Il Faraone ritrovato è il miglior acquisto stagionale. Anche l’entusiasmo, in vista del derby, cambia sponda e contagia Mexes

Il Faraone ritrovato è il miglior acquisto stagionale. Anche l’entusiasmo, in vista del derby, cambia sponda e contagia Mexes
© foto di Giulia Polloli
lunedì 17 novembre 2014, 18:30Milanello in rosa
di Giulia Polloli

Nel suo stadio, dopo aver ritrovato la maglia della Nazionale, El Shaarawy dà prova di aver ritrovato anche se stesso. Conte gli ha ridato fiducia e nella notte di S.Siro, fa quello che gli riesce meglio: stupire per dinamismo, velocità d’esecuzione, impossibilità di far prevedere i suoi movimenti. Era entrato a partita in corso e, dopo pochi minuti aveva trovato la canonica stecca: un colpo di testa difensivo andato male. Da lì il Faraone ha ripreso coraggio e ha inscenato la gara quasi perfetta. E’ mancato il gol. Ovvio. Sarebbe stata la consacrazione. In tribuna Inzaghi sorride, poco più lontano Roberto Mancini guarda con interesse fisso gli uomini in campo.

L’effetto sorpresa non vale nel caso di El Shaarawy, un giocatore che è balzato agli onori delle cronache in svariate occasioni, fin da quando giocava in cadetteria. Mancini non sarà stupito nell’annotare le qualità del giocatore, quanto per lo stato di forma finalmente ritrovato.  Ecco che, così, El Shaarawy può diventare il miglior acquisto dei rossoneri in questo campionato così confuso e precario.  Se con lui il Milan avesse dato spazio ad altri giovani talenti,magari acerbi, ma di prospettiva, i risultati ottenuti fin qui avrebbero sicuramente una valenza diversa. La cessione di Cristante, una su tutte, è stata un segnale negativo per chi sperava di poter assistere alla ricostruzione di un Milan fabbricato sulle solide basi del lavoro del settore giovanile, soprattutto visti i problemi in mediana che costringono Inzaghi a cambiare drasticamente partita dopo partita, i suoi interpreti. Invece siamo di fronte ad una stagione che Inzaghi si trova a dover affrontare alla giornata, perché in alcuni reparti la programmazione è a dir poco impossibile. 

L’entusiasmo, questa volta, si è accasato ad Appiano Gentile grazie al ritorno di Roberto Mancini e Inzaghi, che ha fatto dell’entusiasmo il suo marchio di fabbrica, ha appreso la notizia con la giusta preoccupazione. Una squadra che ritrova un motivo per cui lottare, dopo mesi di pura apatia, può trasformarsi, senza innesti, in una corazzata imbattibile.

In fondo in alcune situazioni l’abbiamo viste anche noi, a Milanello. Inzaghi ha cavalcato l’onda dell’entusiasmo finché problemi più gravi non si sono abbattuti nella normale gestione della squadra. E proprio nella settimana del derby, l’allenatore rossonero dovrà fare delle scelte importanti per consegnare alla squadra un equilibrio solido, sul quale costruire la sua partita. Le ultime notizie dall’infermeria rossonera lasciano alto il grado di preoccupazione per De Jong ed Abate, due dei giocatori più continui e strutturalmente importanti. Le buone notizie in arrivo da Montolivo e la carta Van Ginkel non sono ancora la soluzione all’assenza del roccioso mediano rossonero. Per il ruolo di Abate, invece, si continua a pensare a Poli, lasciando in salamoia gli effettivi rincalzi del terzino rossonero.

Si preannuncia un mercato di gennaio  enigmatico per i rossoneri. Innanzitutto bisognerebbe arrivare all’apertura delle trattative con i giocatori più rappresentativi, blindati da contratto, per evitare che altri possano banalmente rifarsi alla Galliani maniera di intervenire su parametri zero e giocatori in scadenza. Abate e De Jong sono tra questi. Mexes, dopo aver ritrovato il campo, comincia a trattare per l’eventuale permanenza a condizioni più leggere. Ritrovato entusiasmo … o semplice presa di coscienza che altre offerte importanti non arriveranno all’orizzonte?