Borghi racconta Rangnick: "Folgorato dall'incontro con Lobanovsky, poi arrivarono Sacchi e Zeman"

Stefano Borghi, intervenuto sul proprio canale Youtube, ha parlato degli inizi di carriera di Ralf Rangnick, indicato da tutti come probabile nuova figura del prossimo corso rossonero: "Era un calciatore di livello abbastanza modesto, ma la testa ha sempre funzionato bene, negli anni 80 è andato a studiare in Inghilterra, ha un'apertura mentale molto particolare. Il calcio per lui è sempre stato una ossessione, intorno ai 25/27 anni giocava a calcio ma era anche allenatore e guidava il Viktoria Backnang. In quell'epoca, d'inverno, in quella zona della Germania arrivava a fare la preparazione la Dinamo Kyev del colonnello Lobanovsky. Capitava che la Dinamo avesse bisogno di fare amichevoli settimanali, un giorno è capitato che giocò con il Viktoria Backnang di Rangnick. Lui schiera la squadra, si piazza in mezzo al campo e leggenda vuole che dopo pochi minuti si sia fermato, abbia alzato la testa e abbia cominciato a contare gli avversari, perché non credeva potessero essere undici come loro. Vedeva una squadra che operava un pressing forsennato, che faceva una cosa che non aveva mai visto e ne rimase completamente folgorato.
E' il punto d'inizio anche un po' romanzesco di quella che è stata la carriera di Rangnick, già dalla stagione successiva fece un passo avanti, andando ad allenare le riserve dello Stoccarda e li fece un altro incontro importante per il suo sviluppo, è arrivato a contatto con Helmut Gross, un altro che aveva idee decisamente avanguardistiche per quello che era il calcio tedesco di quegli anni. Rangnick e Gross hanno iniziato a studiare, pensare, scrivere e progettare. In quegli anni hanno avuto un'influenza importante anche dal calcio italiano che dominava il mondo, il Milan di Sacchi aveva cambiato completamente il calcio. Rangnick e Gross vennero a contatto anche col miracoloso Foggia di Zeman che andava a fare la preparazione estiva in Trentino Alto Adige, di conseguenza dalla Germania c'era la possibilità di andare a visionarlo. Rangnick passò anni a spulciare gli allenamenti, prima di Lobanovsky, poi le videocassette del Milan di Sacchi e andando a vedere da vicino Zeman, si è sviluppato la convinzione di quello che sarebbe stato il suo calcio, poi è venuta la parte manageriale, ma il calcio di Rangnick si origina alla fine degli anni '80 e all'inizio degli anni '90, un'epoca in cui il calcio stava cambiando e in Germania non voleva cambiare".

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