LA LETTERA DEL TIFOSO: "La mia su Carlo Ancelotti" di Andrea, Cecina

LA LETTERA DEL TIFOSO: "La mia su Carlo Ancelotti" di Andrea, CecinaMilanNews.it
sabato 21 febbraio 2009, 17:43La lettera del tifoso
di Antonio Vitiello
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Salve, io volevo portare alcune considerazioni sul perchè Carlo Ancelotti, grande, grandissimo allenatore, sia giunto al momento di dover lasciare il Milan che ha portato, insieme ai suoi giocatori, sul tetto del mondo. Le mie motivazioni sono essenzialmente di carattere "psicologico", di carattere motivazionale e di carattere "mentale". Per un grande
allenatore è facile preparare le partite con Barcellona, Manchester, Inter (purtroppo), Juve, ecc. . La grande squadra, e quindi anche il grande mister si vedono contro le cosiddette "piccole", contro squadre notevolmente inferiori sul piano tecnico ma che non hanno niente da
invidiare (anzi le ultime partite con le "provinciali" ci hanno dimostrato il contrario) sul piano della determinazione, della cattiveria sportiva e dell'agonismo alla corazzata rossonera. Ed ecco che i problemi per Carletto nascono, quasi tutti, da questo aspetto. Dopo tanti anni di Milan che, naturalmente, ho seguito da vero tifoso, sono giunto alla convinzione che l'allenatore di Reggiolo manca di cosiddette "palle", manca di saper trasmettere alla squadra quella cattiveria che, per chi come noi ambiamo ai massimi traguardi, dovrebbe
essere sempre sullo stesso alto livello sia che tu giochi con la Reggina, sia che tu giochi all'Old Trafford, al Camp Nou o al Bernabeu. Si spiega così lo scarso rendimento in campionato (per non parlare della Coppa Italia) dove, già prima della sosta natalizia, salvo miracoli o
disgrazie altrui, possiamo e dobbiamo accontentarci di un piazzamento Champions, se va bene. Altre piccole, ma poi grandi, dimostrazioni di mancanza di attributi si avvertono continuamente nella gestione delle varie campagne acquisti durante le quali la Società "raccoglie" a destra e a manca i più svariati giocatori che non servono minimamente al
progetto che avrebbe in mente Carletto. Gente come Shevchenko, indesiderato dal tecnico, con un altro allenatore "con le palle", non sarebbe mai arrivato e, a quest'ora, si sarebbe potuto tesserare Thiago Silva, visto anche l'ormai addio al calcio di due fuoriclasse della
difesa come Maldini e Nesta. Tutte queste considerazioni mi portano a ritenere concluso il rapporto tra il Milan ed Ancelotti, rapporto che si è spento piano piano sotto il peso degli anni trascorsi a cullarsi su tutto ciò che è stato bello ma che non poteva continuare ad esserlo per
i motivi che, a mio parere, ho elencato sopra. Considerato l'eccellente tasso tecnico-tattico della compagine rossonera per me si dovrebbe puntare su un tecnico "sanguigno", un allenatore che, quando è il momento, sappia dire anche al più grande campione in squadra di
accomodarsi in panchina o in tribuna per il bene di tutti. Un mister che sappia dire ad una dirigenza che, comunque, sa fare egregiamente il proprio lavoro, quale giocatore sia più consono al progetto che ha in mente, senza considerare i "capricci" di un Presidente che, per eccesso di amore per il Milan, ogni tanto combina qualche "cavolata". Ci vuole un allenatore che nello spogliatoio prima di un Milan-Siena, di un Milan-Lecce o di un Milan-Reggina faccia tremare i muri di San Siro perchè con quei punti in palio si vince lo scudetto. Ci vuole un
allenatore che quando vede trotterellare per il campo il nostro caro Clarence, dopo che magari il mercoledì ha incantato la platea dell'Old Trafford, lo prende e nella migliore delle ipotesi lo mandi a farsi una bella doccia calda. Ci vuole un allenatore che quando vede il mitico
Ricky attraversare un periodo di forma strepitosa, non necessariamente lo deve far giocare, senza soluzione di continuità, per la successive dieci partite fino a farlo "spompare", ma sappia che dietro di lui ci sono altri giocatori affidabili che lui stesso ha motivato e fatto sentire importante durante tutta la settimana di lavoro. Si spiegano così i misteri relativi alla "scomparsa" di ottimi giocatori quali Gourcuff, Flamini, Emerson (anche se ha avuto problemi fisici) ed altri che sono passati sotto la, talvolta, "sciagurata" gestione Ancelotti. Per tutti questi motivi che, noterete, non sono mai di carattere tecnico-tattico, credo che Carletto abbia ormai fatto la sua, grande, epoca a Milanello e dintorni. La mia unica grande paura è che il mister ritrovi, quasi per incanto, le perdute "palle" per portarsi con sè, dove andrà (Real?, Chelsea?), i giocatori che più gli aggradano!



Forza Milan, sempre!

Andrea Pagliai. Cecina (LI).