può vedere raramente, e non può costruire con loro la stessa cosa che sta facendo nel Milan. Al Milan i giovani li considera i suoi "bambini". Nella nazionale crede che il suo approccio debba essere più incoraggiante verso i giovani, avendo sempre un attaggiamento positivo dando attenzioni e rispetto. Al Milan, invece, può alzare l'asticella e arrabbiarsi se loro non giocano come lui si aspetta. Quindi lui ci pensa a come può essere una figura leader e un mentore per questi ragazzi, cosa che penso sia bella da vedere. Il tutto rimanendo sempre lo stesso Zlatan. E' cresciuto e apprezza vedere i giocatori crescere con lui nel MIlan, cosa che vuole fare anche nella nazionale. Dice sempre: "Ho lasciato i miei due figli in Svezia per seguirne altri al Milan, che per me sono il Mondo". Per lui questo è bellissimo e importantissimo, pur rivelando una certa emozione quando parla dei suoi figli. E' un grande sacrificio per lui stare lontano dai suoi figli, ma dice: "I miei figli sono dei ninja, dei guerrieri, ma lo sanno che il loro papà è felice quando gioca a calcio perché sorrido. Sorrido anche quando faccio crescere dei giovani nel Milan e nella Nazionale". Penso sia stato molto bello sentire queste parole".

Intervista di Gianluigi Torre