Ambrosini: "Milan più abituato a giocare le finali, ma il Bologna ha acquisito un proprio status"

Intervistato dai taccuini de La Gazzetta dello Sport, l'ex calciatore Massimo Ambrosini, oggi voce di DAZN, ha presentato la finale di Coppa Italia tra Milan e Bologna, trofeo che lui ha vinto in rossonero nel lontano 2003.
Milan-Bologna di venerdì cosa ha detto?
"Che la finale sarà equilibrata e che il Bologna dovrà avere un’attenzione estrema, altrimenti verrà punito dalle individualità del Milan"
Conceiçao è uno specialista in rimonte.
"Il Milan ha un modo diverso di stare in campo rispetto a prima. Mentalmente è migliorato tanto".
Il ko di San Siro rischia di pesare per il Bologna?
"No. In finale si azzerano tutti i pensieri su passato e futuro. L ’unico obiettivo è alzare la coppa".
Differenze tra l’ultimo match di A e la finale?
"Il Milan venerdì aveva la testa più libera del Bologna, in corsa per la Champions. La Coppa Italia invece è un obiettivo comune: non so chi avrà più pressione, ma il carico emotivo ci sarà per tutti".
Il Milan è più abituato a giocare le finali.
"Indubbiamente sì. Ai calciatori del Bologna lottare per un trofeo porterà emozioni nuove ed eccitazione. Sono fattori che possono condizionare".
Tatticamente che partita si aspetta?
"Il Bologna disputerà la gara di sempre, fatta di intensità, coraggio, pressione e duelli a tutto campo: Italiano non cambierà il suo calcio. Se il Milan pareggerà il livello di intensità dei rossoblù, ha individualità superiori che possono decidere".
Qual è la sua favorita?
"Il Bologna ha acquisito uno status importante battendo Inter , Milan, Lazio, Roma e Atalanta e pareggiando con Napoli e Juventus. Mercoledì Italiano afronterà i rossoneri a viso aperto, chiedendo ai suoi di difendere correndo in avanti. È il calcio che vorrebbe vedere con più continuità anche Conceiçao, ma ci vogliono tempo e lavoro per insegnarlo".
Con il 3-4-3 il Milan ha trovato il modulo giusto?
"La squadra adesso ha una quadratura e un’energia migliore rispetto a qualche mese fa. Il Milan ha sempre avuto una rosa forte, ma un contesto collettivo oliato esalta le qualità dei singoli: è il caso di Leao e Theo, ma anche di Reijnders e Tomori".
Il recupero di Ndoye può essere un fattore?
"Ndoye è molto forte e nel Bologna alza il livello qualitativo. È un gradino sopra gli altri, anche se pure Cambiaghi, Orsolini e Dominguez sono bravi".
Orsolini intanto è a quota 13 gol in Serie A...
"A livello di continuità è definitivamente esploso e mi sembra più sereno e consapevole rispetto al passato. La tranquillità ti permette di fare la scelta giusta e ora lui prende spesso le decisioni migliori".
Ndoye e Orsolini possibili protagonisti. Nel Milan su chi punta?
"Reijnders perché ha le caratteristiche fisiche per creare problemi con il suo dinamismo e la sua capacità di inserirsi nel momento giusto".
Gimenez o Jovic: chi sarà titolare?
"Jovic ha dei colpi ed è bravo, ma in questa stagione, complici gli infortuni, non è stato continuo. Per essere il centravanti del Milan ci vuole costanza di rendimento. Gimenez è arrivato a gennaio e ha avuto un problema fisico. Ha giocato poco per dare un giudizio definitivo, ma nelle ultime giornate è cresciuto".
Giudizio sul 2024-25 del Bologna bastano senza in caso di vittoria mercoledì?
"Anche se non arrivasse in Champions e perdesse la Coppa Italia, la stagione del Bologna sarebbe di livello assoluto. Considerando il cambio di tecnico, le partenze di Calafiori e Zirkzee, la Champions e i risultati con le grandi, il Bologna ha fatto un grande campionato".
E su quello del Milan?
"Troppe volte non ha sfruttato l’occasione per mostrare le proprie qualità. Non ci si può accontentare di due coppe se poi non si compete per l’obiettivo minimo del club, il quarto posto in campionato".
Lei la Coppa Italia l’ha alzata nel 2002-03.
"Segnai nella finale d’andata vinta 4-1 all’Olimpico con la Roma e mi arrabbiai perché presi un giallo che mi fece saltare il ritorno quando festeggiammo la Coppa Italia e la Champions".

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