De Sciglio che alza il trofeo Berlusconi. L’immagine che scalda il deserto di S.Siro

De Sciglio che alza il trofeo Berlusconi. L’immagine che scalda il deserto di S.Siro
giovedì 6 novembre 2014, 19:15Milanello in rosa
di Giulia Polloli

Nella piovosa serata di Champions, mentre la Roma cercava di riscattare la pesante sconfitta contro il Bayern, in un S.Siro pressoché deserto, il Milan alza il Trofeo Berlusconi. Poco più di cinquemila i coraggiosi presenti allo stadio per assistere alla tradizionale partita che assegna il vessillo di casa Berlusconi. La coppa è finita nelle bacheche rossonere, ma della gara non rimangono grandi ricordi. Partita senza troppe motivazioni, o meglio, con interpreti che dovevano essere motivati ma che non sono stati ripagati dal clima gelido in cui, evidentemente si è giocato. Poco più che una partitella in famiglia, è sembrata, la sfida contro la squadra tifata da Sua Santità. Inzaghi, però, ha buttato in campo quegli interpreti che, fino ad ora, hanno trovato poco spazio nel percorso in campionato. A cominciare da Mexes, al vero esordio stagionale. Le motivazioni della sua esclusione vanno ricercate extracampo, tutto sommato un difensore della sua esperienza, se scende in campo con le giuste motivazioni, male non farebbe ad un reparto sempre precario. Minuti importanti anche per Van Ginkel, il cui procuratore alla vigilia della gara aveva diramato il disappunto per il poco minutaggio regalato all’olandese. La sua stagione, però, è iniziata in salita, con un infortunio che l’ha costretto lontano dal campo per un po’: le sensazioni regalate dalla sua prova in campo ieri sera sono sicuramente positive. Nel disastrato centrocampo rossonero, sempre alla ricerca di interpreti solidi, ad esclusione del totem De Jong, l’inserimento di un ragazzo giovane e di certo talento come Van Ginkel, soprattutto in prospettiva, dovrebbe essere considerato non un azzardo, ma una necessità. Saponara, autore dell’assist per Pazzini, ha bisogno di incamerare continuità, per far sparire il fantasma dell’ultima stagione e far posto al giocatore che aveva fatto parlare di sé prima dell’arrivo a Milano. Note liete arrivano dall’attacco, dove El Shaarawy, Niang e Pazzini hanno regalato qualche attimo di lucida gioia.

Il gol di Pazzini ricorda, le tipiche conclusioni cui ci aveva abituati Inzaghi. Istinto, senso della posizione, fame di gol. Ecco in sintesi ciò che nelle rare occasioni che la partita ha regalato, ha espresso l’attaccante rossonero. Anche Niang, a sprazzi, ha dimostrato di poter essere utile alla causa rossonera. Difficile essere pronti e pungenti dopo tanta inattività: siamo al solito dilemma. Una squadra che ha bisogno di essere pronta per macinare punti in campionato, utili all’obiettivo di tornare presto in Europa, non si può concedere tempo per far crescere i suoi ragazzi, per sperimentare, per concedere opportunità a chi non regala sicurezze. Per questo, vista la vicinanza del mercato di gennaio, qualcuno degli “esodati” rossoneri cercherà spazio altrove. Illuminante, nel piccolo sprazzo concessogli da Inzaghi, il giovane Mastour, che nonostante la giovanissima età è entrato sul campo con determinazione e grinta. Anche in questo caso, ci vorrebbe solo un po’ di coraggio per poter affinare le sue doti, facendolo esprimere in contesti che contano. L’immagine più bella della serata, a fine gara, l’emozione di De Sciglio che, fascia al braccio ha alzato il suo primo trofeo. Una suggestione importante, sia per lui, che ultimamente sta vivendo un periodo di difficoltà, che per la società. Un’immagine che mancava da tempo, un giocatore cresciuto nel Milan, che ne possa rappresentare ogni valore. E, guarda caso, anche stavolta si parla di un terzino.