acmilan - Passion120: Manchester 2003, grazie Tullio e grazie Francesco

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mercoledì 11 dicembre 2019, 16:11News
di Enrico Ferrazzi
fonte acmilan.com

Della Champions League 2002-03, la Sesta vinta dal Milan nella sua Storia, rimangono in mente molte immagini: i minuti finali del preliminare di Liberec, il gol contro il Lens e l'esultanza di Gattuso con la bandierina del calcio d'angolo rivolta ai tifosi, la tripletta di Inzaghi a La Coruna e poi i gol di Sheva. Contro il Real Madrid campione d'Europa in carica, contro l'Ajax con le palpitazioni finali, nell'euroderby, al momento del rigore decisivo di Manchester.

Ma nell'immaginario collettivo spesso, molto spesso, quel trionfo europeo viene associato agli arrivi in rossonero di Pirlo e di Seedorf dall'Inter. Proprio dall'Inter. Per la verità la squadra che ha vinto l'unica finale tutta italiana della Storia della Champions League è nata in tanti momenti: la conferma di Costacurta a Liberec, l'arrivo in extremis di Rui Costa a Milanello poco prima che si chiudesse l'intesa con la Lazio, la rivelazione Dida. Ma Pirlo e Seedorf, nella ricostruzione storica, rimangono centrali. Due operazioni estive, Pirlo nel giugno 2001 e Seedorf nel giugno 2002.

I fatti. Adriano Galliani e Ariedo Braida stanno rientrando da Torino, dopo una riunione importante con la Juventus per l'operazione di acquisto di Filippo Inzaghi. In auto con loro c'è Tullio Tinti, che di Inzaghi è il procuratore. Da Torino a Milano i km sono 140. C'è tempo per parlare. E Tullio Tinti, che è anche il procuratore di Andrea, lavora, parla...ci sarebbe Pirlo... In quel momento il ragazzo di Flero era reduce da un campionato alla Reggina discreto, dalla bocciatura di Marcello Lippi all'Inter, da 10 buone partite giocate con il Brescia ma dopo le quali si era fratturato il quinto metatarso del piede destro. Era vissuto come un progetto di campione rimasto tale, come un ragazzo ai margini del grande calcio. Il Milan però ascolta. Se l'Inter accetta uno scambio con la pratica delle plusvalenze, si può vedere.

Tinti ci lavora, l'Inter è disponibile. Nell'estate 2001 Pirlo è a Milanello, ancora chiuso nel ruolo da Demetrio Albertini. Nell'estate 2002 la sua carriera prenderà il volo. L'estate 2002 però è anche quella di Seedorf. Un anno e mezzo prima, negli spogliatoi di San Siro, il dirigente interista Gabriele Oriali aveva sussurrato a Francesco Coco dopo un derby finito 2-2 nel gennaio 2001: prima o poi verrai all'Inter. Ma nel giugno 2002, alla vigilia del match mondiale dell'Italia contro la Croazia in Corea e Giappone, Coco, che sembrava destinato ad essere riscattato dai blaugrana, viene invece restituito al Milan.

Per il ragazzo c'è anche una multa della società rossonera, che lui non discute e accetta, costretta ad acquistare alcune foto relative alla sua vita privata. Il Milan tacita tutto e minimizza tutto. Dopo l'esperimento Pirlo, il Milan prova anche quello Seedorf. Lo scambio si può fare, anche questo. Spesso Adriano Galliani confiderà agli amici: "Se il Barcellona avesse riscattato Coco o se i giornali avessero saputo di quelle foto, probabilmente Clarence non sarebbe venuto al Milan e la storia avrebbe preso altre pieghe, probabilmente non avremmo vinto a Manchester quella finale". Il calcio è fatto così, una infinita serie di crocevia in cui andare da una parte o dall'altra cambia la Storia. Sia nel bene che nel male.